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Differenziata Porta A Porta: Alcune Precisazioni

Di Marco Abiuso

traggo spunto da quanto scritto in un recente articolo su questo sito e colgo l’occasione per fare alcune, secondo me, importanti precisazioni riguardo la raccolta differenziata ed in particolare il porta a porta. Innanzi tutto è superfluo dire che l’Amministrazione di Gambatesa non ha inventato nulla sulla raccolta differenziata, semplicemente abbiamo fatto scelte sulla scorta dell’esperienza di altri Comuni. Oggi, i comuni che differenziano sono la maggioranza, anche in Molise. Nell’area del Fortore, gli unici ancora fermi al palo eravamo noi e Tufara…

Veniamo al dunque.

Posso da subito rassicurare riguardo al discorso plastica e alluminio. E’ evidente che si tratta di materiali diversi. I centri di raccolta, come l’impianto di Montagano, sono però attrezzati per l’ulteriore separazione. Il materiale recuperato viene avviato alla vendita ai consorzi e rappresenta una fonte di guadagno per i gestori dell’impianto stesso. Impossibile quindi che possa essere classificato come indifferenziato. Evidentemente quanto riportato è frutto di fraintendimento dei nostri operatori, come d’altronde confermato da una mia telefonata direttamente in discarica.

Le modalità di raccolta vengono proposte dalle cooperative in base ai sistemi tecnologici in uso presso gli impianti di smaltimento. Tant’è vero che questi due materiali, plastica e alluminio, vengono raccolti insieme in altri Comuni, come ad esempio fa la SEA a Campobasso (http://www.seacb.it/raccoltadifferenziata.aspx. Altri impianti in altre regioni, invece, l’alluminio lo raccolgono insieme al vetro. Altri, più rari, effettuano la raccolta così detta “multimateriale”, raccogliendo insieme plastica, vetro e metalli, per poi procedere al recupero con particolari sistemi che sfruttano le caratteristiche fisiche dei materiali, come il diverso peso specifico (ad esempio per separazione magnetica, aspirazione, immersione).

Abbiamo scelto di avviare la raccolta differenziata per contribuire anche noi nel nostro piccolo a risolvere due questioni di interesse generale: diminuire il consumo delle materie prime, ridurre le quantità indifferenziate destinate alle discariche e agli inceneritori.

Ma perché abbiamo scelto la modalità porta a porta?

Come sappiamo la principale alternativa al porta a porta è la raccolta differenziata stradale tramite cassonetti di quartiere suddivisi per tipologia di materiale, grossomodo come avveniva qualche anno fa quando il servizio era svolto dalla Comunità Montana del Fortore. Questo sistema risulta essere meno costoso, ma è anche quello che assicura una minore qualità del rifiuto differenziato a causa della poca attitudine alla disciplina dimostrata da noi cittadini che spesso consideriamo un bene di tutti un bene di nessuno. La raccolta stradale con cassonetti è il metodo più utilizzato nelle città poiché l’organizzazione del porta a porta risulta più complessa da gestire. Nei centri in cui la raccolta è più evoluta l’accesso al cassonetto è consentito tramite tessera magnetica, mentre le buste sono dotate di codice a barre attraverso il quale è possibile risalire all’utente. Tuttavia le percentuali di successo della raccolta differenziata con questo sistema si sono dimostrate di gran lunga inferiori al porta a porta. Basta consultare qualsiasi sito internet che ne riporta i dati (esempio http://www.legambiente.it/contenuti/dossier/comuni-ricicloni-2014). Milano è d’esempio e, nonostante le difficoltà, ha avviato il porta a porta dell’umido raggiungendo il 50% di raccolta differenziata, prima in Italia e seconda in Europa (dopo Vienna) fra le città sopra il milione di abitanti. Sono virtuosi (o “ricicloni”) i comuni che raggiungono il 65% di differenziata, mentre vengono definiti “rifiuti free” quelli che superano il 90% (nel 2014 erano 300 in Italia). A tal proposito è bene sapere che l’attuale normativa comunitaria in materia di rifiuti impone ai comuni di raggiungere un tasso di raccolta differenziata pari al 65% entro la fine dell’anno 2020. Per i comuni che non conseguiranno l’obiettivo sono previste penalizzazioni sottoforma di addizionali sul conferimento in discarica.

Ma veniamo al tributo così detto TARI. Innanzitutto dobbiamo sapere che la TARI copre per intero il costo del servizio di igiene urbana. Il costo complessivo del servizio è costituito da un canone annuo fisso dovuto alla cooperativa per lo spazzamento e la raccolta (la convenzione scade il 31/12/2015, per il 2016 è previsto un nuovo bando) e da una quota variabile dovuta ai costi di conferimento dei rifiuti in discarica. Quindi, a differenza di altri tributi come IMU e TASI che, più che degli umori dell’amministrazione di turno, sono il riflesso dei tagli dei trasferimenti dello Stato agli enti locali, una buona parte della TARI dipende dal nostro senso civico e dal nostro comportamento. Una migliore raccolta differenziata significa meno rifiuti in discarica e quindi meno oneri di conferimento. Ciò si traduce in un risparmio per l’amministrazione e quindi per i cittadini. A dimostrazione di ciò, un piccolo risparmio si avrà a partire già da quest’anno grazie alla diminuzione dei costi di conferimento.

Va da sé che maggiore sarà l’impegno della cittadinanza maggiore sarà il risparmio riscontrabile.

A breve andranno in vigore le deleghe che il Comune di Gambatesa ha concesso alla cooperativa per la gestione di alcune tipologie di materiali. L’effetto delle deleghe sarà l’azzeramento dei costi di conferimento in discarica di carta, vetro, plastica e alluminio. Continueremo perciò a pagare solo il conferimento della frazione organica (circa 50 euro/tonnellata) e dell’indifferenziato (circa 90 euro/tonnellata). Grazie al compostaggio domestico (per cui è prevista una riduzione del 30% del tributo) la quantità di organico conferito diminuirà ulteriormente. Fondamentale è quindi ridurre la frazione indifferenziata per la quale è prevista la massima tariffazione di conferimento (90 euro/tonnellata), la stessa applicata prima dell’avvio del porta a porta quando tutti i rifiuti prodotti erano trattati come indifferenziato.

Siamo in una fase di transizione da una modalità di raccolta non più sostenibile ad una nuova in cui la collaborazione dei cittadini è fondamentale. E’ chiaro che ciò comporta qualche disagio in più, ma abbiamo la consapevolezza che da una corretta raccolta ne trarranno beneficio sia l’ambiente sia le nostre tasche. Nel prossimo futuro, quando finalmente verrà erogato il contributo regionale, si provvederà alla realizzazione dell’isola ecologica e all’acquisto degli altri mastelli. In questo modo, mi auguro che i disagi possano via via diminuire e che anche Gambatesa possa entrare presto nel novero dei comuni virtuosi