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Gambatesa. Giornata Del Rifugiato? IO SONO SCAPPATO!!!

Di Vittorio Venditti

Resoconto Da Chi Non E’ Stato Invitato

Avrei potuto evitare questa farneticazione, ma che ci vuoi fare: è più forte di me il voler dire la mia su ciò che è pubblico, anche se ritagliato sui panni di chi ha necessità di mostrare ciò che fa, alla faccia anche di chi ciò lo riconosce fino ad un certo punto.

In Breve:

Oggi pomeriggio, ()come da manifesti e da articoli pubblicati sul sito municipale e prima sul blog gestito dall’attuale addetto alla cultura per l’amministrazione di gambatesa), in paese si è celebrata la “giornata del rifugiato”, secondo un programma che ha vista piazza municipio trasformata in luogo di concerto e le strade adiacenti chiuse con transenne, forse per evitare il rumore del traffico automobilistico che, si sa, nel borgo, in questo periodo, è davvero caotico.

Si doveva cominciare alle diciotto e trenta, (stando a quanto mi era stato riferito), ma la cosa si è protratta per mezz’ora abbondante, quando è iniziata qualcosa che alle mie orecchie sembrava un accordare di strumenti. Abbiamo avuta la giusta erudizione da Luca D’Alessandro che, venuto nel bar Trasce e Jsce, ci ha chiesto di abbassare il volume della voce perché “è in corso un’esibizione di marimba”, per me simile a quelle imbecillate proposte come suoneria dell’iPhone, cosa accettabile per stupidi statunitensi, cosa deprecabile per chi, di musica, (magari antica), disgraziatamente prova da più di trent’anni a masticarne.

La pazienza ha un limite, per cui, verso le otto, io e Totore, abbiamo abbandonato il bar di cui sopra e siamo tornati presso i cafter che, come se niente fosse, avevano la radio accesa per chi voleva sentirla. Lì, abbiamo trovato Donato Sdanghin, Giuseppe zngarell, Michele a Lion ed altri e ci siamo associati a loro, prima che io ricevessi la telefonata di rimpatrio, squillo che mi ha finalmente liberato da qualcosa a me estranea e che per azione degli organizzatori, non mi voleva in campo.

Va detto a tal proposito che se mi leggi assiduamente, puoi tranquillamente esserti fatta un’immagine del mio modo di vedere e di accogliere chi non è nostro compatriota; basti pensare a quanto da noi proposto a proposito della cucina romena, cosa della quale non ti rimetto i link perché sono convinto che tu abbia il diritto di avere la tua libertà nel ricercare gli argomenti, fotografati e descritti secondo le istruzioni di chi ci ha accolti nella sua casa per mostrarci il vivere di un popolo, non proprio differente dai nostri usi e costumi. Io, stasera non sono al convento di san Nicola perché vorrei evitare di partecipare all’ennesima festa dei pezzenti, anch’essa reperibile nell’archivio di quest’inutile sito, anche perché, per presentare seriamente i piatti proposti in quel luogo, sarei stato costretto a lavorare e studiare, per mettere a tua disposizione le informazioni, relative ai piatti proposti ed alle persone che ce li propongono, cosa che in questo periodo, per me, sarebbe deleteria. Se ti va, (e sempre se Totore ha scattate almeno le foto), potrai vedere quanto stanno tutt’ora combinando al convento, entrando nella pagina facebook (Salvatore Di Maria), evitando di tener conto delle manie suicide del Nostro. Io preferisco passare ad altro, non meno importante, cosa che leggerai di seguito.