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7 Ottobre 2019
Enews 594, lunedì 7 ottobre 2019
7 Ottobre 2019
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I Voli Del Rondone 17

Di Marco Frosali

Giro in Sabina

Gli ultimi scampoli di bel tempo e le temperature gradevoli di questo autunno ancora invogliano a fare un bel giretto in moto e così, dopo aver pianificato in linea di massima il percorso, Domenica sei Ottobre recupero il Rondone fresco di ‘revisione’ delle guarnizioni dei coperchi punterie e alle dieci in punto si parte.

Imbocchiamo prima il Grande Raccordo Anulare e successivamente la Salaria, trovandola però molto più trafficata del solito, tanto che in alcuni punti era addirittura bloccata. Pensavo ad un grosso incidente, visto che comunque non erano presenti segnali di lavori stradali, invece…era semplicemente la grossa fiera di Osteria Nuova che si tiene ogni prima domenica del mese!

Lasciata la Salaria dopo pochi chilometri, imbocchiamo una strada secondaria abbastanza curvosa, giungiamo nei pressi del Lago del Turano, dove faccio sosta ad un piccolo piazzale che offre una bella panoramica sul lago sottostante e ne approfitto per scattare una foto, ma mi accorgo anche dell’inefficienza della sistemazione effettuata ieri alle guarnizioni: l’olio esce comunque e i miei pantaloni e stivali già sono belli che imbrattati.

Panoramica del Lago del Turano

Ma io sono un guzzista vecchio stampo e le macchie di olio m’a rimbalzeno e procedendo quindi verso Vallecupola

Panoramica di Vallecupola

raggiungiamo anche il Lago del Salto

Panoramica del Lago del Salto

Panoramica del Lago del Salto

Panoramica del Lago del Salto

dove a Fiumata incrocio per la prima volta due miei idoli di quando ero bambino: i gatti del cartone Mio Mao!

Mio Mao!

Due bei micioni pelosi che miagolavano a botta e risposta! A Fiumata tento un primo approvvigionamento pappale, ma senza successo, così che io e il Rondone siamo costretti a riprendere il giro. Avrei voluto fotografare per l’ennesima volta la diga del Salto, ma ho sbagliato direzione e sono andato dalla parte opposta ed essendo ora di pranzo, decido di provare a trovare posto in uno dei numerosi ristorantini lungo il lago di Borgo San Pietro, ma erano letteralmente presi d’assalto, facendomi desistere.

Imbocchiamo così la SR578 Salto – Cicolana in direzione Rieti, scorgendo dopo pochi chilometri l’insegna di un agriturismo e iniziando ad inerpicarci su una montagna dove, a pochi metri dall’arrivo, la presenza di un ultimo tratto scosceso e dissestato con pietre abbastanza grosse, ci convince che non è il caso. Vabbeh che un po’ di costolette di abbacchio le avrei divorate volentieri…ma di abbacchio, non le mie!

Torniamo indietro e la fame inizia a farsi sentire, d’altra parte sono le tre di pomeriggio. Per fortuna che a Contigliano c’è un bar pasticceria aperto così posso fermarmi per far riprendere fiato al Rondone e per mangiare qualcosa.

Panoramica di Contigliano

Un paio di tramezzini, una mini aragosta con cioccolato e un caffè bastano e così, dopo una mezz’oretta di riposo seduto su una panchina sotto un ippocastano (bella idea, a chi sarà mai venuto in mente di piazzarla proprio sotto un albero che bombardava di castagne ogni trenta secondi?) io e il Rondone riprendiamo il cammino.

Dopo circa un’altra mezz’ora fatta ad andature più che tranquille, eccoci al cospetto dell’interessante Eremo di San Cataldo, nei pressi di Cottanello, scavato all’interno di una montagna.

Panoramica di Cottanello

Cottanello: Eremo di San Cataldo

Cottanello: Eremo di San Cataldo

Cottanello: Eremo di San Cataldo

Posteggio il Rondone e salgo le scale che dalla strada portano su e trovo un gruppetto di circa dieci signore in attesa che aprisse. Chiedo se sapessero a che ora avrebbe aperto, ma alla loro risposta negativa decido di vederci chiaro, informandomi tramite google e scoprendo con nostro rammarico che bisognava prenotare una visita tramite il locale ufficio turistico, che però a quell’ora era chiuso. Dopo aver fatto una foto al gruppetto scendo al parcheggio e, incassati gli apprezzamenti di due delle signore presenti al Rondone che al momento di partire si spegne con uno scoppiettio dal carburatore, decido di fare un giro a Cottanello per perdere un po’ di tempo.

Varcato l’arco di ingresso al centro

Cottanello: Arco di Ingresso al Centro

Cottanello: Chiesetta di San Luigi

Cottanello: Archi in Pietra del Centro

mi accoglie un silenzio assordante, spezzato ogni tanto dal canto dei grilli, che qui sono belli grossi e anche numerosi!

Uno dei Grilli di Cottanello!

A giudicare dal silenzio che rimbombava in ogni caratteristico vicoletto interamente in pietra

Cottanello: Vicolo del Centro

Cottanello: Vicolo del Centro

Cottanello: Vicolo del Centro

Cottanello: Vicolo del Centro

Cottanello: Vicolo del Centro

Cottanello: Vicolo del Centro

Cottanello: Vicolo del Centro

Cottanello: Vicolo del Centro

Cottanello: Arco in Pietra del Centro

Cottanello: Chiesa di Sant’Andrea Apostolo

sembra quasi che Cottanello sia un paese disabitato. E’ talmente tranquillo che quattro ragazzine, sedute su una panchina adiacente a dove avevo parcheggiato il Rondone, studiavano la storia dell’Unità d’Italia!

Beh…per combattere il mosciore locale, non c’è niente di meglio da fare!

Proseguendo il giro, posso visitare il passaggio che si trova al di sopra della cinta muraria che circonda il piccolo borgo

Cottanello: Passaggio sulla Cinta Muraria

Cottanello: Passaggio sulla Cinta Muraria

Cottanello: Passaggio sulla Cinta Muraria

Cottanello: Torre della Cinta Muraria

Cottanello: Cinta Muraria

per poi far ritorno al parcheggio, notando però la presenza di una specie di container che altro non era che il sistema utilizzato in loco per la raccolta differenziata: un compattatore in cui conferire i rifiuti differenziati utilizzando una tessera personale. Non ho capito se li porta direttamente l’utente o c’è un altro sistema, dato che i vicoletti del centro sono molto stretti e non credo che una piccola macchina riesca a passarci!

Area Ecologica a Cottanello

Recuperato di nuovo il Rondone, proseguiamo il cammino passando da Casperia

Panoramica di Casperia

e Poggio Mirteto, dove anziché dirigermi verso Passo Corese e riprendere la Salaria, mi sbaglio andando verso Torrita Tiberina da cui appunto proseguo lungo la Tiberina, più trafficata e meno scorrevole. Ma non tutti i mali vengono per nuocere: noto che il fondo stradale della Tiberina è bagnato, segno che ha piovuto da poco, ma i nuvoloni sono ad Est per cui, molto probabilmente, se avessi fatto la Salaria mi sarei preso lo sgrullone!

E così, dopo circa duecentosettanta chilometri, io e il Rondone torniamo sani e salvi a casa anche questa volta. L’unica cosa è che mi toccherà di nuovo smontare i coperchi delle valvole e cercare di sistemare sto maledetto trafilaggio di olio.

Al prossimo giro!