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Alcolismo, Droga e Disagio Giovanile a Gambatesa

Di Vittorio Venditti

Sicuro che è tutta colpa dei bar?

Tempo a dietro, in convegni e su altri blog, si è già discusso dei temi che ho riportato nel titolo.
Da allora, sembra che non sia cambiato nulla; chi si ubriacava si ubriaca, chi fumava le canne ne fa ancora uso, chi si lamentava per l’orario di chiusura dei bar, ora fa la stessa cosa.

Dal canto suo, l’amministrazione municipale, ligia al dovere di rispettare le leggi che le hanno imposto e che si è dovuta imporre, (così come i nostri politici in genere), continua bellamente a trascurare le ragioni di certe richieste, (siano esse esplicite che implicite, sia che provengano da simpatizzanti dell’opposizione che da giovani e meno giovani appartenenti alla maggioranza che ha voluta la stessa compagine ora al governo di Gambatesa), preoccupandosi, quest’amministrazione, esclusivamente di garantire una parvenza di sicurezza, ovviamente riducendola ad una sola parte del paese.

Già su altro blog, e con nik name, io scrissi un articolo di allarme, il cui unico effetto ottenuto, a tre mesi dalla pubblicazione, (il tempo di scoprire chi era il delinquente che si nascondesse dietro quel nik!), è stato quello della mia convocazione presso la locale caserma dei carabinieri, perchè come persona informata sui fatti, e senz’alcuna querela dalla parte lesa, io comunicassi i nomi dei “soliti noti”, che, in barba alle telecamere messe dal municipio a copertura di una certa zona di Gambatesa, avevano spostato il loro raggio d’azione in altra parte del paese stesso.

Per inciso: A beneficio degli stessi carabinieri, e del solerte “magistrato” che, a loro dire, avrebbe richiesta la mia “consulenza”, sapere quanto ho esposto sopra, mi è costato cinque minuti del mio tempo.
Ciò, grazie ai miei valenti “servizi segreti”, molto meglio organizzati dei vari “sisde”, “sismi” e “si… se provasse a lavorà!…
AH, il mio valente “servizio segreto”, è talmente segreto che ve ne posso comunicare il nome:
“segreto di Pulcinella”!.

(che fatica, tornare ad essere seri!…

Converrai con me, che, almeno in questo caso, più che Ulisse, mi sarei dovuto chiamare Cassandra, avendo previsto e riportato pubblicamente, quanto, poi, si è puntualmente verificato.

Al di là delle risposte che, ovviamente non ho fornito, (non faccio il carabiniere, quindi, non sono tenuto ad indagare per conto terzi, o per conto di fantomatici “magistrati”, chiamati a diretta responsabilità da chi mi ha voluto interrogare, ma eventualmente solo per mia difesa personale), dicevo: al di là di ciò, a mio avviso, (e non solo mio), si sta accuratamente evitando di affrontare il problema di fondo, spero in modo non voluto.

Qual’è questo problema?
Presto detto.

I nostri piccoli paesi, hanno una vera vivibilità.
Questo fatto, a suo tempo, è stato riconosciuto anche dalla conferenza episcopale del molise, quando, in un documento, definì la nostra regione: “terra vivibile”.

D’altra parte, questa troppa vivibilità, ha lasciato spazio al nulla, non certo compatibile con la vita dei pochi giovani che, vuoi per tigna, vuoi per forza di cose, sono rimasti a vivere nei nostri paesi.

Ho già detto, di sperare che questo nulla, non sia voluto di proposito dalle istituzioni, politiche, religiose, ecc, presenti nella nostra regione.

Perchè allora ci ribatto?

Perchè, come accaduto nei mesi scorsi, ho notato che, più che alle cause, si bada agli effetti e agli eventuali tornaconti.

Così, una conferenza sull’alcolismo, organizzata nei primi mesi di quest’anno al centro sociale della nostra parrocchia, si è trasformata in uno spot per la costituzione di un centro per alcolisti anonimi, e, al mio voler spostare il tema sulla causa dell’alcolismo, il nostro parroco mi comunicava che stavo andando fuori tema.

Così, al mio all’armare il paese per il probabile (poi avvenuto) spostamento dei “soliti noti”, in posti non coperti da videosorveglianza, anzichè un diverso pattugliamento del paese, i nostri carabinieri, hanno pensato bene d’indagare chi aveva avvisato di certi propositi, innalzando un bel muro di gomma a difesa di quei soliti noti.

Sì, perchè al mio dire che, già da tempo, nei vicoli del centro storico del nostro paese, si potevano notare buttate in terra, cicche di sigarette “farcite”, il maresciallo che mi aveva chiamato a rispondere, dopo avermi chiesto di cosa si trattasse e annotata la mia spiegazione nel verbale, che, ovviamente, si è premurato di non consegnarmi in copia, candidamente mi fermava nel mio dire, adducendo che, se avessi voluto fare una segnalazione del genere, magari in un altro momento, avrei dovuto “produrre regolare denuncia”.
Come se in quel momento, stessi cantando al festival di Sanremo!…

Non voglio tediare Te, che hai la pazienza di leggermi, perchè, se dovessi parlare dei risvolti di tutta questa storia, dovrei anticipare il carnevale.
Ti dico solo che, al termine del nostro “colloquio, protrattosi per più di un’ora, nel congedarmi dai carabinieri, avendo la gola secca per le troppe inutili chiacchiere dette, ho chiesto loro se potessero offrirmi una birra!…
Purtroppo, hanno opposto rifiuto.

Perciò, senza indugi, passo alla parte più tragicomica del problema.

La chiusura dei bar.

Questi luoghi, almeno secondo la politica e la religione oggi onnipresenti nel nostro vivere, sono la cosa più peccaminosa e criminale di tutta la storia.
I nostri bar, l’unico vero libero punto di ritrovo e socializzazione del nostro paese, invece di essere regolamentati, come per altro accade nei paesi limitrofi, Pietracatella docet, vengono messi sotto tiro, e, quando va bene, costretti a chiudere, con formule non distanti da quelle imposte durante i regimi dittatoriali.

Non parliamo poi, di cos’è accaduto in particolari momenti, ad esempio, la sera in cui l’INTER ha vinta la Coppa dei Campioni.
In quel caso, scoccate le ventitré, abbiamo assistito quasi ad una retata, tanto, da farmi sospettare che, più che voler evitare le manifestazioni di giubilo di noi interisti, si volesse condannare la grande INTER, per la Vittoria appena ottenuta.

Tra le cose che mi danno da pensare, spicca il fatto che i carabinieri in servizio quella sera, risultino essere tutti di cittadinanza italiana, senza particolari simpatie per le squadre teutoniche.
(tutto ciò, frutto delle indagini svolte dal mio “servizio segreto” di cui sopra).
Forse qualcuno dei nostri persecutori é di fede romanista?…
In tal caso, la nostra magnanimità, (nel senso che, noi magnamo e beviamo, anche molto, come C G Pelle comanda), ci permette di perdonare le loro insignificanti gesta.
Tra l’altro, ora, i Nostri, dovrebbero essere anche più miti ed accondiscendenti, visto che, la sopra dichiarata magnanimità, ha loro donata la “vittoria…”, nell’ultimo scontro diretto.
Per inciso: vi abbiamo fatto vincere! ma non prendete la cosa come “vizio”!

Volendo tornare seri.

Cosa si fa nei nostri bar?

Quello che si fa, ad esempio, anche a Pietracatella, Riccia, San Marco la Catola ecc, cose normalissime!
Si discute con gli amici del più e del meno, e, nel frattempo, si beve qualcosa.
Quel, “qualcosa”, per il tempo che si trascorre nel locale, può diventare “molto”, a volte “troppo”.
Se il tempo a disposizione è abitualmente lungo, il “troppo” può diventare la norma.
Le altre sostanze, (che, più passa il tempo, più risultano di moda fra chi desidera farne uso), che vengono spesso mischiate alle bevande assunte per stordirsi, grazie a Dio, sono bandite dai bar e dai locali pubblici in genere.
Ciò, con grande soddisfazione per il mio naso ed il mio stomaco che, Pur facenti parte di un corpaccione di fede e convincimento Cristiani, quindi, incline al Perdono, alla presenza di queste droghe,, in modo totalmente anarchico, scatenerebbero sicuramente in me un reale istinto omicida, rivolto agli assuntori di tali schifezze.

A detta dei nostri politici, o religiosi, che dir si voglia, è da quei “luoghi di perdizione” che partono coloro che ubriachi ed accannati, provocano le stragi del sabato sera.

Da altre parti, nel novanta per cento dei casi è vero, ma, a questi ben pensanti, voglio dire di svegliarsi, guardando innanzitutto al fatto che, se ci si vuol ubriacare, lo si può fare spendendo molto meno, e potendo acquistare quanto si vuol ingurgitare, nei supermercati, ovvero, procurandosi il buon bere nelle proprie cantine in maniera gratuita!

Si parla, poi, di un mancato accordo fra i gestori dei bar, che porterebbe a discordie tali, da costringere all’intervento i carabinieri, distogliendoli dal loro lavoro ordinario; discordie che, ancora, impedirebbero all’amministrazione municipale di legiferare con serenità, per dare maggior libertà d’azione ai nostri baristi, pur rispettando le leggi vigenti in materia.

Vero, è anche quanto detto, lo posso testimoniare direttamente, avendo (la mia famiglia) gestito un bar a gambatesa, circa venti anni fa, e avendo visto che, in tutto questo tempo, nulla è cambiato.

Ma siamo sicuri, che tutto questo astio fra baristi sia l’unico vero motivo di tanta repressione?
E poi, la domanda di fondo, “perchè, chi lo fa, si ubriaca”!, non resta sempre senza risposta?

La seconda domanda è, almeno per ora, palesemente non risolta.
Per ciò che riguarda la prima, nel mio piccolo, credo che non sia Quanto sopra esposto il motivo cardine.
Nò, perchè sarebbe sufficiente eliminare le ragioni per cui si è costretti a stare insieme esclusivamente al bar, per ottenere:
1°: l’eliminazione della necessità di prorogare l’orario di chiusura dei bar stessi, ciò, per mancanza di clienti;
2°: la riduzione del lavoro richiesto ai carabinieri per il mantenimento dell’ordine pubblico;
Per inciso: diventerebbero del tutto inutili anche le telecamere che proteggono la parte del paese, cara a chi ha voluto spendere soldi pubblici, altrimenti meglio utilizzabili.
3°: un generale aumento della produttività giovanile, basato sul fatto che, il giorno successivo alla mancata baldoria, il
protagonista di tante bisbocce, si sveglierebbe vispo, riposato e volenteroso di studiare o lavorare.
Forse, in modo semplicistico e populista, penso di aver data un’umile risposta anche alla domanda di fondo.

A questo punto,, l’unica soluzione che mi rimane, è quella di rivolgermi direttamente ad Emilio Venditti.

SINDACO!

tu che, a torto o a ragione, più volte, sei stato chiamato in causa, (non solo dall’opposizione), cosa proponi in merito? (considerando la soluzione “Convento Di San Nicola, una inter pares alle altre, proposte nei “convegni” di cui ho parlato in precedenza).

Lo chiedo a te, per due motivi.
1°: Perchè, essendo tu il Cittadino eletto dalla maggioranza di noi gambatesani, sicuramente sarai stato votato anche per dare una mano a risolvere questo annoso problema;
2°: perchè, dopo quanto esposto, oltre a te, che devi dar conto della tua elezione, non ritengo che vi siano altre persone, idonee a risolvere il problema, tenendo conto delle modalità che il caso stesso impone; anzi, proprio alla luce di quanto ho detto sopra, sono sempre più convinto del fatto che sia altamente necessario diffidare di ciarlatani che, dall’alto delle loro cariche, certo, non ricevute secondo i canoni della democratia, piuttosto, almeno nella maggior parte dei casi, secondo le imposizioni dettate dal libero mercato, pensano di catechizzare la gente, dimenticando di dover essere umili nel farlo, e, soprattutto, non accorgendosi, chissà quanto volutamente, di non far più presa nelle menti deluse di chi dovrebbe ascoltarli.

Come Obelix a cena, mi sono voluto “mantenere leggero”.
Perciò, scusate se è poco!