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San Pio Anticipato

Di Vittorio Venditti
(Foto), Di Salvatore Di Maria

Per Dovere Di Cronaca Paesana

Padre Pio

Oggi anticipiamo una festa fatta quasi per forza, e normalmente celebrata con una passeggiata per il paesello, con in testa la statua di chi, (non mi stancherò mai di ripeterlo), prima arrestato dai mastini di santa romana chiesa, ora viene lodato per ottenerne i vantaggi economici da Lui derivati.

La passeggiata in questione, fino allo scorso anno si è tenuta il pomeriggio successivo all’ora della morte di Padre Pio, circa le due e mezza antimeridiane del ventitré settembre: (Qui l’ultima manifestazione).
Quest’anno, (il perché non ci compete), la passeggiata pomeridiana in onore del Nostro, è stata anticipata al giorno prima.

Poco dopo l’una di oggi pomeriggio, mi sono trovato faccia a faccia con Antonio Di Mauro, oggi frate, da noi della C G Pelle, scherzosamente chiamato “Fra C’ncion da Gambatesa”, per i suoi trascorsi che ce lo rendono assolutamente simpatico.
Nel sorbire un caffè, ho chiesto dunque al Nostro, il perché, secondo lui, di tal anticipo.
Antonio, con aria vagamente rassegnata, mi ha risposto: “mah! Già c’è poca gente la domenica: Figuriamoci se la processione ci fosse stata di lunedì!”, come se Padre Pio, (o San Pio, come lo chiamano i suoi aguzzini), fosse stato più o meno contento della cosa.

Va beh! Fra un paio d’ore vedremo passare anche questo corteo…

In definitiva: A gambatesaweb, i fatti interni ai rapinatori di quel sant’uomo poco interessano; più importante è fotografare l’ipocrisia di questa gentaglia, utile a chi non sa come passare una domenica pomeriggio, altrimenti meglio trascorsa, come tutte le domeniche che Dio ci dona, giorni passati in attesa del giorno successivo, per grazia di Dio per l’appunto, a noi donato per andare a guadagnarci da vivere, sotto la sua protezione, scevri da altre e più mafiose pseudo protezioni, che ci mostrano il danaro da noi guadagnato come sterco del diavolo, perciò, a dire di chi se ne intende, “cosa che solo la chiesa può raccogliere”, cosa a cui noi non badiamo, perché non degna di alcuna forma di fede.