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Dal Principe Alla Magnata

Di Vittorio Venditti
(Foto), Di Salvatore Di Maria E Marco Frosali

Quando Una Serata Moscia Si Trasforma In Una Bella Serata

Il sabato gambatesano generalmente è da dimenticare; già durante i canonici cinque giorni lavorativi, combattere e pensare ai “Servizi migliori che la zozzetta ci offre, fa rivoltare lo stomaco e per questo, aspetto la fine della settimana, nella speranza di trovare qualcosa di buono da fare per evitare di riflettere sul peggio di questi paesi. Spesso per ovviare al problema, noi ce ne andiamo a Tufara, dove almeno c’è gente che ci regala un minimo di rispetto ed amicizia. E’ in quest’ottica che ieri pomeriggio, approfittando del fuori programma che segue, abbiamo deciso di variare il nostro menu, sostituendo alla stasi di paese, un po’ di sana allegria di città.

Il Principe, Più Là Che Qua

Avevamo saputo che un nostro amico di banchetto, quel Giuseppe Corvelli, (ciccon o il principe che dir si voglia), era stato ricoverato in ospedale per un’operazione d’ernia inguinale; io, Totore e Donato, senza perder tempo decidiamo di andarlo a trovare, pur sapendo che oggi sarebbe stato dimesso. Così facciamo e nell’arrivare a Campobasso, vengo raggiunto da una telefonata di Marco che mi avvisa della sua presenza in loco, il Nostro è venuto a prendere la sua sara per portarsela a Roma. Io gli dico del progetto e lui si associa senza se e senza ma, per cui lo andiamo a raccattare e ce ne andiamo tutti e quattro a Tappino da Giuseppe, essendo arrivato nel frattempo l’orario delle visite.

Il Principe E I Monatti

Arrivati nella stanza principesca, iniziamo a chiedere della salute del nostro amico, contenti di vederlo bene; iniziamo anche a prenderlo in giro e lui di rimando ci chiede di non farlo ridere perché la ferita dell’operazione gli fa ancora male.

Passata un’ora piacevole col nostro amico nasone, lo salutiamo e Marco ha subito un’altra idea: Perché non andare a mangiare insieme una pizza? Detto fatto: Decidiamo di andare dal nostro amico Michele Marzitelli che ha il suo esercizio in contrada Sant’Antonio Abate a campobasso; a me viene l’idea di chiamare anche la Mina Vagante che però declina l’invito per precedenti impegni presi.

Stuzzichini

Arrivati da Michele, ordiniamo un primo giro di mangiatoria,

C'Ncion!

e la relativa bevanda, che ci viene servita in boccali da mezzo litro, come si conviene alla C G Pelle,

Stuzzichini

birra accompagnata da ancora altro materiale commestibile

Quando Io Ho Fame

ed io arrivo ad essere me stesso quando mi va di strafare.

La serata scorre piacevolmente fra una chiacchiera e l’altra e finalmente arriva il mio ex compagno di corso di Centralino, quel Michele Marzitelli che ha avuto il vero coraggio di essere Uomo: Al posto fisso e deprimente di centralinista, (cosa che per esempio per me è risultata poi obsoleta, visto che da dieci anni ho cambiato lavoro), il Nostro ha preferito il vero saper fare, quell’occupazione familiare, prima di fornaio e poi di ciò che ne è venuto a seguire, da un certo punto di vista davvero invidiabile e sicuramente più redditizia, in senso economico, ma soprattutto se pensiamo alla vera realizzazione di chi, con il suo Vero Operare, si è costruita una vita ed una bella famiglia.

Io E Michele

A fine serata, eccoci con Michele che nel frattempo, oltre ai nostri ordini, aveva portato di tutto di più, proprio in ricordo della nostra trentennale amicizia; a tutti è mancata la presenza di Mario, ma contro la forza, la ragione non vale!

Poco dopo la mezzanotte, fatti gli auguri di buon compleanno a Totore che oggi taglia il traguardo dei quarantun anni, salutato Michele e riaccompagnato Marco presso la sua abitazione campobassana, il magico trio rientra a Gambatesa per passare altre due ore e mezza a casa di Totore a bere per festeggiare il sopraggiunto e già richiamato compleanno.

Se fossimo rimasti a gambatesa?

Già ieri mattina, entrando nel bar trasce e Jsce per il solito aperitivo, nel trovarci di fronte i due componenti della leccheria, (“Stretti stretti, nell’estasi d’amor”, ci mancava solo che si dessero un bacio per la loro natura, alla francese ed avremmo vomitato per il ribrezzo), lo stomaco era in subbuglio; restando qui, ci saremmo ammosciati, magari pensando ai servizi migliori offerti da un’amministrazione che moscia è e moscia resta.