Dimenticate Che Fu San Giuliano: Voi Protestate? NOI RESISTIAMO!!!
7 Dicembre 2017
TENNISTAVOLO. C2 Maschile, Sesta Giornata: ASD TT ISERNIA IN VETTA ALLA CLASSIFICA
7 Dicembre 2017
Mostra tutto

Democratica

Della Redazione Di Democratica

n. 87 Giovedì 7 dicembre 2017
“Quando moriremo nessuno ci verrà a chiedere quanto siamo stati credenti ma credibili” (Rosario Livatino)
Non torneranno
Antifascismo Occorre reagire alla minaccia nera: dopo l’aggressione a Repubblica, più forti le ragioni della manifestazione di sabato a Como
A PAGINA 4
IL COLLOQUIO
Fassino: “Pisapia? Non c’erano ragioni per rompere”
Parla il dirigente del Pd che lavora ad un centrosinistra largo: “Una scelta che va rispettata. Avevo registrato convergenze
significative sui contenuti, hanno pesato
ragioni anche personali”
A PAGINA 2
L’EDITORIALE /1


Il Partito democratico a viso aperto
Mario Lavia
NNon è giusto definire “una pantomima” il tentativo del Pd di raggiungere intese con gruppi e personalità politicamente vicini. L’operazione andava fatta ed è stata condotta con onestà e convinzione da Piero Fassino. Alla fine, tirate su le reti, non è andata come il Pd avrebbe desiderato. La vicenda di Giuliano Pisapia è finita tristemente e c’è da chiedersi se le persone che egli aveva radunato intorno avessero davvero reciso il legame politico e psicologico con la sinistra estremista. L’ex sindaco non ha saputo “dirigere” il suo gruppo e alla fine ha dovuto gettare la spugna. Peccato, innanzi tutto per lui. Muore l’esperienza di Campo progressista e nello stesso giorno evapora anche Alleanza popolare con l’uscita di scena di Angelino Alfano. A PAGINA 3
L’EDITORIALE /2

Migranti, che differenza fra Firenze e Roma
Luciano Nobili
AAbbiamo ancora tutti negli occhi e nel cuore le immagini dello sgombero dei rifugiati che occupavano lo stabile di via Curtatone a Roma avvenuto in piena estate, lo scorso 19 agosto. Gli scontri, le proteste, le donne sdraiate sull’asfalto, i bambini terrorizzati, le ong impegnate a offrire assistenza, i feriti, i movimenti per la casa a soffiare sul fuoco e un grande, incredibile assente: il Comune di Roma, il sindaco Raggi. A PAGINA 7
M5S
Tutte le giravolte su Europa e banche

A PAGINA 5
Politica
Intervista a Piero Fassino
“Pisapia? Una scelta che va rispettata, ma non c’erano ragioni per rompere”
Giacomo Rossi CONDIVIDI SU
IIeri Giuliano Pisapia ha deciso di rinunciare al progetto di Campo Progressista, quello di riunire le forze a sinistra del Pd per creare un’alleanza ampia di centrosinistra. Ne abbiamo parlato con Piero Fassino, che per il Pd si è occupato di tessere la difficile tela delle alleanze. “Pisapia ha scelto di fare un passo indietro ed è una scelta che va rispettata – spiega l’esponente dem – anche se nei colloqui che avevamo avuto si era realizzata una convergenza su punti significativi, tra cui una serie di misure di rafforzamento alle tutele sociali già introdotte nella Legge di Bilancio, l’intesa per l’approvazione del Testamento biologico e l’impegno per portare all’esame del Senato il testo sullo Ius soli”.
In effetti l’annuncio di Pisapia è avvenuto proprio il giorno dopo la calendarizzazione dei due provvedimenti fortemente voluti dall’ex sindaco di Milano
Una settimana fa non avevamo nessuna certezza sulla possibilità di mettere all’ordine del giorno del Senato il Testamento biologico e lo Ius soli, oggi questa certezza c’è.
Forse proprio l’ordine dei lavori può aver
Lavoreremo per coinvolgere altre forze politiche in una coalizione larga e inclusiva
anche un’interlocuzione con +Europa di Emma Bo-
infastidito alcuni componenti di Campo
nino.
progressista?
Perché abbiamo messo prima il Testamento bio-
Nella sua dichiarazione di ieri Pisapia si è
logico? La risposta è semplice: ad oggi la maggio-
rivolto a chi aveva creduto al suo progetto e
ranza per approvare questo provvedimento c’è.
che ora potrebbero guardare al Pd
Se avessimo messo prima lo ius soli avremmo ri-
Ci rammarichiamo del passo indietro dell’ex sin-schiato di paralizzarci. Invece con questo program
daco di Milano ma questo non fa venir meno l’o-
ma avremo la certezza di approvare il Testamento biologico.
Uno dei temi che Pisapia e Campo progressistia avevano invocato era una minore esposizione di Alfano. Con il passo indietro annunciato dal leader di Ap, sembrava fosse saltato anche un altro impedimento per la riuscita dell’intesa.
Vista oggi, a 24 ore di distanza, le reali ragioni per l’interruzione per la collaborazione non sembrano esserci. Probabilmente è subentrata una valutazione personale, accanto a quella politica, che va rispettata.
Con il passo indietro di Campo progressista, il lavoro del Pd per le alleanze non si esaurisce…
Noi continuiamo a lavorare per una coalizione larga e inclusivia.
Romano Prodi
“Il processo va avanti, è utile e importante per il Paese”
dispiace per Giuliano
“Mi
Pisapia. Non è stata una
defezione perché non aveva ancora deciso. Ma il processo va avanti. Si tenterà di nuovo perché è importante e utile al Paese”. Ha dichiarato questa mattina l’ex presidente del Consiglio Romano Prodi.
Stiamo lavoando per un aggregazione civico-progressista formata da Verdi, Socialisti e dai settori di Campo progressista che continuano a lavorare con noi. A partire da Massimo Zedda sindaco di Cagliari. Lavoriamo con i centristi di Casini, Alternativa popolare e con Dellai di Democrazia solidale per un raggruppamento progressista moderato. Abbiamo
biettivo di aprirci alla società. Lavoreremo per coinvolgere e includere. E’ interesse del centrosinistra di avere radici forti nella società.
Questo finesettimana il centrosinistra si ritroverà unito di fronte alla minaccia dell’avanzata del populismo estremista. Sabato 9 dicembre il PD ha convocato una manifestazione a Como in seguito agli ultimi episodi di intimidazione ad opera di neofascisti. Un’iniziativa a cui hanno risposto in molti, tra cui proprio Campo progressista e Mdp. Considero molto importante che molte forze politiche abbiano accolto l’appello del Pd. Ci sarà uno schieramento largo che farà sentire la sua voce che dirà che l’Italia non vuole finire nelle mani di un populismo estremista.
LEGGI
SU DEMOCRATICA.COM
Il Partito democratico a viso aperto
Benedetto Della Vedova Forza Europa e Radicali Italiani
Vogliamo “più Europa”, l’unica alleanza possibile è con il Pd
Mario Lavia CONDIVIDI SU
NNon è giusto definire “una pantomima” il tentativo del Pd di raggiungere intese con gruppi e personalità politicamente vicini. L’operazione andava fatta ed è stata condotta con onestà e convinzione da Piero Fassino. Alla fine, tirate su le reti, non è andata come il Pd
avrebbe desiderato. La vicenda di Giuliano Pisapia è finita
tristemente e c’è da chiedersi se le persone che egli aveva
radunato intorno avessero davvero reciso il legame politico
e psicologico con la sinistra estremista. L’ex sindaco non ha
saputo “dirigere” il suo gruppo e alla fine ha dovuto gettare
la spugna. Peccato, innanzi tutto per lui. Muore l’esperienza
di Campo progressista e nello stesso giorno evapora anche
Alleanza popolare con l’uscita di scena di Angelino Alfano.
Due simultanei abbandoni che lasciano libere le schegge
interne di guardare chi ha destra chi a sinistra, a dimostra
zione che siamo in una fase davvero imprevedibile della
politica italiana.
Altri confermano la scelta di allearsi con il Pd -radicali, socialisti, personalità di sinistra, amministratori, verdi, cattolici democratici – per cui dire che “Renzi è solo” è una falsità. Ma qui il discorso merita qualche approfondimento.
Bisogna chiedersi se il tempo delle coalizioni così come le abbiamo conosciute negli anni Novanta (l’’Ulivo, il Polo) non sia definitivamente tramontato. Forse alcuni dirigenti del Pd si sono illusi che fosse possibile ripercorrere vecchie strade. Fare uno più più uno più uno. Ma non è (più) così che si vincono le elezioni.
In fondo, se un partito come il M5s si fa forte del rifiuto non solo delle coalizioni ma persino delle alleanze, e anche per questo ha consenso, qualcosa vorrà pur dire. Se nasce un partito come Liberi e Uguali, pur nella sua dimensione più ridotta, che fa dell’isolamento una sua bandiera ideologica, anche questo qualcosa vorrà dire. E se ci pensiamo bene anche la Lega e Forza Italia stanno in un certo senso “andando da soli”, dato che fanno due campagne elettorali diverse tenute insieme per ragioni di potere in una finta coalizione. E sarebbe dunque singolare se proprio il Pd, partito nato e cresciuto nell’idea della vocazione maggioritaria, avesse paura di scendere in campo a viso aperto, con le proprie bandiere, nel rapporto diretto con l’opinione pubblica. Con le persone in carne e ossa.
Il treno che ha portato in giro per il Paese Matteo Renzi e i dirigenti del Pd in questo senso è stato utile a rinsaldare rapporti con i cittadini veri, direttamente e senza la mediazione dei talk show. La stessa manifestazione antifascista di sabato a Como è una risposta assolutamente necessaria a un’insorgente problema politico e di ordine pubblico – come si è visto con la sceneggiata sotto Repubblica – ma anche un modo per rimettere al centro della scena le persone che hanno qualcosa da dire.
Politicismi a parte, il punto vero è proprio questo: il rapporto fra il Pd e la società. E’ questo, più che il giochino dei cartelli elettorali, il vero banco di prova per i dem. I cittadini giudicheranno un partito, quello che ha fatto, quello che vuol fare. Valuteranno un gruppo dirigente, non solo il leader (anche questo è cambiato dagli anni Novanta). Delle alchimie politiciste non gli frega più di tanto.
E allora se tutto questo è vero l’insuccesso dell’operazione-Pisapia e l’abbandono di Alfano devono essere valutati nella giusta luce. La situazione non è sostanzialmente cambiata. Caso mai, il quadro è più chiaro. E questo è un bene per tutti.
UUna forza europeista come quella che si va configurando in “Più Europa”, la lista su cui abbiamo lavorato con Forza Europa e Radicali Italiani, ha un solo interlocutore possibile: il Partito Democratico. Il PD, pur con contraddizioni e distinzioni che
non abbiamo mai nascosto, continua a guardare all’Europa come soluzione e non come problema. Oggi noi abbiamo posto un punto cruciale che riguarda l’accessibilità per tutti alle elezioni e dunque alla democrazia in Italia. Chiedendo che si intervenga, come già accaduto in passato, per almeno ridurre il numero di sottoscrizioni richieste. Nel momento in cui si affronterà in modo positivo il tema delle firme e dunque della possibilità di una presentazione della lista, discuteremo di apparentamenti elettorali.
Riccardo Nencini Partito Socialista Italiano
Daremo vita a un progetto davvero riformista e laico
UUna coalizione riformista, europea e laica è il progetto politico che ci apprestiamo a fare. Per un Pisapia che esce c’è tutto un mondo, il nostro, che non si arrende ad un union sacree della destra.
Gian Luca Galletti Centristi per l’Europa
I risultati ottenuti ci spingono ad andare avanti insieme
A
l Paese serve una coalizione forte in grado di proseguire il percorso di riforme avvia­to dai governi di questa legislatura. Abbiamo lavorato senza proclami e mostrato la differenza tra enunciare e affrontare i problemi: c’è chi ha per­so quattro anni in polemiche inutili e chi invece ha affrontato con coraggio le questioni del lavoro, dei giovani, di un nuovo sviluppo sostenibile. Oggi sono i dati economici a dirci che le condizioni per l’Italia migliorano, che ripartono gli investimenti, che crescono gli occupati. Tutto è perfettibile, ma fermare questo tragitto riformista significa mettere a rischio tutti gli sforzi fatti per restituire all’Ita­lia il suo ruolo in Europa e a tornare a un passato di leggi spot e di suggestioni demagogiche. Il pericolo è mai come oggi il populi­smo, è chi alza muri e mette veti, chi semina paura e rievoca pagine buie della nostra storia, chi prende in giro i cittadini inondando la rete di fake news. I moderati, quelli veri, vogliono parlare ad un elettorato di riferimento ampio, spesso silenzioso, ma presente nel Paese. Dobbiamo restituire loro la fiducia nella politica ed è questo l’impegno che contraddistingue i Centristi per l’Europa.
Giacomo Portas I Moderati
Non possiamo consegnare il Paese a Berlusconi o Di Maio
S
osteniamo il Pd da 12 anni, e con­tinueremo a farlo lealmente. Fra Berlusconi o Di Maio non ho dub­
bi: il Governo Renzi ha fatto cose concrete per migliorare il Paese dal punto di vista economico e sociale. Per questo non faremo una nostra lista ma lo appoggeremo senza tentennamenti.
LEGGI SU DEMOCRATICA.COM
4 Neofascismo
giovedì 7 dicembre 2017
Cresce l’allarme per le intimidazioni
Sabato a Como la manifestazione nazionale convocata dal Pd contro intolleranza e fascismo
DemocraticaCONDIVIDI SU
IIl blitz di ieri dei neofascisti di Forza Nuova sotto la sede di Repubblica rappresenta un terribile e pericoloso salto di qualità della formazione di estrema destra. Volto coperto, fumogeni e un messaggio chiaro di “guerra”, con un invito esplicito a boicottare un giornale.
“Un atto criminale e inaccettabile”, ha commentato indi
gnato il ministro dell’Interno Marco Minniti.
Secondo Matteo Renzi la comunità civile deve dare un messag
gio netto e forte: “Il Pd – ha sottolineato ieri – continuerà a lavorare
contro atti di fascismo”. L’azione a ‘Repubblica’ arriva in un perio
do difficile per la stampa nei rapporti con estrema destra, mafie
e criminalità. Dalla testata al cronista Rai Daniele Piervincenzi a
Ostia da parte di Roberto Spada, che aveva appoggiato CasaPound
alle elezioni municipali, all’aggressione alla troupe di ‘Striscia la
Notizia’ a San Basilio, a Roma, durante un servizio sulla droga.Negli
ultimi mesi Forza Nuova ha effettuato in molte parti d’Italia le co
siddette ‘passeggiate per la sicurezza’, poi ha convocato una ‘Mar
cia dei Patrioti’ nell’anniversario della Marcia su Roma fascista del
1922, il 28 ottobre. Evento quindi spostato e confinato nel quartiere
Eur dopo il divieto del ministro Minniti.
Il 28 novembre, poi, il blitz dei giovani del Veneto Fronte Skinhe
ad, con la lettura di un proclama anti-migranti nella sede di una
Ong di Como, evento che ha provocato la forte reazione del Pd
spingendolo a convocare una manifestazione nazionale (sabato 9 a
Como) per non sottovalutare i nuovi fenomeni di neofascismo. Un
evento che alla luce di quanto accaduto ieri alla sede di Repubblica
assumerà un significato ancora più forte. LEGGI SU DEMOCRATICA.COM
Movimento 5 Stelle
Inaffidabili??e incoerenti
L’Europa? Sì, no, forse, vedremo
“Non si dice cosa si vota”, Laura Castelli, deputata del M5s è stata protagonista di uno scambio di battute surreale con Lilli Gruber
durante la puntata del 6 dicembre di Otto e mezzo. Si parlava del
referendum sull’uscita dall’euro, storico pallino de grillini. “Il referendum non è un tema ideologico, è un tema tecnico. Dopodiché, un conto è dire: cosa vuoi fare con l’euro, chiediamolo ai cittadini. Un conto è dire: ce l’avreste un modo per? Ci sono molte modalità…”. Il botta e risposta
va avanti fino all’epilogo finale: “Lei a un referendum euro sì-euro no
cosa voterebbe?”. La replica: “Non lo so”.
Banche, perché Di Maio fa un megaspot per Widiba-Mps?

Ospite di DiMartedì su La7, Luigi Di Maio si è lanciato in un singolare spot per la banca online Widiba. Perché il candidato premier del Movimento 5 stelle fa lo sponsor della banca appartenente al Gruppo Mps? Che rapporto c’è tra il Movimento 5 stelle e Widiba/Mps?
Qualche mese fa c’è stato un incontro, tenuto come al solito segreto
quando si tratta di questioni di carattere finanziario che smentiscono la
propaganda grillina su questi temi (vedi la riunione M5s-banche d’affari,
oppure il pranzo di Di Maio con la Trilateral), tra Davide Casaleggio e
l’amministratore di Widiba Andrea Cardamone. Lo stesso blog di Grillo
fu costretto a confermarlo, ma solo dopo che era finito sui giornali. Di cosa hanno parlato il figlio del cofondatore M5s e l’amministratore della
banca fondata e posseduta dal Monte dei Paschi? Mistero. Oggi, però, ci troviamo il candidato premier M5s, di fronte a milioni di persone, che fa un mega spot per Widiba, che è solo l’ultima arrivata
tra le banche online e che sta ingrossando le file dei propri correntisti grazie ai passaggi forzati e senza preavviso che Mps sta effettuando dai conti correnti delle proprie filiali. Mps chiude 600 filiali vere, effettua
5.500
esuberi, e intanto passa i clienti alla sua nuova creatura online.
Ecco il modello di business di cui Di Maio è testimonial nelle tv. Ripeto la domanda: che tipo di rapporto c’è tra M5s e Widiba/Mps? E tra
Widiba e la società di servizi online Casaleggio Associati?
Ci troviamo di fronte a quella che ha tutta l’aria di essere una pubblicità occulta, o chissà cos’altro. Possibile che il conduttore Giovanni Floris,
innanzitutto un cronista di questione economiche, non abbia detto nulla
su uno spot del genere? E il suo editore, Urbano Cairo, che ne pensa? La stessa domanda va alle tante autorità di controllo: Agcom, Antitrust,
Anac non hanno nulla da dire su un candidato premier che utilizza gli spazi di informazione per promuovere un’azienda, oggetto di incontri con il cofondatore del suo partito? E l’Abi, associazione bancaria, non
ha nulla da dire? Michele Anzaldi
Ecco come il candidato M5S mente sulla (sua) immunità
Ancora una volta il Movimento 5 Stelle mente
sapendo di mentire. Luigi Di Maio per mezzo dell’efficientissimo Rocco Casalino dice di non avere avuto alcuna conoscenza di un
atto processuale relativo alla querela della giornalista Elena Polidori e di non avere
utilizzato l’immunità parlamentare.
Siamo di fronte quindi o ad una colossale bugia o ad uno sdoppiamento di personalità: poiché il 5 di ottobre alle 8 del mattino un signore chiamato Luigi Di Maio si è presentato
davanti alla sezione di polizia giudiziaria per l’identificazione, l’elezione del domicilio legale e la nomina del difensore di fiducia.
Non solo quindi il candidato premier grillino
sapeva della querela, ma non ha neppure rinunciato all’immunità parlamentare, visto che
nel decreto di archiviazione del 9 novembre
scorso il Giudice per le indagini fa riferimento
all’articolo 68 della Costituzione, proprio quello
sull’immunità parlamentare. Come leader che si candida alla guida
del Paese non c’è male: menzogne e
doppiopesismo sono lo stile che lo contraddistingue. Invoca lo stop all’immunità parlamentare per gli altri, ma non vi rinuncia quando chiamato in causa e nega anche
l’evidenza.
Più che il nuovo rappresenta il peggio della prima Repubblica.
Alessia Morani
Destinazione Italia
Legalità e sviluppo. Il treno in Sicilia??
7 DICEMBREgiovedì Augusta ore 15.00Agrigento ore 9.15 Ragusa ore 12.00 Scordia ore 13.30
Il viaggio del Pd ha fatto tappa in Sicilia, isola straordinariamente bella
e difficile. Piena di storia, cultura, valori, eccellenze
enogastronomiche ma anche di
tante contraddizioni e problemi. Dove la guerra alla mafia non
è ancora vinta e tante energie
attendono di essere finalmente
liberate. Nel programma della giornata ci sono state le visite al
centro anti violenza di Gaggi e al
ristorante di San Cataldo che fa
lavorare ragazzi con disabilità.
Mobilitiamoci per la campagna elettorale??
propone
iniziative sul territorio
tiene
i contatti con i candidati del collegio
compila
report periodici
diventa
rappresentare di seggio
al momento del voto
organizza
incontri di formazione
sul territorio
crea
una lista broadcast per l’informazione quotidiana sulla campagna elettorale
Il volontario di sezione elettorale
contatta
tutti gli iscritti e gli ex iscritti tra gli elettori di quella sezione
verifica
la presenza di persone anziane da accompagnare al seggio
consegna
porta a porta il materiale informativo
Il responsabile di collegio elettorale
organizza
il lavoro dei volontari nel suo collegio elettorale
predispone
e diffonde i kit con materiale di informazione
Quella al bellissimo albergo diffuso di Agira e alle cantine Donnafugata di Marsala. E poi i due incontri palermitani con
Alice Grassi, figlia di Libero, e l’associazione anti recket di Addiopizzo e quello all’Istituto
Giovanni Falcone nel quartiere Zen. Per parlare di legalità, inclusione sociale e soprattutto di scuola, “perché non serve a niente aumentare il Pil se non si
investe in istruzione e ricerca, se
non si mette la scuola al centro del villaggio”.
Ci serve il tuo aiuto e la tua partecipazione. Scrivi subito a:
volontari2018@partitodemocratico.it
Focus
Accoglienza, che differenza tra Firenze e Roma
Due visioni diametralmente alternative di come coniugare umanità e legalità
Luciano Nobili CONDIVIDI SU
AAbbiamo ancora tutti negli occhi e nel cuore le immagini dello sgombero dei rifugiati che occupavano lo stabile di via Curtatone a Roma avvenuto in piena estate, lo scorso 19 agosto. Gli scontri, le proteste, le donne sdraiate sull’asfalto, i bambini terrorizzati, le ong impegnate a offrire assistenza, i feriti, i movimenti per la casa a soffiare sul fuoco e un grande, incredibile assente: il Comune di Roma, il sindaco Raggi.
Incapace di prevenire, incapace di costruire soluzioni – tanto è vero che molti di quei rifugiati sono ancora in strada -incapace di rispondere alle richieste della prefettura e anche solo di utilizzare le risorse che erano state destinate per quella emergenza dalla Regione Lazio di Nicola Zingaretti. Uno dei punti più bassi della disastrosa esperienza del Movimento Cinque Stelle al governo della Capitale, che conquistò le prime pagine di mezzo mondo.
Il rischio, di fronte a situazioni così drammatiche, è che si finisca per pensare che condizioni così estreme in cui si intrecciano necessità fondamentali, dovere di accoglienza, sicurezza, diritto al ripristino della legalità siano semplicemente ingovernabili. Che nonostante le incapacità della Raggi, situazioni così dolorose siano inevitabili.
Questo accade perché passano sotto silenzio e non fanno abbastanza notizia le storie di buona amministrazione, come quella avvenuta solo pochi giorni fa a Firenze, a pochi mesi dal disastro di piazza Indipendenza.
Uno stabile in centro – proprio come a via Curtatone, occupato abusivamente da migranti – esattamente come nella Capitale – ma la differenza sta in chi guida la città, in come si governa. E cosi, grazie all’impegno del sindaco Nardella e dei suoi assessori, grazie alla
capacità di costruire un lavoro davvero di squadra tra comune, prefettura, questura, gesuiti (proprietari della palazzina occupata), servizi sociali e associazioni di volontariato, la mattina del 29 novembre i cento cittadini somali che lo occupavano hanno liberato l’immobile. Senza l’intervento delle forze dell’ordine, senza nessuna
tensione, senza nessuno scontro. Alcuni sono stati ospitati in strutture di accoglienza, senza uso improprio di edilizia popolare che deve rimanere a disposizione delle famiglie che ne hanno diritto, altri sono stati aiutati nel tornare a casa, come volevano, altri ancora sono partiti per altri paesi.
Mentre molti dei rifugiati
Nardella ha scelto il metodo della fermezza, del dialogo e dell’assistenza
sgomberati a Roma sono ancora senza dimora, mentre a via Curtato-ne si è sfiorata, per giorni, la tragedia, a Firenze un’occupazione abusiva si conclude attraverso fermezza, dialogo, assistenza.
Non è un caso che Firenze sia ai vertici delle classifiche sulla qualità della vita, pubblicate nei giorni scorsi dal Sole 24 ore e che in particolare sia in testa sul tema della cultura, mentre Roma precipita indietro di undici posizioni solo in un anno. Perché solo una
città in cui nessuno resta indietro è una città capace di primeggiare e solo investendo contemporaneamente, come Matteo Renzi ha teorizzato nella sua esperienza di governo, in sicurezza e cultura che possiamo vincere le
sfide di questo tempo.
Il XXI è il secolo delle città, che
crescono in tutto il mondo in
modo esponenziale e dove ormai vive la maggioranza della popolazione globale. Tutte le questioni della contemporaneità si giocano, sopratutto, nelle città. Le città mal governate come Roma sono il luogo in cui emergono i problemi, quelle guidate da amministratori capaci come Firenze sono il
luogo in cui si costruiscono le
soluzioni.
Nel Paese reale, quello che non vive sul blog di Grillo e non si nutre di fake news ma di vita vera, questa è la differenza plastica tra noi e loro. Due idee opposte di come governare una città è una comunità. Due visioni diametralmente alternative di come coniugare accoglienza e legalità, assistenza e sicurezza, presente e futuro.
LEGGI
SU DEMOCRATICA.COM
Twitter
#terrazzaPD Instagram??Social in diretta su Facebook e Youtube??

Facebook??
democratica@partitodemocratico.it
Per ricevere Democratica:
www.democratica.com
scrivi su Whatsapp
www.partitodemocratico.it
a 348 640 9037
Direttore
In redazione Andrea Romano
oppure vai
Carla Attianese, Patrizio Bagazzini,
PD Bob
sul messenger
Vicedirettore
Stefano Cagelli, Maddalena Carlino,
Mario Lavia
Roberto Corvesi, Francesco Gerace,
Facebook
Società editrice:
Silvia Gernini, Stefano Minnucci,
all’indirizzo
Democratica srl
Agnese Rapicetta, Beatrice Rutiloni
Via Sant’Andrea delle Fratte 16 – 00187 Roma
m.me/partitodemocratico.it

[download id=”1420″ format=”2″]