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Albione E’ La Vergogna, Però L’Italia Sogna E Vince Con Onor!

Di Vittorio Venditti

Li Abbiamo Schiattati!

Senza Foto d’eroi, ne immagin di Bandiera,
perde Albione stasera, e d’Italia è l’onor.

Non chiedermi come mi è venuta questa maidunata, ma per uno che il calcio lo conosce quando lo tira al sedere di chi gli è avversario, già è troppo sentir che ne parli.

I fatti:

Ieri sera, come normalmente ogni sabato, abbiamo fatta tappa presso il bar Trasce e Jsce, dove siamo stati accolti come si fa con gli amici. La serata pareva moscia, ma io non mi preoccupavo, atteso che stavamo aspettando solo la fine della serata per l’appunto per andare a dormire e per pubblicare quanto leggerai di seguito a questa farneticazione, a proposito di quella stronzata pubblicitaria che risponde al nome di “Visita di papa Francesco in Molise”.

Mi stava davvero venendo il sonno, quando, alle ventitré e cinquantacinque, si risveglia il mio animo di difensore della Patria, sentendo l’inno d’Italia. Tutti nel bar, chi più intonato chi meno, chi più ad alta chi più a bassa voce, ci aggreghiamo a cantare quel motivo, spesso maltrattato, ma che ci unisce nei momenti importanti, momenti che io scinderei dal calcio, momenti che per colpa della maggioranza, siamo costretti a celebrare solo quando meno servirebbero.

La partita è iniziata e la fiumara di birra scorreva. La mia papagna di non calciofilo, necessariamente prendeva il sopravvento, disturbata periodicamente da Johnny che avrebbe voluto vedere più presente me che del calcio capisce solo come si marca l’avversario che tenta di entrare nella tua area di rigore: Con l’inesorabile abbattimento.

Eccoci però alla mezz’ora del primo tempo, anzi, al trentaquattresimo minuto. La papagna era grossa, ma l’urlo dei miei amici mi faceva sobbalzare.

Che era successo?

Non so ancora chi è stato, fato sta che l’Italia aveva stranamente segnato il goal del vantaggio, goal che mi risvegliava dal torpore di qualcosa che poco m’interessa, goal che due minuti dopo veniva pareggiato da tal Scurrigge, che con una delle sue naturali azioni, metteva nella porta italica qualcosa che non poteva non venir considerato prodotto del sedere albionico.

Il secondo tempo iniziava quasi con la medesima tendenza oppiacea, ma dopo quattro minuti dal’avvio, il rappresentante ascaro della squadra patria, metteva a segno il punto che ci avrebbe portati alla vittoria finale, su chi, spavalda, a suo tempo ha pensato di dominarci, compagine che oggi si deve piegare alla supremazia di coloro che già dai tempi dei primi cesari, avevano preso possesso di quell'”isoletta di pescator”.

Insomma:
Abbiamo vinto, non si divide;
Chi vince ride: Ah, Ah, Ahah!