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Il Rumore del Silenzio

Di Vittorio Venditti

Ma è Vera Mafia Quella Che Si Vede?

Periodicamente, i mezzi di comunicazione di massa ci ripropongono vecchie immagini di delitti eccellenti, o, se la cronaca ne produce, ce ne offrono di nuove, per alimentare la nostra fame di notizie da eviscerare, in mancanza di qualcosa di meglio da fare.
Nel frattempo, coloro che ci danno in pasto quanto sopra esposto, ritagliano per sé e chi è caro a loro, pasti più lauti e pregiati.

Così, forse per la mia innata voglia di mettermi in discussione sempre e comunque, ho pensato di pormi un problema sostanziale e fare una scelta:
Provare a fare il “Salto di Qualità” e verificare la possibilità di vivere da Leone, o, come in genere viene consigliato al molisano medio, accettare le briciole che cadono dalla tavola dei cosiddetti “potenti”, quindi, continuare a fare la pecora.

Chi mi conosce o conosce la mia storia personale, sa che questo dilemma esistenziale l’ho risolto già da qualche decennio, pagandone le ovvie conseguenze.
Certo! Le conseguenze! Quelle conseguenze che si pagano quando, aprendo gli occhi, si fa la figura di Adamo ed Eva nel Paradiso terrestre, per cui, comprendendo a pieno che anche il Re può essere nudo, se ne capiscono le umane limitazioni e, di conseguenza, si acquista maggiore libertà d’azione e sicura emancipazione.

Questo comportamento però, non piace a chi “comanda”, sia che si tratti di potere politico che religioso.

Così, partono le reazioni, da prima di stupore e finta simpatia per il tuo modo di agire, poi sempre più insofferenti, visto che, provando gusto per l’ebrezza data dalla libertà, tu osi sempre di più, a seguire, di minacce, quando loro pensano che stai spostando la “poltrona” su cui è poggiato, (fino a quel momento saldamente), il loro deretano, in fine, qualora nel frattempo non ti sei costruita una solida base di “Pecore” che vogliono cambiare gregge, infine, dicevo, l’azione eclatante, (in genere la tua morte), azione che serve da monito per altre “pecore” desiderose di cambiare sé stesse e o chi le circonda in “consapevoli Leoni”.

Qualche volta, questo ottuso potere vuole strafare, per cui, modifica in peggio l’ultima scena appena proposta; invece della “morte liberatrice”, viene imposta all’aspirante Leone la perdita della base su cui ha creato la propria velleità di riscatto ed emancipazione.
Per fare ciò, il malefico potere utilizza ogni arma a sua disposizione, ad esempio l’interpretazione ad personam di leggi e quant’altro serve alla pacifica convivenza fra gli uomini…
Tutto ciò, accade quando questo potere, ha paura del tuo voler diventare Leone Ruggente.

C’è, però, un altro potere, ancora più forte, intelligente e capace del primo,talmente forte, che supera per qualità e raffinatezza quello di cui ho parlato in precedenza.

Questo “superpotere”, è tale, perché addirittura si permette il lusso di importi ciò che tu credi una libertà incondizionata, riservando però per sé la possibilità di spegnertela in qualsiasi momento.
Questo “superpotere”, agisce senza farsi minimamente sentire, sapendo bene che, qualsiasi tua mossa è già da Lui direttamente controllata.
L’intelligenza di questo “superpotere”, quindi, sta nel fatto che esso può agire nel perfetto silenzio, silenzio che, come vedi, fa veramente molto rumore, almeno alle orecchie dell’aspirante Leone di cui sopra.

Questo “superpotere” è descritto in maniera a mio avviso sublime, nella canzone proposta nel lontano 1980 da Edoardo Bennato nel LP ‘sono solo canzonette’ dal titolo: ‘Rockcoccodrillo’ (nel cd, traccia 6).

Se il primo “potere” è da tutti conosciuto con il nome generico di Mafia, il suo superiore, il superpotere di cui ho appena parlato, è noto, ma proprio per la sua natura che lo immerge nel silenzio più assordante, si può permettere il lusso di fare a meno anche dell’identificativo.

Questa è la ragione per cui ho avuto l’ardire di affibbiargliene uno: Mafia che non Spara.

Ti sembrerà troppo banale e scontato?
Anche a me; ma questi superpoteri occulti, a mio avviso, hanno un debole: quello di ritenersi intoccabili data la complessità e la farraginosità del loro esistere.
Ecco il motivo per cui, volendo arrivare anche a sbertulare questo “superpotere”, mi sono permesso il lusso di essere banale.

La Mafia (chiamiamola) tradizionale, ha trovato in valenti uomini e donne, (non solo di questo periodo), fieri oppositori che, spesso, hanno provato sulla loro pelle l’ultima delle scene che ho proposto sopra; la mafia che non spara, invece, è ancora un monolite, perché sa, almeno finora, di non avere avversari in grado di combatterla e metterla in discussione.

A fine duemilaotto, abbiamo assistito a qualcosa di epocale, l’arrivo in Molise di un uomo ben voluto dalle Pecore e dai Leoni ruggenti, mal visto dalla Mafia tradizionale: l’Arcivescovo Mons. Giancarlo Maria Bregantini.

Anche le pietre sanno quali sono state le sue gesta a Locri e quanto ha dato a quella terra in termini di combattimento contro la Mafia tradizionale.
Questo fatto, probabilmente, ha convinto il Buon Dio a promuoverlo sul campo, e ad inviarlo in una terra da tutti vista come “vergine”, che si comporta, però, peggio della più navigata prostituta: il nostro Molise.

In questa terra, certo, i fucili che si conoscono sono solo quelli da caccia, posto che ancora ci sia qualcuno che periodicamente li tiri fuori dall’armadio.
In questa terra, nessuno ti punta un mitra se hai l’ardire di esprimere una tua contrarietà o di dire apertamente per chi desideri votare.
In questa terra, però, se vuoi restare “pecora” e , di conseguenza, se non “lecchi”, (e in quest’arte devi essere altamente specializzato), non mangi, nemmeno i rifiuti.

Ecco perché, già a suo tempo, diedi il ben venuto a Padre Giancarlo, (e lo ribadisco ora, come forma d’incoraggiamento e di sprone), con la frase che ripeto di seguito:

“Ben venuto nella terra in cui: la Mafia Non Spara!”.