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Terremoto in Irpinia: Trent’anni Dopo

Di Vittorio Venditti

Hanno Voluto Anche Il Pozzo Di San Patrizio

Eccoci al trentennale del terremoto dell’irpinia.

Tutto in grande!
Quasi tremila morti, centinaia di migliaia di sfollati, migliaia di miliardi di lire spesi dal millenovecent’ottanta ai giorni nostri, una marea di gente che ci ha marciato e mangiato sopra, e, soprattutto, e sopra a tutti, una o due generazioni di politici e politicanti che, all’ombra dell’onnipresente camorra, ci hanno campato, unitamente ai loro adepti.

Questa generazione di politici, a fronte di una faccia da persone per bene, è stata capace di creare un’oligarchia nella democratia.

Se in apparenza, per trent’anni si è andati alle elezioni di ogni genere anche in campania e basilicata, in realtà si è operato alla maniera del “Gattopardo”, cambiando ogni tanto qualcosa, per, in realtà, non cambiare niente.

Tu mi dirai: “ma non cè più Demita, ne De Lorenzo, ecc, quindi… il cambiamento c’è stato e come!”.
Io, dal basso della mia ignoranza, ti risponderò: “sì, c’è stato il cambiamento, ma in peggio, e, comunque, nel rispetto della Gerarchia costituita”.

Mi spiego meglio:

Se negli anni ottanta e principi degli anni novanta avevamo chi era veramente in grado di saper piangere per dirottare un fiume di danaro verso la campania, da far invidia al Rio delle amazzoni, oggi, ne abbiamo il surrogato.

Fra l’altro, durante il periodo sopracitato, guai a parlare d’immondizia a Napoli e dintorni! si sarebbero scatenati i migliori moralisti e avrebbero costretto il criticante malcapitato a chiedere scusa per le cattiverie dette nei confronti di Napoli e camorra.

Oggi, i “terremotati” di cui sopra, non possono avere neppure quell'”onore”, e per cercare di non far estinguere il fiume che li campa da trent’anni, hanno riperticato il sempre verde problema della spazzatura, partorito e tenuto in vita da chi, quel tema, lo utilizza come sistema di vita.

L’italiano, però, è più apprendista del miglior cinese e, quando si tratta di arrangiarsi alle spalle del prossimo, è maestro insuperabile.

Così, dal terremoto dell’irpinia, si è sviluppata una vera e propria industria del “saper frignare” e, via via, questa si è ingrandita ed ingrassata, alla faccia della gente onesta e desiderosa di aiutare, al solo scopo di far del bene.

I risultati li possiamo vedere, ad esempio, nel meccanismo che s’innesca al primo accenno di tragedia, presentando numeri verdi e d’altro colore in grado di acquisire somme di danaro, enti nati per aiutare le popolazioni in difficoltà, (ma a supporto delle forze ufficiali), che ormai ne hanno preso il posto, con l’arroganza di chi, non avendo vero potere, se lo costruisce mediante i propri rappresentanti politici, sicuramente non scevri da interessi in merito, e, (oserei dire O), tante altre forme di parassitismo, nate per colpa o per merito di queste tragedie.

In definitiva:

C’è chi, come questi parassiti, vive attaccato al fiume che ha le sorgenti nel pozzo di San Patrizio che si chiama Stato; ma c’è anche chi, stanco di questo continuo “succhiare”, denuncia quest’andazzo che non può più andare avanti e chiede che venga definitivamente stroncato.

Conosco gente che per sua stessa ammissione, avendo conoscenze in alto loco, se prima del terremoto dell’ottanta era in possesso di una casa di cinquanta metri quadrati, successivamente alla “tragedia”, si è ritrovata proprietaria di un villino quattro volte più grande, senza vergognarsi del “progresso” fatto, anzi, lamentandosi del fatto che, con un pò di fortuna in più, avrebbe potuto spillare più benefici: “tanto paga lo Stato”…

Non sarò io a dire a questa “gente” di vergognarsi, (dovrebbe farlo la coscenza di costoro, semprechè ne abbiano una), dico invece ai nostri politici, che è ora di smetterla di dare soldi a pioggia a chi, ormai ben addestrato, sà come mettere l’accento sul giusto punto di ricatto per continuare a lucrare sui soldi di tutti.

Per questo, vorrei dire al cosidetto Ministro dell’interno, e a chi per lui, che i cittadini onesti hanno fornito le forze dell’ordine di deterrenti da utilizzare, non importa come, purchè in maniera risolutiva.

Diversamente, sarà il caso che i beni acquistati con i soldi di tutti, vengano rimessi nelle mani di chi ha dato i soldi in questione, ciò, per poterne fare un uso sicuramente più profiquo per il bene degli stessi “investitori”.

Ricordo a me stesso, e giro al nostro ministro dell’interno “lumbard”, un proverbio dell’Italia “meridiunala”:

Mazz e panell,
Fann’i figl bell;
Pan e senza mazz,
Fann’i figl pazz!

Non reputo i leghisti persone intelligenti, visto che di ciò danno prova giornalmente, dimenticando, ad esempio, che nel meridione ci sono venuti loro, insalutati ospiti, che, quando loro decisero di unificare l’Italia, il regno delle due sicilie era più sviluppato del tanto osannato nord, e soprattutto, che se non fosse per i meridionali emigrati, loro sarebbero già alla frutta, e da tempo.
Voglio dare loro, però, una prova d’appello, e vedere se, con quel barlume d’intelligenza, (magari acquistata con qualche spicciolo dal napoletano di turno), riescono a capire qual’è il limite della sopportazione che è stato abbondantemente superato, e, avendo il giusto potere, far rientrare la pazienza in libertà, nei giusti ranghi, tanto da poter riparlare di giusta convivenza fra persone civili.