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Paraculo Batte Parallelo

Di Mario Ricca

Esito Scontato!

Alla presunta crisi, si attribuisce il risultato riportato in questa notizia. In deliri precedenti tanto io, quanto il gestore di questo sito abbiamo espresso il nostro pensiero a riguardo.

La mafia è Italiana, piaccia o no ai detrattori del reale.
È’ familismo amorale Italiano, nella specificità siciliano.

Tengo a precisare che la mia è una constatazione non una critica.
La mafiosità è l’essenza vera dell’italiettanità.

Nelle inutili giornate celebrative come quella odierna dove viene ricordato il parroco anti Camorra, ci si scandalizza ipocritamente leggendo quanto sopra riportato fingendo di aver memoria corta.

Da Don Vito Cascio Ferro, passando per quella Mafia che ha convissuto con politici, Cardinali, Vescovi, Parroci in terra di Sicilia e che ha fatto parecchio comodo all’Esercito Statunitense che ha liberato questo Paese Maledetto da quello che con troppa disinvoltura viene definito male, proseguendo con Corleonesi e Cutoliani militaristi impulsivi e volgari ma utili quando occorrevano rimozioni forzate, il crimine organizzato è sempre stato parte del potere costituito e viceversa. Essere mafioso non si può restringere solamente all’ambito Siciliano come l’essere Ndranghetista o Camorrista è sconfinato da tempo dai territori d’origine Calabro/Campano.

Essere mafiosi, (aggettivo che usiamo per Italica comodità), è uno stile di vita, un marchio culturale che ci caratterizza. L’Italiano non ama rispettare le regole, quando può non si fa scrupolo nel fottere il prossimo. Lo si vede dalle piccole azioni quotidiane, ( in mezzo al traffico come negli uffici quando cerca di aggirare le file o mediante conoscenze o passando d’avanti quando si possiede abbastanza faccia tosta), quando si fa raccomandare nei concorsi pubblici, quando cerca favori sfruttando i propri santi in paradiso. Non a caso, in tutte le classifiche primeggiamo nella corruzione e non brilliamo in produttività e efficienza.

Ribadendo che questo scritto non costituisce lamentela ma divertita presa d’atto della realtà, quando ho letto quanto sopra rimesso alla tua attenzione, non ho potuto evitare questo pensiero: Ma che differenza c’è nel lavorare per lo stato, (mi riferisco a quello che ha il benestare della società detta civile, ), o per un’organizzazione diversamente lecita, faccia della stessa medaglia con la differenza che è priva di maschera? Esempio pratico, che differenza esiste tra gli addetti del rachet che vanno a riscuotere per lo stato privo di maschera e i tirapiedi che lavorano per la parte mascherata della medaglia che impone il pizzo legalizzato per riciclare i proventi nel finanziamento del parassitismo statalista? Le organizzazioni diversamente lecite in cambio di quanto percepito offrono efficienza e protezione mirata. L’estorsione legalizzata imposta dallo Stato parassita, non offre servizi commisurati a quanto sottratto.

Quindi perché scandalizzarsi se si ha più fiducia in chi rende, che è più forte e produttivo?

Un “plauso” in fine va a quella forma di Mafia che è la più subdola e che abita nel Molise, dove non è mai stato necessario sparare un colpo di pistola, dove notizie lette negli ultimi mesi, mi fanno ritenere che esista un comitato d’affari che gestisce il potere, un sodalizio che vedrebbe collusi apparati investigativi e giudiziari con la classe politica Regionale che governa, alla quale verrebbe garantita protezione anche mediante “trattamenti particolari” riservati ai nemici e a chi unque ritenuto scomodo che dovesse macchiarsi di Lesa Maestà.

Cosa disse a tal proposito in tempi non sospetti il gestore di questo sito?

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