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27 Dicembre 2015
Dalla Cantinella Vagabonda
28 Dicembre 2015
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In Morte Di Una Tradizione

Di Vittorio Venditti
(Collaborazione), Di Mario Ricca
(Foto), Di Salvatore Di Maria

La Truffa Continua

Giuseppe Ed Io

Mi piace ricordare con questa foto, scattata a me e ad un ospite illustre che però non è del borgo, cosa è stata la Tradizione di Gambatesa per antonomasia: Le Maidunate, il cui cadavere viene tenuto artificiosamente in vita per volere e piacere di chi ne dovrebbe essere bersaglio. Se ne è accorto anche chi, non avendo nulla a che vedere con il paesello, per pura amicizia si è permesso di mandarmi una pezza ed il suo breve commento, così come segue:

Tutto pronto per la “316^ edizione delle Maitunate” di Gambatesa.
Commento di Mario:
“Sulla falsa riga o sulla riga farsa”?

La Tradizione libera e permettimi: libertina che è nata per colpire per un giorno i potenti del luogo, da qualche anno sta subendo stravolgimenti tali che se per alcuni ne abbelliscono la parte esteriore, per me e pare non solo, ne depauperano pericolosamente il senso stesso della sua esistenza. Quest’anno, dopo aver fatto il fuori squadra del duemilaquindici, (qui per ricordare), stavo pensando di rientrare alla grande, vista l’inaspettata presenza del mio amico e collaboratore Marco Frosali, (parasacc), che tante soddisfazioni ci dà, visitando per noi luoghi turisticamente distanti anni luce da questo “…piccolo angolo d’Italia”. Con Marco, proprio l’altro pomeriggio, abbiamo imbastita una canzone da proporre sul palco il primo di gennaio, basata sulla vita d’aggregazione di paese; Marco ne ha scritto il testo in mezz’ora, io, indegnamente ne ho preparata la base musicale e sabato sera per l’appunto, prima della solita uscita che ci avrebbe poi portati a Tufara, (Gambatesa era un mortorio e non solo perché si concertava), prima di uscire dicevo, in cinque minuti ne abbiamo buttata giù la struttura finale.

Ma… Si fa o no la squadra?

L’uscita di sabato sera, mentre si beveva e si chiacchierava, mi ha permesso di rimuginare ciò che avevo letto quel giorno, sul programma che ci presenta di tutto ed anche di più a proposito delle manifestazioni di contorno alla Santa Notte; quel ripensare, mi ha turbato non poco, atteso che se leggi fra le righe ciò che opportunisticamente non viene messo in chiaro, ti ritrovi a considerare seriamente come realtà, l’ipotesi che vede, anno per anno, la presa sempre più esiziale del controllo della Tradizione, da parte di chi ne deve essere il bersaglio. Partendo dalle manifestazioni che anticipano il capodanno, si vede lontano un milione di chilometri che la base “culturale” su cui si vorrebbe poggiare la Tradizione stessa, in realtà, oltre ad essere pesante e pedante, ci dice che c’è chi gestisce e chi, se fa il buono, forse riceve il contentino che lo gratifica, alla faccia della libertà persa nel fare le maidunate vere ed originali.

Il potere politico ci minaccia di sanzioni in vari casi, come se poi il gambatesano medio sia per natura incivile. Ieri pomeriggio a proposito, nel bar dei cafter ho sentito con le mie orecchie chi diceva che “domani pomeriggio alle cinque c’è la riunione dei capisquadra perché devono spiegare il regolamento!”: Ma quando mai si è visto che si possa parlare di regolamento in ciò che non può venir regolamentato per natura?

Ciò che a Gambatesa viene ritenuto potere religioso, attraverso i suoi adepti e chi ha inventato quanto sto per dire, “addomestica” gli squadristi per farli sfogare, rigorosamente sotto il proprio controllo: “Benedizione delle squadre”? Ho partecipato pure io a questa pagliacciata e ne sono stato entusiasta, pentendomene amaramente dopo aver aperti gli occhi: (qui un esempio del quale ora, se puoi perdonami, mi vergogno). Ricordo invece che quando facevo parte dell’Azione Cattolica e cantavo in chiesa, la Messa del ringraziamento era pressoché deserta, stanti i miei concittadini già in forma per la prossima notte, con il benestare di quel Dio che è più interessato alle anime dei suoi figli, che alle apparenze esterne, necessarie per mitigare le lamentele dei figli appena citati.

Insomma: Stando ai pochi reperti storici in merito, pare che fossero più libere ed accettate le maidunate fatte durante il ventennio che quelle proposte oggi…

Potrei andare avanti per due ore a scrivere in che modo si stia corrodendo dall’interno con la peggior cancrena qualcosa che era bella ed originale proprio perché spontanea, ma preferisco fermarmi qui, lasciandoti il dubbio della mia presenza o del contrario. Per ora, spero sinceramente solo che da tutta questa storia, almeno venga fuori qualche posto di lavoro remunerato per chi organizza la farsa in questione. Per il momento, alla presentazione di un opuscolo che tratta dei caduti gambatesani durante la prima guerra mondiale, (libro che con tutto il rispetto poteva venir mostrato magari in situazioni più consone), ed alla festa che stasera vedrà invitati i gambatesani presso il locale SPRAR, (festa che spero non venga pagata con i soldi “trattenuti” agli spazzini dalla società che li gestiva fino allo scorso trentun dicembre denominata ECOJUNK e che continua a governare il convento di San Nicola con la denominazione PROVITAE, gruppo che fa capo alle stesse persone fisiche, scatola cinese della quale di seguito fornisco le coordinate recuperate su Google in data vent’otto novembre duemilatredici, a fini d’insulto:

Cooperativa Sociale Modisan S.C.S. R.L. Onlus
82029 San Marco Dei Cavoti BN
Contrada Leccata
Tel.: : 0824984465 – 0824984623 – 0824984716 – 0824984732 – 0824984979 – 0824995156
Ecojunk S.R.L.
82029 San Marco Dei Cavoti BN
Contrada Leccata
Tel.: : 0824984663

Cooperativa Provitae
Tel.: 0824 99 52 10

Prova a chiamare e se hai un po’ di dimestichezza con l’uso del telefono, ti accorgerai che rispondono sempre le stesse persone), a tutto ciò dicevo, preferisco fermarmi al dubbio che nasce da qualcosa che prima è sembrato il massimo della droga di capodanno, stupefacente immaginario e neanche tanto che mi ha permesso per tanti anni di suonare la mia fisarmonica a centoventi bassi per l’intera nottata, alla faccia di qualsiasi fatica, magari da caposquadra, incarico che non va augurato nemmeno al peggiore dei nemici, poi mi ha costretto alla tolleranza, in nome dei benefici che una tradizione come quella delle maidunate può regalare al paesello, ed infine è diventata vera repulsione per lo schifo al quale, spero in nome del profitto personale, miei concittadini che si dichiarano “amanti e rispettosi della nostra Tradizione”, stanno portando qualcosa di antico e valido, verso quella morte che vedrà cotanto vanto, ridotto alla peggiore e più becera sudditanza a sovrani che non meritano assolutamente questo titolo.