Il Barile Raschiato
3 Ottobre 2017
Barriere Architettoniche: Di Ieri, Di Oggi… E Di Domani?
3 Ottobre 2017
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Democratica

Della Redazione Di Democratica

n. 41 martedì 3 ottobre 2017
“Un riconoscimento importante per il dolore di tutti i familiari delle vittime”. (Tareke Brhane, portavoce Comitato 3 ottobre)
Mai più soli
Oggi alla Camera la legge per il superamento delle barriere architettoniche. Tutte le iniziative del Partito democratico a sostegno della persone con disabilità
L’EDITORIALE

Barriere architettoniche e barriere culturali
Ileana Argentin
BBarriere, barriere e ancora barriere… Che strano Paese l’Italia: pur essendo una sorta di bomboniera per i servizi alla persona e alla scuola per i disabili, non riesce proprio a superare le barriere architettoniche. Tutti si riempiono la bocca parlando di diritto alla mobilità e all’accesso delle persone con deficit motori ai luoghi pubblici e privati, ma poi non si riesce mai a pianificare un progetto complessivo. Cosa sono le barriere architettoniche? Infrastrutture e strutture fisse o mobili che impediscono il passaggio delle persone su sedia a ruote o con deficit sensoriali (non vedenti e audiolesi). Scalini, gradinate, porte strette, scivoli fatti male, sampietrini, brecciolino, etc.: tutte ciò che limita la mobilità.
SEGUE A PAGINA 2


#10ANNIPD
Fu una scelta giusta per noi e per l’Italia
Piero Fassino
DDieci anni fa nasceva il Partito Democratico, al termine di un percorso iniziato alla metà degli anni ’90 con la costituzione dell’Ulivo. Un cammino che ha visto il centrosinistra per tre volte vincere e governare l’Italia – nel ’96, 2006 e 2013 – e per tre volte soccombere di fronte al centrodestra, nel ’94, 2001 e 2008. Un cammino che ha suscitato speranze e entusiasmi, ma anche travagliato da fragilità e divisioni che proprio per essere superate portarono alla costituzione del Partito Democratico. Un cammino condotto in un mondo segnato in ogni campo da enormi trasformazioni. Non è dunque formale chiedersi se le ragioni che portarono alla fondazione del PD siano ancora valide.
A PAGINA 4
PAGINA 2-3
MONDO.COM
Armi e libertà, la contraddizione che insanguina l’America
SEGUE A PAGINA 6
LEGALITÀ
“Così resistiamo alla
mafia”. La lezione di don Giacomo
PAGINA 7
Focus
Barriere architettoniche? Superiamo anche quelle culturali

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Ileana Argentin

IIl disagio creato è enorme, soprattutto per le famiglie che si fanno carico dei limiti dei propri parenti, perché sono sempre loro che volenti o nolenti le devono superare. I disabili combattono da settant’anni: nelle piazze, nel confronto con le istituzioni, ma soprattutto con la ricerca di strumenti atti a sensibilizzare il mondo circostante.
La gente è d’accordo, i politici fanno le leggi – tra le migliori d’Europa – ma gli imprenditori e i tecnici dell’edilizia e dell’urbanistica non applicano le regole basilari, un po’ per non conoscenza e un po’ per insofferenza, quasi che il numero delle presenze dei disabili fosse talmente relativo da non spingere nessuno a ritenerlo un problema reale. Non è così: i disabili sono moltissimi, così come
ma non sono queste lodevoli 24 ore che possono fare la differenza: serve un’attenzione quotidiana. Questa settimana verrà portata in Parlamento una nuova legge sull’argomento, anche a mia firma. Ma se non cominciamo dalla formazione, ben poco cambierà visto che delle buone leggi già ci sono. La norma per essere norma, lo dice il diritto, ha bisogno di sanzioni ma chissà perché, quando si parla di handicap, anche queste diventano irrilevanti, né dissuasive né educative. Sono già due legislature che presento la legge sullo universal design per tutti. Sto tentando di far comprendere che se non superiamo l’ignoranza dei tecnici che costruiscono, niente potrà cambiare, perché non bisogna abbattere creando costi aggiuntivi ma progettare senza limiti spendendo il giusto.
Dobbiamo entrare nelle scuole e nelle università promuovendo o bocciando chi sa o chi non sa abbattere le barriere.
Facciamo qualcosa di davvero concreto con un Osservatorio tecnico del Paese e forse la più grande barriera, quella culturale, cadrà.
LEGGI SU DEMOCRATICA.COM gli anziani non autosufficienti, tant’è vero che il 9% del PIL italiano riguarda proprio l’handicap. Siamo non solo persone che debbono avere il diritto alla mobilità, ma anche una fetta di mercato che non riesce a spendere i propri soldi perché non può entrare negli eserci-zi commerciali e nei musei. Domenica 1° ottobre è stata la quindicesima edizione della Gior-nata Nazionale per l’Abbattimento delle Barriere Architettoniche, Grazie al governo PD tanto è stato fatto per chi ha degli handicap ma la risposta è nei giovani, che devono cambiare l’idea di suddividere i bisogni per categorie e pen-sare al bello e all’accessibilità architetto-nica rivolgendosi a tutti. È in discussione alla Camera la proposta di legge sulle disposizioni per il coordinamento della disciplina in materia di abbattimento delle barriere architettoniche. L’obiettivo è quello di promuovere la diffusione della progettazione universale in conformità ai princìpi espressi dalla Convenzione dell’Onu sui diritti delle persone con disabilità, assicurando l’omogeneità della normativa degli edificipubblici e privati. Con la proposta di legge si vuole ricostituire una commissione permanente che si occuperà di: individuare la soluzione a eventuali problemi tecnici derivanti dall’applicazione della normativa; elaborare proposte di modifica eaggiornamento;adottare linee guida tecniche basate sulla progettazione universale;monitorare sistematicamente le attività delle pubbliche amministrazioni. La legge sull’abbattimento delle barriere OGGI IN AULA LE COSE FATTE
“Dopo di noi”
“Dopo di noi” è una legge nata dalle esperienze del territorio che risponde alle esigenze di vita delle cittadine e dei cittadini disabili. Comprende una serie di politiche di aiuto concreto e misure che mettono la persona disabile al centro di un progetto individuale, con l’obiettivo di una progressiva presa in carico della persona con disabilità già durante l’esistenza in vita dei genitori e con il suo pieno coinvolgimento nelle scelte di vita.
Ecco le principali novità: Introduzione di un istituto giuridico per salvaguardare il patrimonio da utilizzare per il figlio; Cancellazione dell’imposta di successione e donazione per i
genitori, ad esempio per la casa di proprietà;
Riduzione di aliquote e franchigie e le esenzioni per l’imposta
municipale sugli immobili;
Innalzamento dei parametri sulla deducibilità per le erogazioni
liberali e le donazioni;
Detraibilità delle spese per le polizze assicurative
Più fondi per la non autosufficienza
È stato ricostituito il fondo che prevede 500 milioni per fornire sostegno a persone con gravissima disabilità e ad anziani non
autosufficienti. Il fondo si aggiunge alle risorse già destinate alle prestazioni e ai servizi a favore delle persone non autosufficienti da
parte delle Regioni e delle autonomie locali.
La riforma del Terzo Settore
Trecentomila associazioni, 1 milione di lavoratori, 5 milioni di
volontari: sono questi i numeri del mondo del no profit interessato
dalla riforma. Tra le tante novità la legge ha istituito un registro unico nazionale delle associazioni, ma la vera novità riguarda il 5 per mille. Le associazioni non dovranno aspettare due anni per ricevere le somme versate dai contribuenti e sarà necessario per i riceventi rendere conto, in modo preciso, su come si impiegheranno le risorse donate.
Focus
Vi racconto la pizzeriadei ragazziautistici

Eugenio Comincini CONDIVIDI SU

L’L’autismo catalizza attenzione il 2 aprile quando si celebra la “giornata mondiale della consapevolezza dell’autismo”, durante la quale in molte città si illuminano di blu monumenti
ed edifici. Poi, però, durante il resto dell’anno,
cala il silenzio.
Un gruppo di genitori milanesi e brianzoli
con figli autistici hanno comprensibilmente
pensato che sarebbe bello avere il cielo blu
tutto l’anno, e non solo il 2 aprile, ed hanno
iniziato ad elaborare un progetto che possa
portare i loro ragazzi autistici ad essere pro
tagonisti di un percorso di inclusione sociale
e lavorativa.
Ne è nato il progetto PizzAut, un laborato
rio di inclusione sociale attraverso la realiz
zazione di una pizzeria-ristorante gestita da
ragazzi con autismo, affiancati da professio
nisti della ristorazione e della riabilitazione.
L’idea è di realizzare un locale per la famiglia
ma anche per i giovani, dove stare bene e di
vertirsi, con prodotti ricercati, dove trovarsi
e ritrovarsi, in una dimensione temporale e
relazione fuori dalle frenesie che mettono in
difficoltà chi è affetto da autismo, ma che fan
no male anche ai cosiddetti “normali”.
Per concretizzare il progetto PizzAut sono
necessari 120.000 euro: una cifra significativa
per famiglie non agiate. Per questa ragione,
per raccogliere parte delle risorse necessarie

che integrano le disponibilità dei familiari dei ragazzi – quattro mesi fa è stata lanciata una campagna di crowdfunding per 60.000, che ad oggi ha permesso di raccoglierne oltre
25.000.
La campagna è stata sponsorizzata inizialmente da Kekko dei Modà e rilanciata con semplicità, tra gli altri, anche da Matteo Renzi.
Nico Acampora è papà di un bambino autistico di 9 anni ed educatore professionale, ed è l’ideatore e l’anima del progetto PizzAut. Ci racconta che “troppo spesso i ragazzi con autismo sono esclusi dal mondo del lavoro e dalle relazioni sociali e come genitori di bimbi con autismo lo verifichiamo ogni giorno sulla nostra pelle e con i nostri ragazzi”. Ma il lavoro è autonomia, è dignità, è possibilità di scegliere un progetto di vita: è quindi stato un bisogno naturale “fare qualcosa per il futuro dei nostri figli e per il presente di altri ragazzi che hanno già un’età da lavoro: ragazzi che hanno competenze, che hanno energie, che hanno ri-
VIDEO
“Investiamo sui nostri valori”

L’iniziativa PizzAut
IIragazzi saranno avviati ad una prima fase di formazione che consentirà di studiare insieme a psicologi ed educatori la mansione più adeguata per ciascun ragazzo e soprattutto le modalità attraverso le quali farlo
sentire autoefficace.
La legge sull’autismo
GGrazie all’ascolto delle famiglie interessate, della comunità
scientifica e delle associazioni che
si occupano, nella quotidianità, della cura di persone che soffrono di disturbi dello spettro autistico, il 5 agosto 2015 è stata approvata dal Parlamento la legge che reca “Disposizioni in materia di diagnosi, cura e abilitazione delle persone con disturbi dello spettro autistico e di assistenza alle famiglie”. Si tratta di una legge quadro che va sostenuta
con le risorse umane e finanziarie disponibili
a legislazione vigente, nei livelli essenziali di assistenza, nelle politiche attive in questo campo. La legge prevede – nel rispetto del riparto di competenze tra Stato e Regioni in materia sanitaria – interventi volti a garantire la tutela della salute, il miglioramento delle condizioni di vita, l’inserimento nella vita sociale delle persone con disturbi dello spettro autistico, l’aggiornamento delle linee guida, l’inserimento nei livelli essenziali di assistenza della diagnosi precoce, della cura e del trattamento individualizzato, l’incentivazione della ricerca, le buone pratiche educative. Grazie a questa legge il SSN deve offrire alle persone con autismo interventi
organici riconosciuti scientificamente.
sorse”.
E così PizzAut vuole dimostrare che l’inclusione sociale può essere bella, piacevole e divertente, che per renderla concreta bisogna lavorarci tutti i giorni con impegno.
Chi ha in mente l’autismo spesso può pensare a al film ‘Rain man’ e a Dustin Hoffman, ma l’autismo è come la normalità: ognuno è diverso dall’altro, ognuno ha i suoi tempi, ognuno ha le sue caratteristiche. E anche portare in tavola delle pizze può sembrare una cosa semplice e banale, “ma non è così per dei ragazzi che hanno un disturbo dello spettro autistico”. Il progetto PizzAut ha pensato alla realizzazione di un luogo lento, nel quale una persona possa andare a mangiare con tranquillità e serenità, nel quale i ragazzi che servono ai tavoli possono avere anche loro i propri tempi: perché – ci spiega Nico, che è anche Assessore all’Educazione nella Giunta del Sindaco Ermanno Zacchetti a Cernusco sul Naviglio – “se si rispettano i tempi di chi lavora si rispettano anche i tempi di chi va a mangiare in questo ristorante, un ristorante speciale, fatto da ragazzi speciali e con ingredienti speciali”.
Durante l’estate PizzAut è stato testato con due iniziative che sono subito state accolte con entusiasmo: prima con tre cene alla ‘Spilleria’ di Cassina de’ Pecchi con poi con due serate in piazza a Cernusco sul Naviglio – con il supporto di Rossopomodoro – sono state quasi 2.000 le persone che hanno gustato questa pizza davvero speciale, serviti da camerieri speciali.
Con Rossopomodoro PizzAut ha formalizzato un rapporto di collaborazione: l’importante catena di pizzerie si è offerta di fare all’interno dei propri locali una specifica formazione per i ragazzi autistici.
Solo la preoccupazione di un genitore per il futuro del proprio figlio autistico poteva partorire un’idea così bella e ricca di valore, sfuggendo dal cliché che non consente di vedere nei ragazzi affetti da disturbo dello spettro autistico un’esistenza che scivola via in silenzio; in queste persone ci sono invece un’energia ed un potenziale enormi.
PizzAut è una sfida straordinaria, che vuole dimostrare che l’inclusione sociale è possibile e che sa far star bene le persone. Questo speciale progetto ha anche l’ambizione di educare le persone a vedere tutte le cose normali della vita: è vivendo normalmente che rendi tutto normale!
Per sostenere PizzAut si può fare una donazione online al sito www.pizzaut.it
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SU DEMOCRATICA.COM
#10annipd
Dieci anni
Fu una scelta giusta Ora a noi e all’Italia serve un nuovo balzo in avanti
se e modernizzasse il sistema istituzionale. Il fatto che la propo-

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Piero Fassino

sta di riforma della Costituzione non sia stata approvata rifiutata non significa che quell’obiettivo sia caduto. Al contrario, l’esito del referendum ha prodotto una regressione politica e istituzionale
DDieci anni fa nasceva il Partito Democratico, che ci ha precipitato nelle instabilità della prima Repubblica. L’ur-al termine di un percorso iniziato alla metà genza di riprendere un cammino di riforme è tema di stringente degli anni ‘90 con la costituzione dell’Ulivo. attualità’. Un cammino che ha visto il centrosinistra Infine, il PD nacque con l’ambizione di contribuire dall’Italia a per tre volte vincere e governare l’Italia – nel un rinnovamento del riformismo europeo di cui già dieci anni fa ‘96, 2006 e 2013 – e per tre volte soccombere si avvertivano le difficoltà. Allora la nostra di fronte al centrodestra, nel ‘94, 2001 e 2008. poteva sembrare una presunzione. Oggi, di fronte all’affanno Un cammino che ha suscitato speranze e en-politico ed elettorale in cui si dibattono in Europa tutti i partiti so-tusiasmi, ma anche travagliato da fragilità cialisti e socialdemocratici, l’obiettivo di una profonda ristruttu-e divisioni che pro-razione del campo progressista europeo prio per essere superate portarono alla
appare urgentissimo. costituzione del Partito Democratico. Un
Le ragioni per cui dieci anni fa fu fon-cammino condotto in un mondo segnato dato il PD sono dunque più valide che in ogni campo da enormi trasformazio-Sabatomai. E tuttavia il PD vive oggi un pasni. Non e’ dunque formale chiedersi se saggio difficile. Quel moto di speranza le ragioni che portarono alla fondazione suscitato dalla carica di innovazione e
14 ottobre
del PD siano ancora valide. discontinuità immessa da Renzi – tradottasi in riforme che stanno rimettendo in Il PD nacque in primo luogo per ri-piedi il Paese – è stata in parte offuscato
il Pd celebra
spondere alle sfide di un mondo in tu-dagli esiti negativi delle elezioni amminimultuosa trasformazione e segnato dalla strative del 2016 e del 2017 e del referen-globalizzazione. Cambiamenti nel modo a Romadum costituzionale. di produrre, di consumare, di comunica
il primo
re, di vivere, nessuno dei quali poteva es-Eppure solo dal PD può venire oggi sere interpretato e gestito con la cassetta una proposta di sviluppo economico, so-degli attrezzi del Novecento. Insomma ciale e culturale capace di restituire agli
decennale
serviva un partito nuovo con un pensie-italiani opportunità e certezze. E solo il ro riformista nuovo per un nuovo secolo.
PD può rappresentare un argine ai rischi Ebbene, nel decennio che abbiamo alle di una deriva populista. Centrodestra e spalle i cambiamenti sono ulteriormente M5S possono raccogliere consensi signi-cresciuti con velocità esponenziale e ancor di più richiedono oggi ficativi, ma non appaiono in grado di proporre un progetto per il un partito capace di esprimere un pensiero nuovo. futuro dell’Italia. E solo il PD può restituire certezze a una società
Il PD nacque per dare all’Italia una grande forza riformista che inquieta – per il futuro dei figli, per la sicurezza, per l’immigrazio-unisse le grandi correnti popolari e democratiche che a lungo si ne – mettendo in campo politiche all’altezza delle aspettative degli erano contrapposte, vincolate da uno scenario internazionale se-italiani gnato dalla divisione ideologica e politica dell’epoca bipolare. Una Pesa dunque sul PD una grande responsabilità che deve essere contrapposizione che, con la caduta del muro di Berlino, poteva onorata con una mobilitazione straordinaria, chiamando a rac-finalmente essere superata grazie a un solido giacimento di valori colta l’enorme giacimento di energie, risorse, idee di cui la società comuni. Ebbene il centrosinistra non sarebbe certo più credibile italiana è ricca. L’obiettivo deve essere un nuovo “balzo in avanti” se oggi qualcuno pensasse di tornare indietro ai DS e alla Marghe-che consenta all’Italia di riprendere il cammino delle riforme, del-rita. la crescita, della creazione di lavoro.
Il PD nacque per dare all’Italia una forza politica che riformas-
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La sindaca di Barcellona Ada
La protesta contro la polizia
Colau: “Serve una soluzione
spagnola continua. Oggi
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Armi e libertà Paradosso America

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Giacomo Rossi

CCon le sue 59 vittime quella di Las Vegas è la più grande strage da armi da fuoco della storia degli Stati Uniti. La seconda è altrettanto recente ed è quella di Orlando, avvenuta il 12 giugno
dell’anno scorso e dove hanno
trovato la morte 49 persone, mp che però, per bocca della
più l’attentatore.
Allora come oggi, si è riaperto il dibattito sulla necessità di legiferare in maniera più stringente il possesso di armi. A chiederlo sono stati in primis due senatori democratici del Connecticut che ieri hanno accusato i loro col
20 anni.
Alla protesta dei senatori del Connecticut si è aggiunta la voce dell’ex candidata democratica alla Casa Bianca, Hillary Clinton, che ieri ha lanciato un appello alla responsabilità al Congresso. “Il nostro dolore non è abbastanza – ha scritto in una serie di tweet – possiamo e dobbiamo mettere la politica da parte, prendere posizione contro la Nra (la National Rifle Association, la più potente lobby Usa a favore delle armi, ndr.) e lavorare insieme per evitare che questo succeda di nuovo”.
I Democratici, dunque, provano a rompere di nuovo il muro che già il loro presidente, Barack Obama, ha cercato di fare più volte nel corso del suo mandato alla Casa Bianca. L’ultima subito dopo un’altra strage, quella di San Bernardino in California, dove morirono 14 persone più i due attentatori. L’ennesima carneficina che aveva spinto Obama a non aspettare più il Congresso e di passare all’azione.
Nel giro di poche settimane prepara un piano che cerca di chiarire alcuni aspetti di una legge già esistente sui cosiddetti background checks, i controlli preventivi effettuati sugli acquirenti di armi da fuoco e che fino a quel momento erano obbligatori solo per i negozi tradizionali di armi. Non molto, ma il massimo che poteva ottenere l’allora presidente
senza il sostegno del Congresso.
Ora la palla tocca a Donald Tru-
leghi del Congresso di non guardo dei giornalisti dopo Obama ha provato a legiferare. Trump ha già fatto sapere di non avere intenzione di farlo
sua portavoce, ha già chiuso le porte ad ogni volontà di legiferare in merito: “Non è questo il luogo né il momento per parlare di controllo delle armi da fuoco”, ha detto la portavoce della Casa Bianca Sarah Huckabee Sanders, eludendo le domande al ri
aver fatto nulla per impedire stragi come queste. Il fatto che proprio due senatori dello stato del nord-est americano abbiano alzato la voce prima di altri non è un caso. Nel 2012 il Connecticut è stato teatro del massacro della San-dy Hook Elementary School dove morirono 28 persone, di cui 20 bambini di età compresa tra i 6 e i 7 anni e l’attentatore, suicida, di soli
la strage di Las Vegas. Secon
do la Sanders, leggi più restritti
ve non servirebbero a ostacolare il fenomeno delle sparatorie da parte di folli armati di fucili acquisiti al libero mercato. Eppure è difficile non ammettere come i fatti degli ultimi anni sembrano darle drammaticamente torto.
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SU DEMOCRATICA.COM
Il killer di Marsiglia ha vissuto ad Aprilia
T
rent’anni, tunisino, l’uomo che ha accoltellato due ragazze aveva precedenti penali per furto e spaccio. Era sposato con un’italiana, ma si erano separati tre anni fa e lei ora sarebbe emigrata in Nordafrica. Tunisino di Bizerte, 30 anni, Ahmed Hanaci arriva nel 2006. Vive di espedienti, ha precedenti penali per furto e spaccio. Stessi reati contestati alla moglie. I due si sposano nel 2008 e vivono insieme fino a tre anni fa.
A cosa serve il “Burqa ban” austriaco
È
entrata in vigore in Austria una legge che proibisce indumenti che coprano interamente il volto. La legge, conosciuta come Burqa ban, è vista soprattutto come un freno all’abbigliamento delle donne musulmane ultra-conservatrici. Numeri alla mano, il provvedimento riguarda 150 donne, lo 0,03% della popolazione musulmana austriaca, lo 0,002% della popolazione totale. A che serve allora questa legge?
Pensieri e parole
“Così resistiamo
alla mafia”
La lezione di don Giacomo
Intervista a don Panizza, il sacerdote-coraggio che, arrivato da Brescia nel 1976, ha fondato a Lamezia Terme la Comunità Progetto Sud: un gioiello divenuto simbolo di legalità

Carla Attianese CONDIVIDI SU

“I“In 40 anni ne abbiamo ricevute di minacce mafiose. Come una fisarmonica a volte si fanno sentire di più, e a volte di meno, ma noi resistiamo”. A parlare con Democratica è don Giacomo Panizza, il sa-cerdote-coraggio che, arrivato da Brescia nel 1976, ha fondato a Lamezia Terme la Comunità Progetto Sud, un piccolo gioiello al servizio di disabilità, tossicodipendenza, immigrati e disagio sociale che in quattro decenni è diventato uno dei tanti preziosi simboli di legalità e di resistenza alla mafia che l’Italia può vantare.
Un lavoro il più delle volte trascurato dalle cronache, attratte con più facilità dalle notizie di violenze
e uccisioni, quello portato avanti da realtà come
“La ‘ndrangheta non ha paura di me, ha paura che il mio No si allarghi e crei contagio”
Quando proviamo a parlare di giovani il respiro Progetto Sud, ma che rappresentano punti di ri­
di don Giacomo si fa lungo, e come fosse un ra-ferimento fondamentali per il contrasto alla ma
gazzino comincia a parlare di futuro. “Sono tanfia e la costruzione di una alternativa innanzi-
ti i giovani che partecipano alle iniziative come tutto culturale. E in 40 anni la comunità fondata
quella del concerto anti ‘ndrangheta, ma quello da don Panizza ne ha fatta di strada, tanto da
che ancora manca è la forza di durare nel tem-contare oggi una ampia e solida rete di centri
po. Rispetto a 40 anni fa, però, oggi i giovani, a di accoglienza e riabilitazione, case famiglia, co-
partire dalle scuole, riescono a pronunciare un munità terapeutiche e imprese e cooperative so
‘si può, si potrebbe’ prima impensabile”. ciali.
“Oggi non c’è più il mito della carriera nella
Quando lo sentiamo, dopo la notizia dell’ennesima intimidazione ai danni di una delle realtà del gruppo – un furto con scasso alla cooperativa che gestisce il parcheggio dell’ospedale Giovanni Paolo II di Lamezia terme -, don Giacomo ci parla con calma e dolcezza, tanto che quasi non si direbbe di stare conversando con un uomo che da 15 anni vive sotto scorta.
“Prima sono arrivate le richieste di pizzo – ci racconta – poi nel 2002 la cosa si è appesantita. I mafiosi pensano che io aiuti le persone, ma io lavoro con e non per loro. Semplicemente li aiuto ad aiutarsi, a prendersi la propria dose di libertà anche se in carrozzina o senza lavoro. È facendo la propria parte che la gente impara a diventare felice”.
“La ‘ndrangheta non ha paura di me – ragiona don Giacomo -, ha paura che il mio ‘no’ si allarghi e crei contagio. Io dico apertamente che non pago il pizzo e questo per loro è inaccettabile, per questo con alcuni imprenditori abbiamo messo su una associazione anti-
racket, così resistiamo facendo gruppo”.
Ed è lì che insiste don Giacomo, sull’idea che si resiste e si ha una speranza solo insieme. “Spesso chi guarda a realtà come la Calabria ha in mente solo un tipo di idea, ma qui ci sono tanti gruppi che resistono. C’è l’inferno ma anche il paradiso, la mafia è dappertutto ma non è tutto e c’è anche chi reagisce. Lo snodo vero, il vero discrimine è tra chi sceglie di pagare, o di reagire per conto suo, e chi invece sceglie di reagire assieme agli altri”.
E il pensiero, inevitabilmente, va alle tante vittime di mafia che hanno pagato con la vita la decisione di dire no al pizzo. “Chi è stato ucciso – riflette don Panizza – è stato lasciato solo. È a partire da questa considerazione che ho capito che l’unica modalità, l’unica possibile forma di resistenza è mettersi assieme. Se siamo in tanti la mafia non potrà nulla contro di noi, per questo è importante che a ogni iniziativa, a ogni fiaccolata par
tecipino tante persone”.
‘ndrangheta – ci racconta -. Quello che dico ai giova
ni è ‘non siete voi a scegliere, sono loro a scegliere voi,
e scelgono tra voi quelli più deboli’. 40 anni fa mi dice
vano che non capivo, io che arrivavo da Brescia. Oggi, insistendo, stanno invece capendo loro. I mafiosi dicono di essere grandi e invece muoiono presto, vanno in galera o devono vivere nascosti come topi”.
Salutiamo don Giacomo con un auspicio che riguarda la politica, che il sacerdote ha “sentito vicina” ma che vorrebbe fosse più presente nelle cose concrete, perché “non esiste solo l’ingiustizia perpetrata dalla ‘ndrangheta, ma anche l’ingiustizia delle cose che non funzionano”.
Del resto, ci ricorda, è proprio nello spazio lasciato vuoto dalle istituzioni che i mafiosi poi si insinuano, regalando subdolamente l’illusione di poter risolvere quegli stessi problemi che sono, in realtà, il loro primo e vero nutrimento.
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