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Democratica

Della Redazione Di Democratica

n. 58 Giovedì 26 ottobre 2017
“Chi evoca con tanta leggerezza il fascismo in quest’Aula non sa cos’è stata quella tragedia per gli italiani” (Luigi Zanda oggi al Senato)
Vicolo cieco
M5s Sconfitti anche al Senato sulla legge elettorale i grillini si consolano con sceneggiate in piazza (e poca gente) ma dimostrano di non sapere dove andare. Unica certezza: porterebbero il Paese nel buio.
L’EDITORIALE / 1


Caro Serra, Roma è tutt’altro che fascista
Gianmarco Nulli Gennari
MMichele Serra, che, se la memoria non ci tradisce è anche romano di origine, scrive cose molto giuste sulla triste tradizione di liaison che
un pezzo della città ha sempre mantenuto con
il fascismo. È anche un retaggio storico che
resiste al tempo. La Roma calcio è stata fondata
da dirigenti e imprenditori fascisti (nel 1927 era
inevitabile). SEGUE A PAGINA 7
L’EDITORIALE / 2

Quando un testo scolastico è sbagliato
Simona Malpezzi
AAbbiamo letto con attenzione la parte del libro di testo di quinta elementare “Diventa protagonista” che è stata segnalata da un genitore e condividiamo le sue preoccupazioni. Per questo, con un’interrogazione abbiamo chiesto alla Ministra Fedeli di fare in modo che fenomeni complessi siano presentati in modo oggettivo, con dati verificati. A PAGINA 5
PAGINA 2
DESTINAZIONE ITALIA
Renzi: noi aiutiamo le imprese, altri fanno show
ALLE PAGINE 3-5
Movimento 5 Stelle
LA NUOVA LEGGE ELETTORALE
IIeri pomeriggio, in piazza del Pantheon a Roma, a pochi metri da Palazzo Madama dove si stava votando la nuova legge elettorale, è andato in scena un nuovo show a 5 stelle. Beppe Grillo, Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista hanno indossato tre bende sugli occhi, la piazza ha imitato il gesto e poi ha urlato improperi orrendi. Come quel gruppetto che ha gridato “impicchiamoli” e poi ha elogiato l’uso della ghigliottina. E non è stato il solo. Insulti, anche molto pesanti, sono stati riservati alla prima e alla seconda carica dello Stato, Sergio Mattarella e Pietro Grasso. Mentre in Parlamento si cercava di dare una legge elettorale al Paese, una legge che potesse correggere le storture del Porcellum ed evitare l’instabilità garantita dal Consultellum, fuori dal Senato si era già in campagna
“Non abbiamo potuto fare una manifestazione davanti al Senato perché hanno paura. Ho consigliato alla polizia di andarci loro là, e di accerchiarli” “Cosa c’è, chi è? Grasso? Ma non dobbiamo più prendercela: si sono tolti la maschera dei malfattori, ormai sono a piede libero”
elettorale.
Una campagna elettorale che si
preannuncia feroce e senza freni, vi
sto che nessuno dei tre, compreso il
candidato premier Di Maio, ha pensato di
frenare gli animi di una folla tanto accecata
dalla rabbia e dalla propaganda grillina. Gril
lo invita addirittura la Polizia a circondare il Senato
per “accerchiarli”. “Un momento di manicomio” lo ha
definito Matteo Richetti, “ieri giocavano a mosca cieca
mentre noi davamo al Parlamento una legge con cui gli
elettori sanno chi votano”. Già perché ogni volta che ai
cinquestelle è stato chiesto un gesto di responsabilità,
quel gesto è mancato. Solo a guardare i vari tentativi di
varare una nuova legge elettorale che potesse avere il
più ampio consenso, il movimento grillino ha dato segni
di discontinuità e improvvisi ripensamenti. Con queste
premesse, non ci si dovrebbe stupire se la summa della
proposta grillina si è ridotta ai “vaffa”, agli insulti e al
gesto dell’ombrello. Come quello esibito in Aula dal se
natore Mario Giarrusso. I cinque stelle che vorrebbero
guidare l’Italia sono questi. Quelli degli show e dei trava
si di bile venduti a scopo elettorale. Su Twitter Richetti
pubblica una foto dei tre bendati e si chiede: “Ma dav
vero voi affidereste il futuro dei vostri figli a questi tre
qui?”. Facile la risposta: No.

Manicomio grillino
Urla, insulti e bugie: la sceneggiata M5s che nasconde la sconfitta
Giacomo Rossi CONDIVIDI SU
“Roma sta migliorando, ho dovuto sporcare io perché era tutto pulito”

LEGGI SU DEMOCRATICA.COM
Partito democratico


Renzi: “Noi aiutiamo le aziende a riaprire, altri fanno show in piazza”
Se resterò Visco lo rispetterò
“Non dico che abbia
fatto finta di non
vedere ma non ha funzionato. Mi auguro che i prossimi 6 anni di Bankitalia siano migliori. Peggiori mi
sembra difficile”
Stefano Minnucci CONDIVIDI SU
SSe da una parte i grillini, sconfitti sulla legge elettorale, dimostrano di non sapere dove andare consolandosi con le loro sceneggiate in piazza, Matteo Renzi da Flumeri, nell’area industriale Valle Ufita cuore dell’Irpinia, visita l’ex Iribus nel suo viaggio in treno e promette: “Riapriamo le aziende, diamo lavoro alle persone”. I dati economici che continuano ad arrivare confermano che la buona politica può veramente aiutare i cittadini. E dopo aver attraversato varie regioni nel suo
viaggio in treno, ascoltando l’I-sottolinea, è la “paura” dei griltalia profonda -percorrendo
lini di confrontarsi nei collegi: finora oltre 2100 chilometri
“Danilo Toninelli si è candi

il leader dem torna a par-
dato una volta in vita sua
lare di Bankitalia e legge
al comune di Crema e ha
elettorale. Stamane su via
preso nove preferenze, io Nazionale ribadisce la sua
ho preso centinaia di miglia-
Toninelli si è candidato una volta in vita sua al comune di Crema e ha preso nove preferenze
posizione in collegamento dalla stazione di Ariano Irpino con Circo Massimo su Radio Capi-tal.
“Se si ritiene che valga la pena confermare Ignazio Visco, mi auguro che i prossimi sei anni siano migliori degli ultimi. Peggiori mi sembra difficile”. Sono ore decisive per la nomina del governatore di Palazzo Koch, il cui nome potrebbe arrivare già nella giornata di oggi. E il leader dem conferma la sua linea: “In questi sei anni il sistema di vigilanza sulle banche ha funzionato? Per me no”.
E aggiunge: “Non dico che Bankitalia abbia fatto finta di non vedere, ma di certo non ha funzionato”. Parole che rafforzano quanto detto qualche ora prima a Porta a
Rosatellum, ridicola la protesta M5s
“Siamo alla follia. Il motivo della loro protesta è la paura di confrontarsi nei collegi. Il Rosatellum è comunque un passo in
avanti”
porta, dove Renzi ha partecipato in collegamento dalla stazione di Benevento, sul treno che in questi giorni lo sta portando in giro per il Paese. Lì il segretario Pd lo ha ribadito chiaro e tondo: “Io non avrei riconfermato Visco”, ma torna comunque ad assicurare che rispetterà la scelta del premier, qualunque essa sia: “Se il presidente del Consiglio decide di confermare Visco io non lo condivido, ma andiamo avanti lo stesso”.
Nella trasmissione condotta da Vespa torna anche sulla legge elettorale definendo “ridicola” la protesta dei Cinque stelle contro il Rosatellum. “Siamo alla follia”, dice. Il motivo della protesta,
ia di voti”. Il Rosatellum è la
soluzione migliore? “Difficile
definirla così – dice – io avrei vo
luto un altro meccanismo ma il Rosa-tellum è molto meglio del sistema di prima, quello che Calderoli ha definito una porcata. E’ un passo in avanti”.
Infine stamane da Radio Capital affronta anche il tema dell’aumento automatico dell’età pensionabile: “A fronte di un aumento che scatta nel 2019 e di una richiesta della Camusso, della Furlan e di Barbagallo di prendere sei mesi per studiare bene il sistema, noi abbiamo detto di sì. Se a Landini non va bene neanche quando diciamo di sì faccia pace con se stesso”.
LEGGI
SU DEMOCRATICA.COM
La legge elettorale si vota con chi ci sta
“La legge elettorale si vota anche con gli altri. Vi stupite che ci sia un accordo con Forza Italia e Lega quando su un diritto civile non vi
stupivate”.

PORTA A PORTA
Intervista in collegamento dalla Stazione di Benevento
Pensioni, Landini “ideologico”
“Se a Landini non va bene neanche quando diciamo di sì faccia pace con se stesso. Siamo d’accordo con i sindacati nel prendere tempo per studiare bene il sistema
Destinazione Italia
Il treno dell’ascolto
Nel settimo giorno di viaggio, il treno Pd ha lasciato la Calabria con una visita mattutina a un luogo molto suggestivo come il Santuario di San Francesco a Paola. Da lì il treno ha raggiunto il sito archeologico di Paestum, ha deviato per la Basilicata in direzione Tito, provincia di Potenza, e ha fatto rientro in Campania per un’ultima tappa a Benevento. Proprio la Campania, ha detto Matteo Renzi, “con i nostri investimenti potrà essere il punto di forza dell’Italia che riparte”.
La visita al Santuario di San Francesco da Paola Il santuario di San Francesco di Paola è meta di pellegrinaggi da tutt’Italia. Renziha avuto modo di salutare alcuni ragazzi del Pd locale che indossavano una
maglietta con la scritta #iononmollo, a significare la determinazione dei
giovani a volersi costruirsi un futuro
qua, nella loro terra. Il segretario
del Pd ha ribadito la necessità di un ulteriore e rapido ammodernamento del
sistema dei trasporti in questa regione, specialmente quello ferroviario che ad
oggi condanna i calabresi a un destino
da cittadini di serie B.
A Paestum, “simbolo di ciò che vogliamo fare per il futuro”
La tappa di Paestum inizia con un incontro estemporaneo in treno con alcune donne del comitato che si batte contro l’ampliamento dell’impianto di compostaggio di Battipaglia dove insistono anche altri
6 impianti di trattamento dei rifiuti. Poi, accolto dal governatore campano Vincenzo De Luca, Matteo Renzi a Capaccio Paestum, “simbolo di quello che vogliamo
fare per il futuro”, ha raggiunto il Parco archeologico,patrimonio dell’Unesco, diretto da Gabriel Zuchtriegelnominato nel 2015 durante il governo dei Mille Giorni.
ATito l’incontro con ricercatori e lavoratori Per la terza tappa il treno è tornato in Basilicata. Ieri è stata la volta della provinciadi Potenza e dell’incontro con i giovani ricercatori lucani e le delegazioni dei lavoratori della zona. Ricerca, innovazione, Sud, giovani,ambiente e cambiamenti climatici i temi
Destinazione Italia
affrontati durante la visita ai laboratori del
Cnr nella zona industriale di Tito, una delle eccellenze di una regione che in questi
anni sta puntando moltissimo su ricerca e
innovazione. “Il futuro del Paese passa dalla capacità di saper innovare” ha detto Renzi.
ABenevento con le aziende che sono ripartite dopo l’alluvione
La giornata di mercoledì è terminata a Benevento, a Ponte Valentino, con una visita all’ASI, il consorzio di marchi della zona industriale che comprende tra gli altri Rummo, Augusta, Westland. Tutte aziende duramente colpite dall’alluvione del 2015. Qui le imprese economiche e produttive del Sannio
hanno descritto una situazione in ripresa nonostante la
calamità di due anni fa. “Oggi da -2% di Pil siamo passati al +2%”. Ma non basta, perché c’è ancora “una distanza abissale tra Nord e Sud”.
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Il dovere di raccontare la verità
Se su un sussidiario delle elementari i profughi sono clandestini e minacciono il nostro benessere

Simona malpezzi CONDIVIDI SU

AAbbiamo letto con attenzione la parte del libro di testo di quinta elementare “Diventa protagonista” che è stata segnalata da un genitore e
condividiamo le sue pre
occupazioni. Per questo, con un’in
terrogazione abbiamo chiesto
alla Ministra Fedeli di fare in
modo che fenomeni com
plessi siano presentati in
modo oggettivo, con dati
verificati. Nessuna cen
sura. Chiedere che in un
libro di testo non si dica
semplicemente che i
profughi sono clandesti
ni che non riescono a in
tegrarsi e che, per questo,
sono ritenuti una minaccia
dai cittadini, è semplicemen
te buon senso. Troppo spesso –
oggi- il sacrosanto diritto alla libertà
di opinione è confuso con l’opportunità di
dire qualsiasi cosa passi per la testa. Ancora
Spesso la libertà di opinione è confusa con l’opportunità di dire qualsiasi cosa passi per la testa
meglio se “politicamente scorretta”. Credo sia doveroso dire che nei sussidiari non devono essere contenute informazioni parziali e scorrette su fenomeni importanti e complessi come l’immigrazione; non si può affrontare un tema come questo attraverso semplificazioni banali che si basano su stereotipi e pregiudizi. Stiamo parlando di bambini che non saranno solo i cittadini di doma
ni ma che già a questa età stanno costruendo il loro percorso di cittadinanza. E’ evidente che servano molto equilibrio e dati oggettivi nel proporre alla loro attenzione temi che, soprattutto negli ultimi anni, stanno suscitando sentimenti contrastanti in molti adulti. Stiamo parlando di un fenomeno, quello delle migrazioni, che caratterizzerà la storia
dei prossimi anni e che, già da molto tempo, costituisce un elemento significativo nella definizione delle nostre società che sono sempre più multiculturali. E proprio le scuole sono il primo luogo in cui assistiamo a questo cambiamento e in cui si realizzano le prime forme di integrazione e di inclusione. Quindi, raccontare ai bambini una storia sbagliata o parziale non è certamente il modo migliore per aiutarli a comprendere il senso di cittadinanza che è proprio quello che la scuola dovrebbe fare. Basterebbe raccontare la verità.
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Verso la Conferenza Programmatica
Parla Giovanni Lattanzi
Parla Simona Bonafè
“Per un ambientalismo non di facciata come quello dei grillini”
Silvia Gernini
OOnorevole Bonafè, lei a Napoli coordinerà il tavolo sull’ecologia. Un tema da affrontare con urgenza, non solo in Italia. Quali sono le priorità? Sbaglieremmo se riducessimo il tema dell´ecologia solamente ad una politica ambientale ma si tratta di una vera e propria svolta nella politica di sviluppo industriale ed economico del nostro Paese, in grado di coniugare il rispetto del nostro territorio con una maggiore competitività per le nostre imprese. Per questa ragione abbiamo deciso di ampliare questo tavolo a settori cruciali che hanno le potenzialità di trainare questo nuovo modello di sviluppo. Mi riferisco al turismo, alle infrastrutture, all’agricoltura, all’energia, alla pianificazione e rigenerazione urbana. L’Italia possiede già il know-how, le eccellenze accademiche ed esperienze virtuose che potrebbero porla come leader globale di questa crescita sostenibile. Napoli deve rappresentare un primo momento di riflessione per porre il Partito Democratico alla guida di questa sfida. In contrapposizione con l’“ambientalismo di facciata” del Movimento 5 Stelle o a “negazionismo climatico” a trazione leghista
Il tema ecologia è vasto: quali saranno gli spunti dai quali partirete per il tavolo di lavoro a Napoli?
Gli accordi internazionali sottoscritti dal governo di Matteo Renzi rappresentano un punto imprescindibile della nostra riflessione. Mi riferisco in particolare all’accordo globale sul Clima di Parigi e all’adozione degli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle nazioni unite. Lotta al cambiamento climatico e transizione energetica, uso efficiente delle risorse, smart cities e la promozione del Brand Italia devono rappresentare gli obiettivi imprescindibili per la nostra futura agenda di governo. Non potremmo però non cominciare con una seria valutazione sulle catastrofi naturali che hanno colpito il nostro Paese, a partire dall’ultimo terremoto in Umbria e Marche. La ricostruzione e la messa in sicurezza del nostro territorio sono sempre state le priorità del Partito Democratico. Le azioni parlano chiaro. Il Governo Renzi ha messo in atto un piano unico nella sua portata attraverso il progetto “Casa Italia”. Il nostro obiettivo per la prossima legislatura è quello di garantire a tutti i cittadini una casa sicura e sostenibile sia dal punto di vista economico che ambientale attraverso un Patto nazionale per la sicurezza in cui istituzioni e cittadini condividono obiettivi e strumenti.
Quali obiettivi sono stati raggiunti dal Pd a livello europeo e nazionale?
Per capire l’importanza delle azioni messe in campo dal Pd mi piace ricordare un dato. Oggi in Italia abbiamo circa 385.570 imprese che investono nel campo della green economy con un incremento occupazionale del circa 3% annuo. Non si può negare che questo dato positivo sia stato supportato anche dalle politiche messe in atto dal Partito Democratico. Gli ecobonus per la riqualificazione energetica e la prevenzione antisismica, il bando periferie, il Piano Strategico Mobilità Sostenibile, rappresentano solo alcune delle azioni. Allo stesso tempo abbiamo approvato due normative come quella sugli Ecoreati e sugli Appalti Verdi che dotano l’Italia di una delle legislazioni europee più avanzate in questi ambiti. A livello europeo, il nostro partito ha condizionato la propria fiducia al Presidente Juncker al lancio di un piano di investimenti pubblici che ha tra le proprie priorità quella di sbloccare risorse per azioni concrete che favoriscano la crescita sostenibile.
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“Lotta alla povertà e sviluppo dei servizi: la nostra scommessa”
CONDIVIDI SU Francesco Gerace CONDIVIDI SU
LLattanzi, lei coordinerà il tavolo “Cura delle persone: equità e lotta alle diseguaglianze” cosa si aspetta dalla conferenza programmatica di Napoli sul tema? Aprirsi al confronto al dibattito e alle idee è sicuramente la mission della conferenza di Napoli. E questo è già un buon punto di partenza. A Napoli arriviamo con molte cose fatte, sia dal governo Renzi che dal Governo Gentiloni, ma è importante anche iniziare un percorso di condivisione e di confronto sulle cose da fare. Perché il compito di un grande partito è quello di costruire un progetto per il nostro paese, una visione, pensare alle politiche sociali e quelle sanitarie, intese in senso ampio, all’altezza delle sfide del futuro e soprattutto dei cambiamenti in atto e quelli che ci attendono.
I governi di centrosinistra hanno fatto passi importanti
per la lotta alle diseguaglianze. Cosa c’è ancora da fare?
Sicuramente alcune riforme messe in campo dai governi del Pd in questi anni hanno bisogno di essere implementate. Per esempio il reddito di inclusione e la presa in carico delle persone va ampliato sia in termini di platea sia in termini di risorse. In questa legislatura è stato importante introdurre, per la prima volta in Italia, una misura universale di lotta alla povertà, ma non basta. Per me fondamentale è anche sviluppare bene la rete dei servizi che costituiscono una delle due gambe del reddito di inclusione. Lo scopo della conferenza è appunto quello di aprirsi, che è lo stesso scopo del treno, perché per dare risposte bisogna capire e comprendere bene le domande di servizi di politiche di welfare che i cittadini le associazioni e i vari mondi ci fanno.
I temi della piazza tematica che lei coordina sono molto
importanti. Crede che il partito democratico abbia
spiegato bene quanto fatto su questi temi?
Questa è una domanda che andrebbe fatta ai cittadini. Personalmente credo che molte delle cose che abbiamo fatto non sono state pienamente comprese perché le grandi riforme generalmente hanno bisogno di tempo per mostrare ai destinatari i loro effetti. Forse qualche cosa potevamo farla meglio e lo scopo della conferenza è cercare di capire dalla viva voce delle persone quali cose hanno funzionato e cosa ha funzionato meno, cosa andrebbe migliorato e cosa andrebbe cambiato. Ascoltare e confrontarsi sono le basi per costruire un percorso condiviso presupposto imprescindibile per riformare e migliorare il nostro paese.
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27 venerdì 15.00 Accrediti16.00 Plenaria19.30 Pausa20.30 Piazzetematiche23.30 Chiusura lavori9.30 Plenaria13.00 Pausa14.30 Piazzetematiche16.30 Plenaria20.00 Chiusura lavori29 domenica 9.30 Plenaria28 sabato
Calcio e razzismo
Caro Serra, Roma è tutt’altro che fascista
Perché i razzisti delle curve di Roma e Lazio non rappresentano la Capitale e il suo spirito

Gianmarco Nulli Gennari CONDIVIDI SU
Segue dalla prima

EEra fascista perfino Renato Sacerdoti, presidente negli anni Trenta, di famiglia ebraica, che fu perseguitato dopo l’adozione delle leggi razziali e costretto ad abbandonare la
società (per poi riprenderla nel 1950). La
Lazio, dal canto suo, è stata guidata in pri
ma persona, negli stessi anni, da un gerar
ca, il generale Vaccaro.
Più in generale, la città fu letteralmente
fagocitata dal regime, che la elesse a sim
bolo della (presunta) ritrovata grandezza
del Paese, dal 1936 perfino con l’analogia
dell’Impero. Per non parlare della sostan
ziale benevolenza della Chiesa cattolica e
della sua enorme influenza sulla città. E
la peculiare attività di proselitismo (più
spesso di coercizione) del fascismo, con
dominio per condominio, ha inevitabil
mente segnato la storia di tante famiglie
romane, spesso anche dopo il 1945, come
testimoniano le biografie di alcuni politici
e anche di qualche estremista di destra.
Detto questo, mi sembra ingiusto can
cellare del tutto, come fa Serra, ancor
ché in uno spazio per sua natura limitato
come l’Amaca, la profonda e nobilissima
tradizione antifascista della città. Basti
citare quello che è il primo episodio in
assoluto della Resistenza in Italia, nel set-
GLI ANNI DELLA GUERRA / 1
Porta San Paolo, un baluardo simbolo della Resistenza romana
tembre 1943 a Porta San Paolo, di fronte all’invasore tedesco; o il tragico rastrellamento del Ghetto, il 16 ottobre successivo, con mille romani ebrei deportati e
GLI ANNI DELLA GUERRA / 2
Il rastrellamento del Ghetto di Roma, 16 ottobre 1943
uccisi ad Auschwitz. L’assegnazione della medaglia d’oro per la Resistenza alla città non fu casuale, ma frutto di innumerevoli episodi di guerriglia e sabotaggio contro tedeschi e fascisti che videro protagonisti i romani tra il 1943 e il 1944. E anche questa tradizione (così come quella fascista) è stata coltivata e perpetuata negli anni successivi in città, con risvolti positivi ma anche negativi, legati questi in particolare all’ampia adesione e simpatia che il brigatismo rosso ricevette in tanti quartieri.
Ma la tradizione più nobile dell’antifascismo romano è stata coltivata e tenuta viva, in particolare dai due sindaci di sinistra che l’hanno governata per anni dopo il lungo dominio democristiano e centrista: Rutelli e Veltroni, ispirati in parte da due precursori come Argan e Petroselli. Per questo mi pare ingeneroso accomunare, come fa Serra, “il mondo politico nel suo complesso” come responsabile dei rigurgiti fascisti e nostalgici che accadono troppo spesso nella nostra città.
Ma qui mi fermo perché occorrerebbe davvero un libro. Ho scritto queste righe solo per dovere di verità nei confronti di una città che non merita di essere additata semplicisticamente come “fascista”. Roma è anche e soprattutto altro.
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