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Pasquale Abiuso, (Pucin): Continuando

Di Vittorio Venditti

Per Completare Ed Andare Avanti

Nei giorni scorsi, ho avuto modo di pubblicare quanto il nostro Pasquale Abiuso ha voluto inviarmi in risposta al mio umile articolo.

A quanto hai scritto, o Pasquale, devo proporre qualche sommessa “critica”, che spero ti serva, andando avanti nella tua spero fruttuosa campagna elettorale che tra breve dovrai incominciare.

La prima cosa che mi riguarda direttamente, è il tuo modo di rivolgerti a me.
Tu mi chiami “direttore”, come se ti trovassi di fronte ad un giornalista navigato; io, come detto più volte, sono solo una persona che scrive per il gusto di scrivere, tanto da non tenere in minima considerazione il contatore del mio sito, se non, per ringraziare chi ha la pazienza ed il tempo da perdere per leggere quanto scrivo.
Sono ben altri, per me, i problemi importanti ed interessanti che la vita ci propone.
Il mio scrivere è fine a sè stesso, ma se può essere utile a far del bene a qualcuno, (possibilmente non a chi non mi tiene in considerazione), ne sono più che felice ed onorato.
Detto quanto sopra, avrei preferito che ti fossi rivolto a me, come fai quando ci troviamo in qualche bar o per strada: chiamandomi per nome.
Certi stupidi orpelli, lasciamoli a chi, normalmente e come detto stupidamente, ama usarli per ammantarsi di quell’effimero (sentirsi superpartes), da utilizzare come distinguo dal Prossimo.

Un altro punto che mi riguarda direttamente, segue a ruota il primo.
Hai detto di me “che coraggio!”.

Personalmente di coraggio ne ho da vendere e ci campo giornalmente; consentimi però un appunto:
Posto quanto appena detto, atteso che, (e questo lo dico a voce alta), nessuno mi può ricattare perché nessuno avanza niente da me, considerato che il provare a ricattarmi otterrebbe l’effetto esattamente contrario, con annessa ripicca nei confronti del fesso di turno e assunto che ti considero mio simile, (almeno in fatto di onestà morale ed intellettuale), non mi sarei mai aspettata un’affermazione del genere, proferita da te, nei miei confronti.
Sinceramente credevo che quello del “coraggio di esprimere le proprie volontà d’azione”, almeno per me e per te fosse un capitolo chiuso ed archiviato.

Andando avanti e passando ad altro, mi preme rammentarti che in politica, la troppa modestia potrebbe essere compresa come mala voglia di portare a termine il compito che ci si prefigge; per questo, fatta salva la tua indubbia onestà, ti prego di non parlare di “fare due passi in dietro”, prima di cominciare a “camminare”, potresti ritrovarti a farli, per cadere in un baratro, dal quale risulterebbe difficilissimo uscire.

L’ultima cosa che mi preme dirti, consiste nel fatto che, almeno a mio avviso, sarebbe il caso che tu prenda in considerazione la possibilità di adeguare il tuo linguaggio a quello più in voga fra i giovani, futuro di tutti, anche in politica.
Tu sai parlare bene, ma spesso, quello che dici e scrivi risulta troppo distante dal comune esprimersi, perciò potrebbe nuocerti, se non prima della campagna elettorale, sicuramente durante, con non voluti effetti nel risultato che ti porterà al “dopo”.

In bocca al lupo, e sappi che qui, quando avrai qualcosa da dire, troverai una porta spalancata per ascoltarti; ma considera quanto umilmente hoobbiettato, affinché ti sia utile.