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La Polisportiva di Gambatesa

Di Vittorio Venditti

Altro Centro d’Aggregazione

Ho sempre parlato della Parrocchia e dei bar di Gambatesa come centri d’aggregazione, per quei pochi giovani che hanno ancora il coraggio di vivere nel nostro paese.

Aggiungo ora qualcosa che, almeno finora, è sembrato tale solo per giovani forestieri e uno sparuto gruppo di bambini indigeni: la Polisportiva di Gambatesa.

Sì, almeno finora, stando a quanto io dico da tempo.
In realtà, attenendomi innanzitutto alle parole di uno degli attori maggiormente in vista, Gianluca Giorgio, allenatore della squadra ufficiale di Gambatesa, si è costretti ad avere un numero così elevato di persone provenienti da altri paesi o città, visto il disinteresse dei giovani di Gambatesa per lo sport, inteso come partecipazione in prima persona.
Secondo il Nostro, lo scorso anno a Gambatesa non è stato neppure possibile raggiungere il numero utile per la costituzione di una squadra under-21.

Le parole di Gianluca, mi sono state confermate anche dal Presidente della Polisportiva, Rosario Conte, che le ha ribadite in sintesi:
“Forestieri? sì, ma non per volontà, bensì per necessità”.

Tutt’altro invece per quanto riguarda il futuro, visto che, a detta di Giuseppe Tosches, il vivaio dei bambini risulta florido e, (aggiungo io) “grazie a lui”, ben impostato per dare giovani alla futura squadra di punta.
Il Nostro, dapprima “forestiero”, ora più gambatesano di noi, sta cercando d’imprimere nelle nuove leve la capacità di saper giocare al calcio, basata sul rispetto dell’avversario, unito al giusto dovere per ciò che permette di crescere: lo studio ed il rispetto della propria persona.
Giuseppe, per voler sintetizzare il proprio lavoro, mi ha testualmente detto:
“Prima di vedere se un bambino sa giocare a pallone, guardo la sua pagella scolastica”.
Aggiungo io: “questo è segno che, anche nel settore giovanile, abbiamo un buon Maestro”.

Per inciso:

Avrei voluto mostrarti con fotografie il Lavoro che Giuseppe Tosches fa durante gli allenamenti.
Non lo posso fare, (nonostante lo spirito di buona volontà), visto che la privacy dei minori è tutelata dalla “Carta di Treviso”, una legge di regolamentazione per giornalisti e affini.

A questo punto, non mi resterebbe da far altro che chiedere scusa, per le troppe volte che ho “denigrata” questa società che, nel bene e nel male, attira a sè bambini e giovani, altrimenti esclusivamente dediti a ciò che offre Gambatesa: bar, dove giocare con macchinette virtuali o ubriacarsi, o centro parrocchiale, dove però si va, forse per non sentirsi le prediche dei genitori.

Purtroppo non posso chiedere scusa, visto che, da osservatore, oltre a registrare il buono di ciò che si fa presso la Polisportiva, devo segnare anche quanto detto da chi, in questa società, non vede necessariamente solo quel “buono” di cui parlo.

Le lamentele ricorrenti, ad esempio sull’esclusività della gestione dei luoghi deputati allo svolgimento delle pratiche sportive, così come i mugugni che si sentono a proposito della gestione stessa di questi luoghi, (campo sportivo in primis), gestione che “dimentica” la parte relativa alle spese per acqua, elettricità e quant’altro di logistico, spese, (a detta di costoro), lasciate all’intera cittadinanza, rappresentata dal municipio, la dicono lunga sul clima che, come in tutto, a Gambatesa, si respira anche attorno alla nostra Società Polisportiva.

A questa “sollecitazione” Rosario Conte ha risposto:
Per ciò che riguarda le spese di ordinaria amministrazione, “Per mantenere un centro di aggregazione, è necessario che tutti contribuiscano”, per il resto, “Questa Polisportiva, il prossimo anno festeggierà il trentesimo anniversario della sua costituzione. Già da tempo, proprio per uno spirito di continuità, stiamo, (noi veterani), demandando le responsabilità a giovani operanti nella stessa Polisportiva, (Luca e Angelo Mucci ecc).
La società non è una nostra proprietà; se qualcuno di coloro che muove critiche vuol farsi avanti per collaborare o per sostituirci, ben venga.
Diversamente, le critiche possono tornare alla bocca del mittente”.

Le parole del Presidente Conte, (da me sintetizzate), non fanno una piega; ne, il fatto che si parli dei “forestieri”, dev’essere interpretato come forma di chiusura a chi non è di Gambatesa; Sarebbe contro ogni spirito sportivo.
Giusto, però, è rimarcare il fatto che, se esiste un disinteresse ad un’attività che, vuoi o non vuoi, contribuisce non poco ad allontanare i giovani da altri impegni, magari poco leciti, questo, non va sottovalutato, soprattutto da chi, su base volontaria, da trent’anni ha deciso di educare i giovani, futuro del nostro paese e non solo.