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Sovraffollamento delle Carceri: Falso o Vero Problema?

Di Vittorio Venditti

Parlare Senza Agire, Agire Senza Parlare

Tralasciando per un momento i temi locali, oggi desidero fare una riflessione su qualcosa che, pur non toccandomi direttamente, (almeno per ora), mi dà da pensare, trattandosi di problema che, vuoi o non vuoi, riguarda da vicino l’intero consorzio del cosiddetto “genere umano”.

Quante chiacchiere si sentono in merito al problema Del “sovraffollamento delle carceri”, e cosa si fa, quantomeno per alleviare una situazione che in uno Stato altamente civile, risulta essere vergognosa?

Stando alle notizie che, giorno per giorno, ci comunicano il disagio patito dai detenuti, spesso tanto forte da portare al suicidio, non si fa niente, o non si fa abbastanza.
Eppure, sarebbe sufficiente recuperare quanto già esistente nel sistema legislativo.

Noi italiani, in particolare, disponiamo di un patrimonio di leggi e trattati filosofici che, alla faccia della delinquenza incallita, se ben applicati, potrebbero risolvere il problema del sovraffollamento carcerario senza alcun dispendio ulteriore di pubblico danaro, e Dio solo sa, in questo momento, quanto ciò sarebbe utile all’amministrazione del nostro scassatissimo Stato.

Cosa fare?

Certo, non sulla base di queste mie “farneticazioni”, ma sull’effettiva applicazione del Diritto vigente, ad esempio rileggere ed applicare la naturale miscela derivante dall’unione della nostra costituzione della repubblica italiana con quanto scritto nel libro Dei Delitti E Delle Pene, libro che, pur essendo stato pubblicato due secoli e mezzo fa, per certi aspetti risulta perfettamente attuale.

Attuale, nel monito che viene lanciato ai giudici, teso ad eliminare la facile interpretazione delle leggi, là dove queste andrebbero semplicemente applicate in maniera asettica.
Se così fosse, ad esempio, non sarebbe neanche pensabile che un giudice o un pubblico ministero fossero “presenti” su giornali e televisioni in genere.

Attuale, la dove si parla di “leggi chiare”.
Oggi, per poter conoscere il testo di una legge, che per la Costituzione dovrebbe essere a disposizione di ogni cittadino, dal più colto al più ignorante, oggi queste stesse leggi, per bene che vada, è possibile consultarle a pagamento.
Come detto, poi, anche al cittadino meno colto, dovrebbe essere permessa la chiara lettura della stessa legge, ciò, proprio per rendere quest’ultima più autorevole e per evitare l’alibi della non conoscenza, che facilita la commistione di reati.
Oggi, volendo ad esempio parlare di leggi tributarie, il cittadino è costretto a pagare per pagare le tasse.

Dovrei scusarmi per la ripetizione, ma non lo faccio, visto che ho la possibilità di affidare alla tua intelligenza quanto appena dichiarato; così, sarò riuscito pienamente nell’intento di spiegare l’inutile farraginosità che, in questo, come in altri campi, contraddistingue la legislazione italiana.

Attuale, nel poter vedere applicata la “certezza della pena”.
Oggi, vista la voluta complessità delle leggi vigenti, utilizzando codici e codicilli, si raggiunge l’unica certezza: di vedere l’imputato non adeguatamente perseguito.
Oggi, in sintesi, andare in galera, più che una punizione, sta diventando un merito, se non una moda, magari da esibire per, poi, essere eletti e con ciò, poter “legiferare”.

Attuale, vista l’inutilità delle pene date a chi, in conseguenza di queste, viene detenuto.
Anzi! In alcuni casi, si è arrivati al grottesco punto di sentire imputati che, piuttosto che andare agli arresti domiciliari, preferiscono essere incarcerati.
Sarebbe suficiente far capire a costoro che il carcere è tale, per dar loro la possibilità di riflettere sull’opportunità di avvalersi di simil “ospizio”.

Ricordo a me stesso, (ma è solo un esempio), che nei tanto nominati Stati Uniti d’America, il libro che ho citato è stato preso ad esempio per la costruzione del sistema legislativo, per cui, una volta applicati questi principi, lo Stato si è potuto giovare del lavoro di chi, proprio nei confronti dello stesso Stato in genere, aveva commesso dei delitti.

Un esempio per tutti, è presente nella costruzione della rete ferroviaria americana, costruzione imposta ai galeotti, quindi, portata a termine in maniera sicuramente economica.

Sono fermamente convinto del fatto che, l’applicazione del dispositivo proposto dal libro Dei Delitti e Delle Pene in Italia, 1°, ridurrebbe, e di molto, la popolazione carceraria, visto che si guarderebbero bene dal commettere reati coloro cui manca la voglia di lavorare; 2°, lo Stato, nella sua interezza, ne trarrebbe vantaggio, potendo veder costruite, (a costo quasi zero), le infrastrutture pesanti di cui ha fortemente bisogno.

Una parola, infine, la voglio dire a proposito della costruzione di strutture carcerarie che, negli anni passati, tanti soldi pubblici ha assorbito.

Sarà il caso di cominciare a fare un censimento di queste strutture per farle tornare agli scopi per cui sono state costruite.
Applicando a pieno il libro in tema, dovrà essere posto a carico di chi ha sprecato i nostri soldi, quanto dovuto per il recupero delle strutture stesse.

Si dice che i politici mantenuti da noi italiani, ad ogni livello, siano circa centoquarantamila.
Stando al principio secondo cui al reato commesso va applicata una pena proporzionale, in breve tempo, dovremmo avere pronte una serie di nuove carceri, tale da assorbire a pieno il sovraffollamento di cui sto parlando.

Te l’immagini Sindaco di Gambatesa, assessori e consiglieri di maggioranza, (magari con l’incarico presso la comunità montana), e opposizione, unitamente a politici e politicanti imboscati in enti inutili come le provincie o gli enti subregionali e regionali, che, in tuta da lavoro e con attrezzi in grado di provocare dolorosi calli alle mani, vengono costretti ad un lavoro simile?
Per non parlare di Andreotti, Berlusconi e quella costosissima marmaglia di deputati, senatori, giudici di ogni ordine e grado, cui si possono tranquillamente associare i rispettivi portaborse e le escort che li sollazzano a nostre spese!…
Io, immagino piuttosto il loro voler scongiurare una simile iattura, o almeno, in previsione, il loro pensare a come sgattaiolare, per evitare una simile mannaia!

Sarà questo il motivo per cui si cerca di parlare il meno possibile di reale riforma legislativa?