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Domenica Due Ottobre: Giornata Nazionale Contro Le Barriere Architettoniche

Di Vittorio Venditti

Ma Senza Eliminare Le Barriere!

Come pomposamente annunciato, domani, domenica due ottobre, sarà celebrata la nona giornata nazionale, “Contro Le Barriere Architettoniche”.

Come i buoni propositi natalizi?
Come se si celebrasse la festa della Donna?…

Palazzo Chigi, la ospiterà in segno di solidarietà verso i disabili; staremo a vedere con quali sviluppi futuri, in termini pratici.

Dal lontano millenovecentosettantuno, quarantasette, fra leggi, decreti, circolari esplicative, (chissà che c’è da spiegare), ecc., sono stati promulgati da questo o quell’altro governo, con il risultato gattopardesco di cambiare tutto per non modificare assolutamente niente; anzi, cercando di fare sempre peggio, o per inerzia, nel riparare danni occasionali a strade e o altre costruzioni, o nel progettare nuove strutture, senza tener minimamente conto delle esigenze, qualche volta, proprio degli acquirenti di questi manufatti.

Potrei cominciare a sparare sulla Croce Rossa, riproponendoti foto già esposte in articoli neanche tanto storici, da me farneticati su quest’inutile sito;
potrei lanciare ulteriori granate su politici molisani, (parlo di politici che, in quest’ultimo decennio, hanno occupato poltrone presso il consiglio che a breve dovremo rinnovare);
potrei sparlare di ingegneri, architetti e servi, pardon, geometri, intenti a preparare progetti, che ovviamente non tengono conto dei problemi di alcuni utenti, ma solo del profitto da trarre dalla loro vendita, senza pensare al futuro, incerto per tutti, quindi, anche per loro…

Potrei, ma non lo farò.
(Frase tratta dal primo discorso alla Camera dei Deputati, di Benito Mussolini, 16 novembre 1922).

Dicevo: non lo farò, perché proprio in riferimento alle difficoltà che ognuno di noi può trovare nella propria vita, è solo possibile auspicare che tutti coloro che in vario modo sono parte in causa della mancata soluzione di questi problemi, facciano un approfondito esame di coscienza, pensando davvero alla (speriamo remota) possibilità, che quanto accade ai disabili, un giorno potrebbe essere anche un loro problema.

Per questo, non foss’altro che per una egoistica forma d’investimento, questi valenti professionisti siano, d’ora innanzi, in grado di agire secondo una giusta rotta, tesa comunque a portar beneficio a chi, diversamente, è costretto a vivere da carcerato, pur essendo innocente di ogni reato in merito.