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Democratica

Della Redazione Di Democratica

n. 76 mercoledì 22 novembre 2017
“Non ci può essere progresso se le persone non hanno fiducia nel domani”. (John Fitzgerald Kennedy, 29.05.1917 – 22.11.1963)
Fake news
S.p.A.
Democrazia L’intreccio tra disinformazione,
soldi e paure: l’inchiesta BuzzFeed sui profitti
dell’industria italiana delle fake news.
PAGINA 5
L’EDITORIALE / 1


Scuole sicure, spazi di futuro
Valeria Fedeli
OOltre nove miliardi a disposizione per il miglioramento del patrimonio edilizio scolastico, per rendere le nostre scuole più belle e sicure. Una nuova governance dei fondi, che ha permesso di rendere più rapida ed efficiente la spesa. Più trasparenza e aggiornamento dei dati. Sul fronte dell’edilizia scolastica negli ultimi anni c’è stata una vera e propria inversione di tendenza, nell’interesse delle nostre studentesse e dei nostri studenti. E nella convinzione che a scuola ci si debba sentire sicuri, perché episodi come quello di Rivoli non accadano mai più. Come governo vogliamo esercitare una memoria attiva di chi è stato vittima della mancanza di sicurezza. E vogliamo continuare a lavorare fino all’ultimo giorno in questa direzione, portando avanti quanto avviato dal governo precedente. In questi anni è stato dato un segnale importantissimo: è stato messo in campo un piano di investimenti serio e strutturale, sono stati attivati, per la prima volta, dopo quasi venti anni di attesa, l’Anagrafe e l’Osservatorio sull’edilizia scolastica.
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L’EDITORIALE / 2

Con Macron, contro l’Internazionale populista
Sandro Gozi
C’C’è grande sintonia tra Francia e Italia, tra Emmanuel Macron e Matteo Renzi, sulla necessità di riformare l’Ue e condurre una battaglia politica europea contro i populismi. Una sintonia che è emersa pienamente anche nell’incontro di ieri mattina all’Eliseo: tanti i temi che abbiamo affrontato, a partire dalla necessità di giocare sempre di più insieme le partite fondamentali che abbiamo davanti. La realtà infatti è semplice: Macron ritiene che il Partito Democratico guidato da Matteo Renzi sia l’unica forza politica italiana capace di arginare i populismi anti-europei nel nostro paese. Evidentemente, quello che in Italia molti politici e commentatori non vogliono vedere, all’estero appare molto più chiaro: solo il Pd può fermare la corsa dei lepenisti nostrani alla Salvini o dei qualunquisti a Cinque Stelle.
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Europa
“Abbiamo bisogno di rilanciare con forza l’ideale
“europeo. Dobbiamo farlo con idee credibili e compagni di viaggio capaci” MATTEO RENZI
“Matteo, ferma i populismi. Noi temiamo le forze antisistema, in Italia ci sono Cinquestelle e Lega”
EMMANUEL MACRON
Con Macron, contro l’Internazionale populista

Sandro Gozi CONDIVIDI SU
Segue dalla prima

MMacron ha già sconfitto il lepenismo originale alle presidenziali francesi: noi e Macron ora dobbiamo avere rapporti politici sempre più stretti.
La sfida ai populismi, da cui ormai nessuno più è immune (si veda la Germania), non ha più confini solo nazionali: è una partita che si è spostata sul piano continentale. Ora il primo obiettivo è quello di sbarrare la strada all’internazionale populista che sta crescendo e quella neofascista che si è da poco riunita in Polonia con le peggiori parole d’ordine che la storia europea ricordi. Per fermare populisti e neofascisti il ruolo del Pd è fondamentale, ma questa è una partita europea. Conosciamo la posta in gioco, è di vitale
importanza per il futuro dell’Europa, ed è anche per questo che siamo entrati nel Pse: con un Pse riformato, e ci stia
mo impegnando per farlo, dovremo rivolgerci anche alle
forze europeiste e riformiste di altri gruppi europei.
Lavoriamo insieme per far uscire l’Europa dallo status quo e dalla spirale tecnocratica. Costruiamo una stagione di riforme nell’Ue: sulla zona euro, sulla sicurezza, sulla politica di
Accordo sulle liste transanzionali: cambieranno il modo di fare politica europea
investimenti, sulla cultura e sui diritti sociali.
Su questi punti, la sintonia con Macron è totale. Dobbiamo fare politica europea, non semplicemente politica in Europa. Il Presidente francese ha appoggiato con convinzione la proposta italiana di creare liste transnazionali e una circo-
Rilanciamo con forza l’ideale europeo

Ho incontrato ieri all’Eliseo Emmanuel Macron. L’idea di dire “Europa sì, ma non così” che caratterizza tutto il libro “Avanti” e di cui abbiamo parlato per mesi continua a rimbalzarci nella testa. Noi abbiamo bisogno di rilanciare con forza l’ideale europeo. Dobbiamo farlo con idee credibili e compagni di viaggio capaci. L’Europa non può essere lasciata nelle mani di chi le attribuisce ogni colpa ma nemmeno di chi la vivecome un regolamento burocratico. È incredibile quanto sia carico di spessore e speranza l’ideale europeo: tutte le volte che faccio lezione con gli studenti americani di Stanford, dove tengo un corso ogni settimana, vedo nei loro occhi di non europei lo stupore per quanto grande possa essere questo progetto. Ma compito della nostra generazione – Macron lo sa bene – è rilanciare in avanti, non vivere di ricordi. Lo faremo, avanti insieme.

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scrizione europea alle prossime elezioni per il Parlamento nel 2019. Oggi le elezioni europee sono grandi sondaggi nazionali, un test per i governi in carica. Se vogliamo una
democrazia vissuta oc
corrono dei veri dibat
titi europei e una reale
campagna europea con
delle liste transnazio
nali. Questo è il primo
passo per creare vere
forze politiche e man
dare a Strasburgo rap
presentanti dei partiti europei e non delegati dei
partiti nazionali.
Ecco perché le liste transna
zionali sono un passaggio decisivo: perché daranno una convinta spinta a cambiare il modo stesso di fare politica europea. È la nostra sfida, quella di Matteo Renzi e di tutti i democratici.
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La Giornata nazionale per la sicurezza nelle scuole
Scuole sicure, spazi di futuro
È fondamentale mettere i nostri ragazzi nelle condizioni di crescere senza pericoli

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Valeria Fedeli
Segue dalla prima

CCome governo vogliamo esercitare una memoria attiva di chi è stato vittima della mancanza di sicurezza. E vogliamo continuare a lavorare fino all’ultimo giorno in questa direzione, portando avanti quanto avviato dal governo precedente. In questi anni è stato dato un segnale importantissimo: è stato messo in campo un piano di investimenti serio e strutturale, sono stati attivati, per la prima volta, dopo quasi venti anni di attesa, l’Anagrafe e l’Osservatorio sull’edilizia scolastica. Abbiamo agito non solo sul piano della sicurezza, ma finanziando anche la creazione di ambienti di studio innovativi che favoriscano l’apprendimento.
Proprio oggi celebriamo la Giornata nazionale per la sicurezza nella scuola, istituzionalizzata dalla legge 107 del 2015, la Buona Scuola. Un momento di rendicontazione, ma anche di sguardo al futuro per continuare a lavorare nella direzione intrapresa: non sono mai state stanziate tante risorse. Molte sono già state spese,
le altre sono tutte impegnate e saranno utilizzate per migliorare e mettere in sicurezza gli edifici scolastici. Questo grazie ad una precisa programmazione che va avanti con nuove pianificazioni, nuovi fondi e anche nuove scuole. Abbiamo premiato pochi giorni fa i progetti vincitori del concorso Scuole Innovative. Avremo in Italia 51 edifici concepiti per essere sostenibili, innovativi, a misura di studente. A Roma abbiamo allestito una mostra con tutti i progetti vincitori. uno sguardo sul futuro che ci prospetta una scuola sempre più centro civico, spazio aperto alla cittadinanza.
La scuola, è importante ribadirlo, non è solo un edificio come un altro nel quale una parte della nostra società svolge la sua attività quotidiana per un certo numero di ore al giorno. La scuola è centro di aggregazione di una comunità. Luogo aperto al territorio, luogo di scambio e inclusione. Luogo che educa cittadine e cittadini di domani. Gli spazi scolastici sono spazi di apprendimento anche attraverso e in funzione della loro forma. È fondamentale acquisire e dare per assodato questo punto di vista. È fondamentale lavorare per mettere in sicurezza tutti i nostri edifici. È fondamentale garantire alle nostre ragazze e ai nostri ragazzi un periodo di formazione e di istruzione che sia sano e che li metta nelle condizioni di crescere liberamente e senza pericoli.
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I numeri del Piano per l’edilizia scolastica11.500 interventi finanziati??5,2mld già assegnati agli enti locali più di300 edifici nuovi??7.800 cantieri aperti oltre6.100 cantieri conclusi
L’oggi che punta al domani: i numeri del nostro intervento

Laura Galimberti CONDIVIDI SU
Unità di crisi per l’edilizia scolastica

RRiqualificare il patrimonio immobiliare scolastico in Italia vuol dire intervenire su 42mila edifici costruiti nel 60% dei casi dopo il 1960 che sono stati negli anni oggetto di interventi tampone, di una manutenzione ordinaria e incostante. Il Piano per l’edilizia scolastica fortemente voluto dal Governo Renzi nel 2014 e proseguito dall’Esecutivo Gentiloni ha la sua forza prima di tutto nelle risorse: oltre 9,5 miliardi stanziati in tre anni, di cui 5 già assegnati a Comuni, Province
e Città metropolitane per interventi che hanno “nome e cognome”, che ricadono cioè su scuole specificatamente individuate.
Renzo Piano riconosce alla scuola un ruolo fondamentale nel tessuto urbano affermando che “Occuparsi di edifici scolastici è un rammendo che, ancora prima che edilizio, è sociale. La città che funziona è quella in cui si dorme, si lavora, ci si diverte e soprattutto si va a scuola. Dico soprattutto perché mentre si può decidere di non visitare un museo, sui banchi di scuola ci devono passare tutti”.
Principi che hanno ispirato anche il concorso di idee previsto dalla Legge Buona Scuola e indetto dal Miur. Le scuole innovative non
resteranno solo “idee”, ma saranno costruite grazie ad un finanziamento Inail di 350 milioni di euro, con canone a carico del Miur. Oggi in occasione della Giornata Nazionale per la sicurezza delle scuole, i progetti premiati tra i
1.238
esaminati, sono in mostra presso la Fondazione Exclusiva di Roma, in via Giovanni da Castel Bolognese, 81. Potete visitarla anche giovedì 23 e venerdì 24 novembre, andate!
Le nuove scuole saranno veri e propri civic center, punti di riferimento per il quartiere e la città. Ma già oggi non c’è bisogno di andare all’estero per ammirare istituti simili: dal 2014 sono stati finanziati oltre 300 nuovi istituti da Nord a Sud. Penso alla nuova primaria di Calcinaia, in provincia di Pisa, o al nuovo istituto comprensivo di Sapri, alla scuola dell’infanzia di Locri o al nuovo istituto comprensivo di Cernusco sul Naviglio. Esempi raccontati sul sito www.italiasicura.governo.it e sulle nostre pagine social ma, soprattutto, esempi di una scuola che punta al futuro.
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La Giornata nazionale per la sicurezza nelle scuole Finanziare i Comuni per “rottamare” i vecchi edifici Al Piano Nazionale di messa in sicurezza e all’Anagrafe dell’Edilizia Scolastica va accompagnato un Piano Eco-nomico e Finanziario per aiutare i Comuni, le Provin-ce e le Città Metropolitane, proprietari e responsabili degli edifici, a garantire che gli edifici che costituiscono punti di erogazione del servizio scolastico siano a norma, dotati di un libretto del fabbricato che ne documenti la storia e la manuten-zione, abbiano standard qualitativi che ne consentano il cablag-gio, il riscaldamento e l’illuminazione con tecnologie a rispar-mio energetico e siano dotati di servizi per la mensa e l’attività sportiva. Occorre un vero e proprio Piano di Sostituzione, che “rottami” gli edifici la cui messa a norma non sia convenien-te. Per questo è necessario proseguire nell’attività di controllo e monitoraggio, già messa in atto dal Ministero dell’istruzione attraverso un sistema informativo particolarmente efficace nel controllo della spesa . Tuttavia, è necessario potenziare l’attivi-tà del Ministero di coordinamento e di controllo anche sul terri-torio per garantire migliori standard di qualità degli interventi. LEGGI SU DEMOCRATICA.COM Sicurezza: la priorità antisismica fondi in milioni di euro Campania 149 Emilia Romagna 94,4 Calabria 87,5 Liguria 20 Sardegna 19 Molise 17 1.058 milioni di euro per la sicurezza Umberto D’ottavio CONDIVIDI SU
Un senso a questa scuola, iniziando dagli edifici sicuri
Immaginiamo insieme una nuova architettura per l’apprendimento innovativo
Simona Malpezzi
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VVorrei tanto che la chiamassimo architettura per l’apprendimento innovativo. Forse una provocazione nella giornata nazionale della sicurezza nelle scuole. Perché le scuole devono prima di tutto essere sicure e questo deve essere il presupposto. Ma dopo quasi dieci miliardi messi in circolo dal 2014, dopo aver inserito gli interventi di edilizia scolastica tra i punti centrali dell’azione di governo, vorrei davvero potermi immaginare per tutta Italia quelle scuole innovative che siamo riusciti a realizzare in questi anni e che anche oggi raccontiamo nella bella mostra di Roma in cui sono esposti gli ultimi progetti. Immaginare scuole così da nord a sud, che non sono solo belle ma che rappresentano un nuovo modo di intendere e di fare scuola. Perché se tu offri spazi diversi allora fare scuola può essere diverso.
Quello dei nuovi spazi per l’apprendimento è un tema cruciale su cui abbiamo deciso di investire in termini economici ma anche culturali, spingendo proprio con la 107, la buona scuola, nella quale Matteo Renzi aveva insistito per inserire proprio i 300 milioni per iniziare a realizzare le scuole innovative, perché siamo convinti che sia indispensabile potenziare il legame profondo che esiste tra l’innovazione educativa e quella architettonica. Oggi l’insegnamento e l’apprendimento, infatti, possono essere pensati in modo nuovo proprio alla luce delle enormi possibilità che offrono le nuove tecnologie e l’evoluzione dei modelli pedagogici che valorizzano l’apprendimento laboratoriale, trasversale e cooperativo.
Uno degli elementi più importanti è la capacità del sistema scolastico di catturare l’attenzione e la partecipazione dei ragazzi, di fornire un “senso” all’esperienza che si fa a scuola, migliorando la qualità dei risultati e quindi le loro opportunità future. Il tradizionale metodo didattico di tipo trasmissivo basato su una lezione frontale, un’aula per ogni gruppo classe, una cattedra di fronte a file di banchi non corrisponde più alle necessità di apprendimento e ai contesti didattici delle scuole. I nuovi spazi educativi, dunque, devono essere progettati o ristrutturati in modo da essere funzionali ad una scuola che deve comporre o scomporre gruppi di lavoro, garantire spazi per lo studio e la ricerca, consentire lo svolgersi di attività legate al problem solving e al dibattito, la lettura individuale, garantire locali di ricreazione e mensa e per lo sport. Una scuola che dilata i tempi di lavoro, che si apre al territorio, che vuole coinvolgere i genitori. Una scuola che crede che i saperi debbano per forza contaminarsi, deve poter dilatare e modificare anche gli spazi, favorendo l’organizzazione di attività diversificate in modo modulare e flessibile. Oggi è centrale il tema dello sviluppo delle competenze trasversali: in un mondo in continuo mutamento in cui i saperi si mescolano, è sempre più importante lavorare in contesti multiculturali, conoscere linguaggi e strumenti concettuali estremamente diversi. Sono queste le innovazioni che richiedono la definizione di nuovi ambienti per l’apprendimento. Didattica innovativa, benessere e qualità della vita scolastica, relazione col territorio sono gli elementi chiave per realizzare una nuova idea di scuola che deve trasformarsi in un ambiente polifunzionale e centro nevralgico della comunità. Anche questa è buona scuola.
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Fake news ed elezioni Usa: i numeri
Facebook
126 milioni sono gli americani che potrebbero aver visto contenuti sponsorizzati dalla Russia.
YouTube
1.108
video individuati 43 ore di contenuti propagandistici 309mila visualizzazioni nei dodici mesi prima del voto
Twitter
2.752
account riconducibili a Mosca 36mila ‘boot’ 1,4 milioni di Rt automatici 288 milioni di risposte generate dai lettori.
La holding italiana che genera disinformazione
Fake News S.p.a.

Stefano Cagelli CONDIVIDI SU

LLa scoperta è di quelle che fanno rumore: BuzzFeed News ha individuato una articolata rete di siti italiani di notizie e pagine Fa-cebook che spingono contenuti legati alla retorica nazionalista,
ultra-cattolici e anti-migranti. Al centro del
network – che fa del social network il cuore
pulsante della propria attività – c’è Giancarlo
Colono, imprenditore proprietario della com
pagnia denominata Web365. La sua agenzia
controllerebbe ben 175 domini e corrispetti
ve pagine Facebook che si occupano di news,
salute, calcio, scommesse, animali e gossip.
I contenuti diffusi dai siti in questione sono
legati a tutto ciò che può generare facile traf
fico online, dall’attività di clickbaiting virale
alle notizie del giorno sparate a caratteri cu
bitali, dai titoli volutamente allarmistici a sto
rie tragiche, fino a pezzi iper propagandistici
sull’immigrazione, che stimolano i peggiori
istinti nazionalisti e islamofobici.
Colono ha spiegato a BuzzFeed che la
Web365 ha uno staff composto da sole sei
persone, sottolineando come un team molto
ristretto di persone possa sfruttare il potere
di Facebook per raggiungere milioni di utenti.
La galassia legata ai Colono include due
delle più grandi pagine Facebook di news in
Italia: DirettaNews e iNews24. La pagina di DirettaNews piace a quasi 3 milioni di persone, ben più dei più dei quotidiani più venduti in Italia. Negli ultimi mesi i contenuti diffusi su questa pagina hanno ottenuto più di 5 milioni di condivisioni. DirettaNews si basa sulla teorizzazione del concetto di “pseudo-giornalismo”, in cui non si distingue tra fatti e propaganda e gli articoli sono copiati da fonti di cui è impossibile verificare la veridicità. Poi c’è iNews24, un sito che si occupa più specificatamente di politica, in particolar modo in chiave anti-migranti e anti-islam. La pagina Facebo-ok di iNews24 ha quasi 1,5 milioni di fan. E un bel po’ di altri siti estremamente popolari associati al brand vengono utilizzati per condividere e diffondere i link della pagina.
Da un’analisi del sito e dell’attività social di Web365 (e di quella di Colono) è emerso un legame molto stretto tra alcuni membri della famiglia Colono e un’associazione cattolica chiamata La Luce di Maria, la cui missione è promuovere “corretta informazione nel mondo”, in particolare riguardo la religione e la società.
I membri della famiglia Colono hanno contribuito a costruire e irrobustire la presenza online dell’associazione cattolica. La pagina Facebook de La Luce di Maria ha ora 1,5 milioni di fan e genera un numero significativo di interazioni. La corrispettiva pagina in lingua spagnola è seguita da 1,7 milioni di persone. Una pagina separata, dedicata alla materni
tà e sempre di proprietà dell’associazione ha quasi 950mila followers. Le informazioni che La luce di Maria condivide quotidianamente includono preghiere, apparecchi medici non scientifici, consigli per combattere malefici e il demonio, e una sezione sulle (presunte) apparizioni della Vergine Maria, incluse Me-djugorje, una città della Bosnia Herzegovina che è diventata un luogo di pellegrinaggio per i Cristiani.
E’ fin troppo facile capire l’impatto che questa galassia di fake news possa avere sull’opinione pubblica e quanto, quindi, possa finire per condizionare i prossimi appuntamenti politici in Italia, come già successo all’estero, in particolare negli Stati Uniti e in Gran Bretagna.
La cosa ancora più allarmante, che rende questo meccanismo sempre più perverso, è che la rete messa in piedi dai Colono genera un immenso giro di soldi. Il meccanismo che utilizzano queste aziende per guadagnare è molto semplice: un solo proprietario dietro decine di siti, un unico account pubblicitario, una dose spropositata di clickbait e il guadagno è assicurato.
Milioni di utenti intercettati parlando alla pancia del Paese, sfruttandone con titoli sensazionalistici le paure e le passioni. Un circuito che si autoalimenta: disinformazione, paura e soldi. Così la coscienza collettiva muore.
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SU DEMOCRATICA.COM
Destinazione Italia
Riparte il treno dell’ascolto
25Roma – Ostiense ore 9.30 22 NOVEMBRE mercoledì Minturno ore 10.30 Castelvolturno ore 12.20 Venafro ore 15.00 Frosinone ore 17.30
Lazio, Campania e Molise: le nuove tappe a Sud di Roma
IIl treno dell’ascolto del Partito Democratico è ripartito oggi dalla stazione di Roma Ostiense alle 9,30. Prima tappa a Minturno, in provincia di Latina per una passeggiata sul Ponte Borbonico insieme al ministro Delrio. Alle 12,20 la visita alla cooperativa sociale ‘Le terre di don Peppe Diana’, dove sarà presente anche il ministro dell’Interno Marco Minniti. Alle 15 il treno fa tappa in Molise, al Castello Pandone di Venafro (provincia di Isernia) per un incontro con imprenditori e associazioni. Ultima tappa di giornata è prevista a Frosinone, con la visita al nuovo stadio.
“Tappa numero 67 del treno, circondati da un bel po’ di bella gente, parlamentari europei, nazionali e romani, oltre ai consiglieri regionali. Noi andiamo oggi in quattro province e tre regioni. Chiudiamo la parte a Sud di Roma, ci mancavano queste quattro province. A Minturno vediamo una straordinaria infra
struttura del 1832, con un sindaco molto bravo eletto nel 2016 dopo vent’anni che vinceva il centrodestra. Siamo molto contenti di questa tappa che sarà l’occasione per fare il punto sui lavori prossimi”.
Lo ha detto il segretario del Pd, Matteo Renzi, a bordo del treno ‘Destinazione Italia’. “Il ponte è il simbolo di una riflessione sulle infrastrutture che farà Graziano Delrio. A Castelvolturno, con il ministro dell’Interno, vedremo un sindaco in prima linea. Lotta alla criminalità, alla insicurezza e attenzione al sociale. La squadra di basket che incontreremo ha vinto la prima partita sullo Ius Soli”, ha spiegato Renzi. “Ci spostiamo poi a Venafro dove incontreremo aziende del territorio tra cui la storica fonderia e poi ci spostiamo a Frosinone dove incontreremo ragazzi della Fiat Chrisler per le aspettative occupazionali. Chiameremo i vertici Fiat e visiteremo il nuovo stadio del Frosinone”.
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Destinazione Italia
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499499
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FIRENZE STAZIONE LEOPOLDA 24-26 NOVEMBRE 2017
Ci vediamo venerdì a partire dalle 19. Sabato ricominciamo alle 9:30 e andiamo avanti fino all’ora di cena, con una pausa pranzo. Domenica vi aspettiamo dalle 9:30 fino alla chiusura delle 13.
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