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Spopolamento Del Molise: Un Male Che Nulla Insegna

Di Vittorio Venditti
(Foto), Presa Da Internet Da Marco Frosali

Il Clistere

E La Politica Sta A Guardare

GAMBATESA, 18 giugno 2018. – Si parla e si riparla dello spopolamento progressivo che prima o poi porterà alla morte della “Vergine Molise”, che per questo resterà intonsa e non godrà del bello della vita. Di chi è la colpa di tutto ciò?

Il popolo, spesso definito “bue” perché se non ben guidato sa solo muggire in maniera rassegnata, ma non ha l’intelligenza di comprendere che se vuole il fieno, oltre a saperselo scegliere deve imparare a produrselo, non viene guidato per l’appunto. Chi sarebbe preposto a questo ruolo in uno Stato di diritto, non solo non fa il suo dovere, ma molto spesso si mette in posa per farsi ringraziare per il lavoro affidato a questi “guidatori”, opera che non viene nemmeno iniziata, figuriamoci se portata a termine con successo.

E’ così, visto il completo disinteresse di chi dovrebbe averne, l’organizzazione denominata Molise, o generalmente Meridione D’Italia, si sfalda diventando ricettacolo d’ogni tipo di rifiuti, fisici o politici che siano, vedi tentativo riuscito o meno d’impiantare pale eoliche per il solo piacere di chi poi ne rivende i relativi certificati verdi o la presenza di imprese e cooperative al limite della legalità, provenienti dalle regioni limitrofe, che con la scusa di offrire lavoro ai locali, spesso li pagano male o non provvedono proprio a quest’obbligo, occupando però i posti chiave a tutti i livelli amministrativi e dirigenziali della pubblica amministrazione.

Dunque, dal Molise in agonia, chi può va a far parte di altri popoli, che se pur “buoi”, hanno almeno compreso che per vivere la propria vita, bisogna innanzitutto contribuire fattivamente alla sua stessa costruzione, senza pensare solo a piangersi addosso, cosa che si sente purtroppo dalle bocche di molti giovani locali, avvezzi all’attesa della manna che il politico di turno, assurto al ruolo di Dio, secondo questa gente, deve lanciare alle pance vuote, assimilabili ai cervelli di questi petenti. Peggio poi quando i medesimi “benefattori” molisani tout court, arrivano a vantarsi di aver “fatto”, esclusivamente per trarre vantaggi da ciò che non si è saputo costruire, ma si definisce “Realtà Prospera”.

Se vogliamo, è questa la ragione che sta alla base di un cancro come lo spopolamento di terre che di per sé sarebbero anche belle ed appetibili, ma che si preferisce abbandonare al proprio destino di morte, scegliendo, quando possibile, di crearsi il proprio, di destino, basato sul voler vivere.

E… Gambatesa? Ne ho trattato tante volte, ma a quanto pare nulla può cambiare. Dov’è finita quella “bell’idea di carmelina genovese” di offrire per un certo periodo di tempo duecento euro a chi avesse portati ed iscritti i propri figli alla scuola del borgo, previa aver raggiunto lo scopo dopo aver fatto parte di una classifica dalla quale estrapolare i più meritevoli…? Cliccare qui per leggere l’ultima volta che ne ho parlato, prima che come blogger fossi soppresso. Da gambatesaweb, ho celiato e presa in giro chi si ritiene sovrana del paesello, ma oggi intendo parlare seriamente del tema e mettere in luce ancora una volta la pochezza di chi crede di comandare, confidando sull’altrui ignoranza e calpestando i diritti di cronaca e critica di chi non la pensa come lei. In questi mesi d’esilio, ho preso qualche altro piccolo appunto secondo il vecchio schema, scritti che rimetto integralmente e fra virgolette, con i dovuti commenti, all’attenzione dei miei quattro lettori.

1°: “Prima della chiusura: Giacomino Verde porta il padre in ospizio e vende ciò che gli resta in Gambatesa, auto del padre compresa”. Evito di commentare.
2°: “13 luglio, bar d’a Ccett: Fabrizio Conte mi comunica che se ne sarebbe andato a cercare lavoro in America”. Fabrizio è un giovane di ventisei anni che stimo ed a cui voglio bene perché è fra i pochi gambatesani che sanno essere schietti e si espongono senza remore al contraddittorio. Non vedo Fabrizio da un po’ e spero di cuore che non abbia compiuto il passo descritto: sarebbe ancora una volta una sconfitta per Gambatesa, ma nello stesso tempo, sarebbe un’azione coerente imposta alla coscienza soprattutto di chi ancora ritiene che la politica debba dare lavoro e non creare le condizioni ed i presupposti perché questo venga pensato e produca reddito per chi è capace di sapersi costruire la propria vita.
3°: “20 luglio, Corso Roma, ore 20: La figlia maggiorenne di carmelina genovese: “A Gambatesa, 30 persone in un bar e poi più nessuno per il paese”. Avrei voluto rispondere a quella ragazza di chiedere lumi a sua madre, ma ritenendo che la vita sia una ruota che gira, com’è capitato a me, è bene che anche la figlia di chi si ritiene proprietaria del paesello si rompa il muso a sue spese. Aggiungo solo che se sulla carta Gambatesa conti poco più di millequattrocento abitanti che si stanno decimando per effetto della vecchiaia e non solo e che gli effettivi che calpestano queste terre, in paese e nell’agro, anziani e lattanti compresi, non superano ad occhio i quattrocento, va da sé che la risposta a chi si è lamentata di tal solitudine venga fuori senza dover aggiungere altro.
4°: “20 luglio: a via eustachio veniva svuotata una casa e le abitanti venivano trasferite in ospizio”. Evitando di parlare del trasferimento in ospizio, provo solo a riflettere sul perché chi è stata deportata non è potuta restare in paese. Forse perché non ci si può fidare di quei pochi che restano, al punto di preferire l’incarcerazione di chi ha la sola colpa di esser rimasta sola e non aver l’adeguata assistenza dei parenti, in tutt’altre faccende affaccendati?
5°: “29 luglio: la Madonna delle traglie, ma con sempre meno gente al seguito e non certo per una questione religiosa”. Si era detto che anche il parroco avrebbe dovuto lasciare Gambatesa, notizia poi smentita dallo stesso, proprio quella domenica. Nel frattempo, le immagini di venticinque anni fa, più volte da me proposte su gambatesaweb, restano un lontano ricordo, per le traglie di allora, ma soprattutto per il numero di partecipanti a tal festa, atteso che la moria dei gambatesani, venga accompagnata dalla fallimentare proposta turistica che i politici nostrani vantano come loro capacità, ovviamente senza alcun contraddittorio come questo, organo che “intonerà” qualcosa di memorabile in tema, qualora abbiate la pazienza di seguirci.

Ripopolamento? Buona notte ai sognatori!