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Si Dice “Buon Natale”

Di Vittorio Venditti
(Foto), Di Salvatore Di Maria

Ma è Davvero Un Buon Natale?

Già da quando ho avuta la malsana idea di entrare in rete con la responsabilità di gestire direttamente un sito, albergava in me un altro folle pensiero.

Per la serie: “Le disgrazie non vengono mai sole”, già da allora, se non da prima, mi era venuta l’idea di scrivere quanto, se ne avrai voglia, potrai leggere di seguito.

Secondo i canoni della tradizione Cristiana, oggi si dovrebbe ricordare la venuta in questo mondo, (con sembianze umane), di colui che per chi come me lo crede, ha creato il mondo stesso.

Cos’è venuto a fare Dio, qui e di persona?
A rampognarci?
Avrebbe potuto farlo, senza scomodarsi dal suo Trono!

Nò, sempre secondo il pensiero di chi Crede, Lui, Dio fatto uomo, è venuto per ricordarci del suo infinito amore per ciò che ha creato, ed in particolar modo per il genere umano.
Come se, invitati ad una festa, colui che ci manda l’invito si volesse accertare di persona dell’avvenuta ricezione dello stesso invito, in maniera tale che sia pressoché impossibile per l’invitato declinare l’invito stesso adducendo qualche scusa.

In quanti, politici, religiosi e gente comune, stiamo cercando quella scusa?

Guardando il panorama che ci si presenta ad ogni Natale, siamo in molti, se non quasi tutti.

Sì, ed il perché è dimostrato in questa foto che sintetizza senza parole il modo di pensare dell’uomo moderno e di agire per festeggiare il

Natale

Analizziamo però la festa nei dettagli, per poi provvedere a fare i giusti auguri a chi, non per dimenticanza ma per scelta, ancora non li ha ricevuti dalla “voce fuori dal coro”.

Tralasciando per ora di disquisire della Bocca, utilizzata per ingurgitare l’ingurgitabile ed anche di più, pensiamo a cosa si fa con questo organo, analizzando l’altro uso per cui la bocca stessa esiste: il parlare.

Oggi, dopo aver pensato parlato e sparlato per trecentosessantaquattro giorni, tutti cerchiamo di “lavarci la coscenza” proferendo belle frasi nei confronti del Prossimo, frasi il più delle volte dettate dall’innata ipocrisia che possiamo leggere in ognuno di noi.

Il “ben pensante di turno”, se si è già svegliato dopo la lunga Notte, starà dicendo: “parla per te! e non mi disturbare mentre cerco di compilare un piccolo messaggio di auguri!”.

Nò, caro ben pensante! io parlo proprio per te! visto che io, non sopportando queste forme inutili e stupide di ipocrisia, in questi giorni, come ogni anno, mi sto comportando esattamente nel modo contrario.

Con ciò, ovviamente non voglio dire che non sia giusto scambiarsi una parola di augurio, io il mio messaggio l’ho già lanciato con tutto il cuore, voglio dire però che se si lanciano simili messaggi bisogna innanzitutto crederci in primis.

Questo, è il motivo per cui certe manifestazioni che dovrebbero essere punto cardine e culmine di ciò in cui si ha Fede scivolano su me e la mia anima, senza neppur aver bisogno di olio o fluidi similari.
Questo, è il motivo per cui oggi, almeno per me, è solo un sabato qualunque.
Questo, è il motivo per cui più che pensare al Natale quale sublime momento per ricordare che Dio è venuto fra noi, mi viene la sincera voglia di ringraziare lo stesso Dio per avermi fatta superare la festa indenne da supercariche di colesterolo e acido urico.
Questo, in definitiva, è il motivo per cui, già mentre sto scrivendo, ritengo archiviata questa giornata che, da Festa dei bambini, si è via via trasformata in Festa in cui tacitare i capricci dei bambini.
Ovviamente, includendo nei “bambini” molti che per l’età anagrafica dovrebbero essere tutt’altro.

Caso a sè, (e neanche tanto), è visibile nell’improvviso ritorno di memoria che tutti abbiamo in questi giorni; mi riferisco alle attenzioni per chi è meno fortunato di noi.

Tralasciando quanto fatto dai comuni mortali, oggi nostro malgrado dovremo assistere alla solita passerella di vip che, in tiro e di fronte al numero più alto possibile di telecamere, si cimentano nel consueto spettacolo consistente nel rigovernare il branco di poveracci, appositamente raccattati, ripuliti e fatti affluire in luoghi predisposti per l’occasione.
Ma questo è solo il culmine!

Nei giorni e nelle settimane scorse, abbiamo dovuto sorbirci la solita gara a chi riusciva a raccimolare più soldi, per le più svariate intenzioni “benefiche”.
Chissà quanto di questo danaro arriverà realmente a destinazione?

Oggi, è la giornata in cui, (a parole) ci si ricorda dei problemi di chi è costretto a lasciare la sua terra per venire a raccogliere le briciole della nostra “opulenza”…

Potrei continuare a scrivere fino alla prossima giornata che ricorda il Natale, ma sinceramente ho voglia di spegnere questi apparati, uscire e, spoglio dell’ipocrisia di cui ho parlato finora, andare fra i miei amici a bere uno o più buoni bicchieri di qualsiasi cosa.

Ti assicuro, non è ne disfattismo, ne voglia di suicidio dello Spirito; è solo la voglia di riappropriarmi della Libertà d’azione che, per colpa di tanti , (che normalmente racchiudo nei personaggi che sono a cornice delle mie farneticazioni), per colpa di costoro, sto via via perdendo.
Parlo della libertà di chiamare pane il pane e vino il vino.

Che intendo?

Intendo ad esempio la voglia di sentire qualche mea culpa proferito da chi, su altari più o meno ufficiali, parla delle disgrazie altrui, dimenticando di confessare quanto ha contribuito con il suo comportamento alla generazione delle stesse disgrazie; e non parlo necessariamente di altari legati alla religione per la quale oggi si osserva una cosidetta giornata di festa.

Una cosa mi piacerebbe, per una volta, sentire in modo particolare.

Oggi si parla dell’africa, del subcontinente indiano, dell’Iraq, Afganistan ecc, ma in quanti ricordiamo che certi problemi, se si volessero realmente risolvere, non devono necessariamente essere cercati a migliaia di chilometri, ma sarebbe sufficiente acquisirli magari vicino casa propria?

Non volendo tediarti più di tanto, e volendo chiudere questa brutta pagina, passo agli auguri sopra promessi.

Faccio questo augurio innanzitutto al “ben pensante di turno” che, anche oggi che è Natale, ho voluto scomodare.
Poi, al servizio segreto del quale, volta per volta, apprezzo i servigi: parlo de: “il segreto di pulcinella”.
Da ultimo, ma non ultimo desidero che riceva il mio augurio il “solerte magistrato”, sempre ligio al “dovere”…

Mi sia permesso però, uno spazio riservato per far giungere il mio augurio ad una serie di “persone” che giorno per giorno, ingrossa le proprie fila: “la Casta”.

Qual’é l’augurio?

Auguro a tutti costoro, sia in abito civile, che militare o religioso. un anticipo di quello che sarà prossimamente riassunto nel “Mistero della Pasqua”.

In sintesi:

avendo costoro mangiato a profusione sia ieri che oggi, sicuramente avranno ingurgitata almeno un’anguilla.
Siccome è fuori da ogni ragionevole dubbio che io abbia esposto la cruda verità nel mio sfogo, spero che l’anguilla sopra nominata risorga in loro e, con la maestria di cui solo lei è capace, vada a rimuginare nelle capaci pance dei soggetti di cui ho parlato, provocando loro il peggior fastidio possibile, così, da far ricordare ai Nostri che, se non hanno una coscenza da esaminare, quantomeno i “peccati” racchiusi nelle loro membra interne, diano loro filo da torcere.

Scusa se è poco, ma a Natale siamo tutti più buoni!…