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L’Assurdo Alle Poste

Di Vittorio Venditti
(Foto), Di Salvatore Di Maria E Presa Da Internet Dallo Stesso

“Assassinio” Per Natale

La nascita di chi dovrebbe venir considerato il figlio di Dio, (nei fatti e non solo a “chiacchiere di facciata”), si avvicina e lo ‘Spirito Cristiano’ invita tutti ad essere più ‘Buoni’. Perché dunque non iniziare al peggio anche questa settimana?

Nuovo Ufficio Postale, del 10 marzo 2018

Poste Italiane, si sa, sta vivendo un lungo, ma veramente lungo periodo di trasformazione, dovuto alle innumerevoli modifiche nel modo di proporre i propri servizi ai cittadini. Quanto scritto, ovviamente esenta i modi di dire e le tradizioni che alimentano la ‘vulgata’ sul come si arrivi a far parte di quella famiglia, cosa che viene lasciata all’intelligenza dei quattro lettori di queste pagine, pochi, ma davvero perspicaci, persone che sono il vanto e la bandiera da mostrare al mondo ogni giorno per chi scrive.

Riprendere i collegamenti ipertestuali alle innumerevoli occasioni che si sono presentate da dieci anni a questa parte e che hanno raccontata ogni sorta di disservizio, normalmente pagato da gambatesani e non, oltre ad essere arduo, diventa di basso squallore; è per questo che l’odierno racconto verrà prodotto ex novo e possibilmente sintetizzato al massimo, troppa è la sciatteria di fondo al tema.

Chi non abbia mai avuto a lamentarsi di non aver ricevuta almeno una volta corrispondenza poi risultata importante in altri frangenti, o lecca, oppure vive fuori dal mondo. Si tratta, nello specifico, della mancata consegna delle bollette, in questo caso relative alla fornitura d’energia elettrica, disservizio perpetrato nei confronti di chi lavora proprio presso il principale ente di gestione di quel tipo di fornitura. Passi la prima volta, ma se si arriva a non presentarsi anche per la consegna del duplicato, il fatto diventa carnascialescamente serio: Protestare presso il punto fisico locale presentato in foto? Fatto. La conseguenza però ha avuto dell’incredibile: alla richiesta di spiegazioni, è stato risposto che fra il locale ufficio postale ed i portalettere non c’è comunicazione. Il discorso sa d’omertà, quando si chiede di ottenere un numero telefonico che permetta di raggiungere il luogo ove protestare e chiedere eventuali spiegazioni: presso l’ufficio postale di Gambatesa, rispondono che loro quel numero non lo hanno…

Insomma: le poste non sanno niente dei postini.

A questo punto esiste l’unica soluzione da prendere in considerazione: rivolgersi all’azienda che ha emessa la fattura latitante e chiedere sì il duplicato, magari facendoselo spedire per posta… elettronica, così da estromettere chi, avendo comunque ricevuta la copia cartacea di quanto precedentemente non consegnato, è stato bloccato da chi attendeva cotanto documento perché il ‘postino’ in questione, superato il civico ove consegnare quanto aveva in bella vista in mano, se ne stava andando per ignota destinazione, atteso che al di là del ‘posto di blocco’ vi sia solo la campagna.

Poi, certi ‘giovani’ si lamentano di non trovare lavoro?

In buona sostanza, il problema è stato rocambolescamente risolto ed in futuro non si presenterà più perché tolto a chi dovrebbe per antonomasia consegnare la posta. Ormai, la destinazione che veniva boicottata, resta collegata a quel servizio per tre volte l’anno in maniera ordinaria, vale a dire per ricevere le comunicazioni provenienti dal ‘muinicipio’ di Gambatesa, consistenti in bollette relative al consumo idrico, alla TARI e soprattutto alla gestione delle lampade votive, unico servizio davvero essenziale in un mortorio come questo paesello. Tutto ciò, almeno finché l’ente locale utile solo a campare sulle spalle degli altri, (visti i servizi narrati giorno per giorno da queste pagine), non inizierà a pensare che la modernizzazione di tali comunicazioni non sia il futuro, ma il presente, anzi, per certi versi il passato che si possa offrire all’utenza, operando in maniera davvero esiziale per l’ente nazionale che si dovrebbe occupare di suonare a casa degli utenti due volte, ma che sempre più spesso non lo fa nemmeno la prima, con disappunto della cittadinanza che per ripicca più che giustificabile, conseguentemente poi se ne frega delle lamentele di quegli ‘impiegati’ sempre meno rispettosi del loro lavoro, sempre più in via di trasferimento verso il dover lavorare per vivere,

Zappa

Si Spera Così.