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BASKET, A1 FEMMINILE. PER LA MAGNOLIA, SCONFITTA SENZA ‘ARBITRIO’

Di Vittorio Venditti

Cronaca Da Un Ignorante In Materia

La Molisana Magnolia Campobasso 54
Fila San Martino 60
15-9, 27-25; 38-41
Nota: Arbitri… Non erano in campo.

Stavolta ci siamo: anche la cronaca da Campobasso è stata degna del basket di A1. “Si scrivono certe cose”, si scrive ciò che si vede, ovvero si sente ed oggi si leggerà qualcosa di buono a vantaggio dei commentatori, cosa che non toglie il dispiacere per una sconfitta da evitare, ma non proprio immeritata da parte della Magnolia

Magnolia Campobasso

Per la cronaca, il primo quarto inizia con una buona partenza del San Martino, ma la Magnolia si riprende abbastanza rapidamente anche se con rashanda Gray in panchina. La situazione arbitrale non è delle migliori perché vengono lasciate troppo le briglie sciolte a chi mostra meno tecnica di gioco e più fallosità, tant’è che a metà quarto la situazione falli è di tre a zero per le venete. Finalmente entra Gray e la situazione si evolve per le rossoblu che chiudono il primo quarto quindici a nove.

Il clima sul campo non è molto diverso all’avvio del secondo quarto. San Martino passa alla difesa a zona, ma Reshanda Gray è la differenza in favore delle locali e quella difesa veneta appena messa in gioco non ce la fa a sostenere l’impatto dell’americana di casa. Toccare la linea di fondo è un’infrazione che fino al momento è stata compiuta due volte… dalle molisane. Sul diciotto a quattordici, seppur in vantaggio, la squadra di casa concede troppo alle ospiti: venti a sedici, partita equilibrata. A proposito del toccare la linea di fondo, ecco che San Martino si ‘riprende’ facendolo a sua volta ed accorciando le distanze in questo senso. Venti a diciotto, ventidue a diciotto, ventidue a diciannove, a metà secondo quarto, partita equilibrata con punteggio molto basso. Ventiquattro a ventitré: poca serenità nella magnolia che chiude il secondo quarto, (primo tempo), ventisette a venticinque.

Il secondo tempo, (terzo quarto), inizia con un’arrembante ripartenza del San Martino, cui la Magnolia risponde passo dopo passo. Le venete in giallonero passano avanti anche perché oggi Robyn Parks ha un momento davvero buio. Trentadue a trentacinque, trentaquattro a trentasette e poi… Le grida di Premasunac nel silenzio dell’arena, annunciano un serio infortunio alla caviglia per la ragazza, fino a quel momento il top della Magnolia. I soccorsi vanno a rilento, mentre Nina piange per il dolore. Premasunac esce fra gli applausi del pubblico, incoraggiamento che sportivamente arriva anche dalla panchina del San Martino di Lupari: magra consolazione. Si riprende col punteggio di trentaquattro a trentasette con le Lupe che mettono a segno un ulteriore canestro che le porta a trentanove. Campobasso con rotazioni ancor più ridotte prova a reagire, ma san Martino continua a martellare con tiri puliti ed inesorabili.
Trentasei a quarantuno, due minuti e ventidue da giocare: fuori Parks, dentro Quinonez. Trentotto a quarantuno, le ospiti comandano la gara, Magnolia resta in linea di galleggiamento fra cambi e ricambi da parte di un Sabatelli ovviamente sconcertato, mentre gli arbitri continuano a non essere in partita. Gray sta diventando troppo fallosa e Sabatelli prega Parks di svegliarsi, al termine di un terzo quarto che si chiude per l’appunto trentotto a quarantuno.

E’ la volta dell’ultimo quarto con una Magnolia nonostante tutto ancora in partita: tre punti nel basket sono recuperabili. La contesa sta comunque scadendo: dagli arbitri che forse sognano da un’altra città, alle giocatrici che ne approfittano, fatto sta che di certo lo spettacolo non è dei migliori. Lato positivo, le contendenti non aggiungono punti per parecchio ai loro bottini, finché non riprende San Martino a segnare. Sembra l’incontro di Bologna, ma Nicolodi e Trimboli riavviano la squadra rossoblu portando il parziale quarantatré a quarantacinque per poi veder incrementare il gruzzolo veneto di tre punti che arriva a quarantotto. Quarantatré a cinquanta: anche per la squadra veneta arriva il dolore con l’infortunio di Russo. A quattro minuti dalla fine si riaccende Parks: quarantotto a cinquanta. Togliani, Trimboli, Gray, Parks e Nicolodi, il miglior quintetto al momento a disposizione del tecnico Sabatelli, come si vedrà, non sarà sufficiente a raddrizzare la brutta china ormai presente in campo per le campobassane. A tre minuti e cinquantasette dalla conclusione, il risultato segna cinquanta a cinquantadue. Cinquanta a cinquantaquattro, le venete allungano; cinquanta a cinquantasei con Sabatelli che si arrabbia con Nicolodi a due e ventotto dalla fine, quella Giuditta Nicolodi fino al momento osannata. Per inciso: Evitando di abbassare il tono a battute contenenti stupidi, quanto puerili doppi sensi, l’Ulisse che dorme in chi scrive, direbbe senza ombra di smentita che: “Sabatelli non è stato in quel momento in grado di tenere la barra a dritta”, atteso che avendo a disposizione ciò che passa il convento, più che redarguire, sarebbe stato il caso di spronare le superstiti di una squadra così mal ridotta in arnese. Cinquanta a cinquantasette, cinquanta a cinquantotto, cinquantadue a cinquantotto, dovrebbe far comprendere il clima del momento. Cinquantaquattro a cinquantanove, ma non basta: arriva il punto finale su uno spartito davvero indigesto per la Magnolia, musica che sarebbe bello non dover più sentire, referto giallo davvero difficile da digerire.

Ad Maiora.