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Gambatesa ai Suoi Defunti

Di Vittorio Venditti
(Foto), Di Salvatore Di Maria

Pensare a Loro, Con Le Nostre Tasse

Anche quest’anno, com’è giusto, si rinnova la tradizionale visita che chiunque di noi fa ai propri Cari che, per dirla con gli alpini, “sono andati avanti”.

Così, dopo tanto chiacchierare, anche chi ci rappresenta a livello politico ha voluto pensare a coloro che, pur non contando più come votanti, restano sempre un “valore” dal punto di vista affettivo.
Insomma: anche a Loro si è voluta rinfrescare la casa.

Cimitero: Parte Storica

Cimitero: Parte Nuova

Quanto fatto è giusto e doveroso.
Quanto si farà, (dal punto di vista della Preghiera), è, forse, ancor più valido nei Loro confronti.
Se il nostro comportamento venisse ripetuto giornalmente, (non solo nelle occasioni canoniche), sarebbe un riconoscimento sublime a ciò che i nostri Cari Antenati, con il loro essere stati, hanno dato per permettere a noi di vivere la vita attuale.

Come al solito, però, c’è sempre qualcosa di cui lamentarsi; se non fosse così, sarebbe del tutto inutile il mio scrivere.

Mi riferisco innanzitutto al mercimonio che si crea in queste occasioni, peggio, se a proporlo è chi, per legge e per contratto, dovrebbe occuparsi di mantenere nel giusto decoro la casa dei nostri Morti.

Non esagero se dico che nell’occasione a Costoro dedicata, nel cimitero di Gambatesa, come in ogni altro posto simile, si vede “gente” che alla faccia della morale e del rispetto dovuto al luogo in cui lavora, si permette di “arrotondare” il proprio stipendio vendendo lumini e quanto di simile, per, (una volta partiti gli acquirenti occasionali), recuperare la merce già ceduta, e, quando possibile, con la giusta faccia di bronzo, ricondizionarla per riproporne la vendita agli stessi malcapitati, l’anno successivo.
Questo, per parlare dello straordinario!

L’ordinario, invece, lo si può verificare durante i funerali, cui ognuno di noi, suo malgrado, ha dovuto partecipare.
Ti racconto la mia esperienza, fatta, (per fortuna), non da protagonista.

Il vent’un gennaio del 2007, dopo una breve ma fulminante malattìa, veniva a mancare mio nonno Francesco.

Nei giorni precedenti, mio nonno mi fece promettere di occuparmi della cerimonia funebre in rappresentanza dell’intera famiglia.

Nell’immenso dolore quasi tutto andò bene, tranne qualcosa che se non fosse stato per il mio sangue freddo, avrebbe permesso ad alcuni individui che gravitano attorno al lucroso affare dei funerali, di spillarci danaro senza il giusto rendiconto da dare allo Stato.

Senza volerti tediare più di tanto, ti dico che l’unico a consegnarmi spontaneamente la ricevuta relativa ai soldi da me versati per la parte della cerimonia di sua competenza, è stato Don Peppino.
Altri, o hanno attesa la mia richiesta, dichiarando il prezzo del loro compenso, solo a quel momento completo dell’iva, o, addirittura, hanno tentato di pretendere danaro al di là di quanto dichiarato, adducendo servizi che, a loro dire, non dovevano includere tasse.
Ma la ciliegina sulla torta, in tutto questo scandalo, l’ha posta il necroforo.

Anche Tu, senz’altro, saprai che all’atto della tumulazione di un essere umano, si deve al municipio cui appartiene il cimitero, la tassa relativa a questo fine.
All’inizio del 2007, questa tassa ammontava a 25,82 €, da versare mediante un modulo di conto corrente postale, intestato, nel caso di mio nonno, al municipio di Gambatesa.

Il giorno in cui si sono svolte le esequie di Nonno, mi sono premurato di andare all’ufficio postale ed effettuare il versamento in questione.
Tutto mi sarei aspettato, tranne il fatto che a fine cerimonia, al dire dei miei familiari di voler offrire un Presente al nostro necroforo, costui, con savoir-faire, chiedeva ai miei, la bella somma di centosettanta, e dico: CENTOSETTANTA, lussuosissimi euro!

E dire, che colui che svolge il lavoro di necroforo:
“A”: a quella data, non era neppure stato ufficialmente assunto dal nostro municipio per svolgere questa mansione;
“B”: questo “signore”, (sempreché sia possibile definirlo tale), finchè ha potuto, ha approfittato della bontà di mio nonno, lo Stesso di cui si stava occupando e per cui chiedeva il compenso in nero, dopo che io avevo pagato quanto dovuto per l’incombenza al nostro municipio…

Va da sè, lo Giuro sul mio Onore, che dei soldi richiesti in nero, ho evitato accuratamente di versare, sia pur il più piccolo centesimo!
Anzi, per quanto riguarda il presunto compenso da elargire in nero al nostro necroforo, visto che i miei, per quieto vivere, avevano già versata la cifra richiesta, ho dovuto procedere come segue.

Circa una settimana dopo le esequie di nonno, nel fare i conti finali, e dopo aver già dovuto combattere con gli sciacalli di cui sopra, venivo a sapere dai miei, dell’esborso dei centosettanta euro.
A quel punto, sono andato fuori dai gangheri e ho comunicata l’”estorsione” al nostro Sindaco, aggiungendo che, se in breve tempo quei soldi non avessero presa la strada del ritorno, mi sarei rivolto alla guardia di finanza.
Forse per il mio essere estremamente deciso e fermo nei miei propositi, forse perché, a breve, ci sarebbe stata la tanto agognata assunzione, fatto sta, che dopo circa dieci minuti dalla mia telefonata sibillina, il necroforo, o futuro Tale, si è presentato a casa mia, restituendo a mia madre l’intera somma, e presentando anche le dovute scuse.

Bypassando questi avvoltoi, mi preme rimarcare qualcosa che, forse per leggerezza, ti sarà sfuggito.

Dal dicembre duemilaotto, al marzo successivo, ti sarà capitato di vedere come “non” funzionavano le lampade votive, in particolar modo nella parte storica del nostro cimitero.

Stando alle parole del nostro Sindaco, (che era tale anche in quel periodo), passati tre mesi senza che il disservizio venisse risolto, sarebbe stato Dovere, del municipio, stornare quanto dovuto per la bolletta dell’elettricità che alimenta le stesse lampade.
Se ne sto parlando, è perché da quella data, nessuno ha mai restituito nulla a nessuno.

Devo dire che, un comportamento del genere, è quantomeno incivile.
Lo accetto, però, se questi pochi soldi sono serviti all’amministrazione municipale per l’abbellimento della facciata frontale della Casa dei nostri cari.

Cimitero: Esterna

Questo, è un punto a favore di chi ha avuto tale pensiero.
Spero che la premura dimostrata non sia un caso fortuito, ma la consapevolezza del fatto che, anche se i nostri cari non sono più fra noi, Costoro vengano comunque considerati nostri concittadini, cui si deve il giusto, sacrosanto rispetto.