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Antonio Chieffo A Gambatesa

Di Vittorio Venditti
(Foto), Di Salvatore Di Maria

Uno Degli Ultimi, Prodotti Dalla “Cantera” Democristiana

Antonio Chieffo

Ieri sera, anche Gambatesa ha visto accendersi la campagna elettorale per il rinnovo del consiglio regionale del Molise.

Infatti, nel luogo in cui lo scorso Capodanno la nostra squadra, (Stock 84), celebrò il banchetto di fine festa, si è materializzato il più volte consigliere regionale Antonio Chieffo, per proporci il solito incontro preelettorale.

Invitato dal mio webmaster, l’amico Riccardo D’Antonio, non potevo non mancare.
Ero però invogliato ad essere presente, anche per un altro motivo che di seguito spiegherò.

Mi sia consentito però, innanzitutto, di dire ciò che penso sulla mancata candidatura di V. I. P. di Gambatesa, candidatura da tutti sussurrata, ma poi, non andata in porto.

Avranno vinto quelli del vero PD?

Scusa la provocazione, ma si era detto che il nostro attuale Sindaco, voglioso di fare il salto alla cavallina, sarebbe passato a quel partito, per prenderne le redini, (almeno a Gambatesa), e presentarsi come concorrente in questa campagna, sotto quella bandiera.

Era tutto uno scherzo?
Oppure, come ho sempre creduto io, è valso il proverbio che recita:
“Chi Troppo Vuole, Nulla Stringe”?

Tornando a bomba, il motivo del mio voler esserci ieri sera, consiste nel fatto che ho sempre visto Antonio Chieffo, prima che come politico di lungo corso, come una Persona che ha fatto, della sua ottima educazione, e del suo rispetto per il Prossimo, (qualunque sia il ceto di provenienza), la sua Bandiera, a cui, visti i tempi che corrono, non si può far altro che inchinarsi.

Oggi giorno, frutto della “Divina Apparenza”, il politico, se non mostra gli artigli, viene considerato di scarto, o, peggio, un peon di scarsa importanza.
Io, di contro, credendo negl’insegnamenti della scuola politica Democristiana, ritengo giusto che ci si presenti alla gente, “incazzata”, avendo il coraggio di metterci la Faccia e, se necessario, ricevere anche lo sfogo di chi, dopo aver data fiducia, si sente tradito.

Questo, giustappunto, è stato lo spirito con il quale si è svolto l’incontro con Antonio, incontro, per la verità, che è stato quasi un battibecco fra me e lui, alla presenza di un giusto numero di astanti, e qualche avvocato che, per la sua professione, avrebbe dovuto avere una parlantina migliore della mia, ma che, per tutta una serie di ragioni, è rimasto silente al proprio posto con mia somma meraviglia.

Senza star a tediarti con i dettagli, ti riporto però il nocciolo della discussione, consistente in una frase che, a mio avviso, è il motto della campagna elettorale di Antonio:
“Proseguire, nella costruzione di qualcosa, cui va posto un mattone alla volta, facendolo però in maniera allo stesso tempo Umile, Utile e soprattutto Seria”.

Visti i tempi che corrono, già sentirsi offrire parole del genere fa piacere.
Il vero sollievo però, consiste nella loro applicazione, magari tenendo conto anche dei suggerimenti che il popolino dà a chi li vuol ascoltare.

Uno fra i tanti, da me proposti ad Antonio, consiste nell’eliminare gli inutili orpelli che spesso incorniciano belle intenzioni, quasi mai portate alla realtà.
E’ il caso, ad esempio, della tanto sbandierata “Banda Larga In Tutto Il Molise”.

A questa mia sollecitazione, Antonio ha incominciato a rispondere che si stava provvedendo.
Avrei potuto obbiettare che “Si sarebbe già dovuto provvedere, viste le promesse fatte alla fine dello scorso febbraio, promesse su cui ho già farneticato più volte nei mesi precedenti.

A me, sinceramente, più che sparare sulla Croce Rossa, interessa raggiungere un sia pur piccolo obbiettivo, (il mattone di prima), per costruire bene il nostro futuro, che dev’essere fatto di sviluppo e reale lavoro, per giovani e non solo.
Per questo, ho proposto ad Antonio, una soluzione, per le istituzioni a costo zero, visto che, per altro, “Pantalone” ha già più volte pagato.

Che soluzione?

Visto che si va sempre più verso l’ultramobilità in rete, ho proposto ad Antonio, di imporre, (secondo le leggi ed il giusto diritto), alle attualmente già presenti compagnie telefoniche, di aumentare il numero delle celle esistenti sui loro ripetitori.
In questo modo:

1°: Si otterrebbe un’infrastruttura, costruita da chi, comunque, giorno per giorno, acquisisce soldi dai cittadini, senza offrir loro il giusto servizio;
2°. Si offrirebbe un meritato risparmio ai cittadini stessi, permettendo a costoro di poter possedere un uplink ad internet, veramente mobile, anziché fisso, obiettivo non dichiarato, ma sufficientemente palese, imposto da certe pseudocompagnie che vendono servizi, basati su ridotte e o quasi nulle loro capacità imprenditoriali.

Andrà in porto una simile proposta?
O, come al solito, dovremmo fermarci di fronte ad interessi politici, ben coperti durante le campagne elettorali, ma puntualmente presenti, fuori dalle campagne stesse?

Come ho già detto in altre occasioni, la politica, come la religione, sono principalmente utili a chi, forte di un potere creato sulle altrui spalle, cerca di tenere i propri sudditi impegnati con la mente in falsi problemi, proprio per far in modo che, questi sudditi stessi restino tali.

Com’è andata a finire?
Con il solito tormentone, che mi colpisce ad ogni campagna elettorale.

Udito il dibattito fra me ed Antonio, prima lui stesso, poi gli astanti, hanno cominciato a paventare un mio futuro ingresso in politica, adducendo che “c’è bisogno di persone nuove”.

Da dire in merito che:

1°: Se è vero un simile assunto, perché chi già ha amministrato si ripropone?
2°: Considerato che nella vita esistono anche altri obiettivi da desiderare, e che la politica, così come nella comune accezione, è ai miei antipodi,

Perché, e quando finirà, questo tentativo di privarmi della personale libertà di fare della mia vita ciò che più mi aggrada?

Ieri comunque, come detto, mi sono confrontato con un politico che, prima di tutto, è una Persona Onorevole.

In bocca al Lupo, Antonio!
E Fa Tesoro di quanto ci siamo detti, per il tuo, il mio e l’altrui bene.