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Democratica

Della Redazione Di Democratica

n. 86 mercoledì 6 dicembre 2017
“Abbiamo tutti, in noi, qualcosa di Johnny” (Emmanuel Macron su Johnny Halliday scomparso ieri)
Gli anni dei diritti
L’EDITORIALE

Antonio Gramsci che ci parla ancora
Giancarlo Schirru

SSe in chiusura di questo 2017 ricordiamo ancora il sacrificio di Antonio Gramsci, avvenuto ottant’anni fa, non è solo per il dovuto omaggio a uno dei più lucidi martiri della libertà e dell’antifascismo. Deputato, fu arrestato in violazione dell’immunità parlamentare e condannato come oppositore politico con leggi speciali estranee allo stato di diritto. Malato, si spense dopo undici anni di detenzione, compiuta prima in carcere e poi in strutture sanitarie che non lo curarono mai adeguatamente. Si oppose al fascismo con intelligenza e razionalità, contrapponendo alla retorica roboante ed eroica dei suoi tempi, scritti asciutti e sorretti da una straordinaria ricchezza di pensiero.
SEGUE A PAGINA 5
È stata la legislatura della svolta per le nuove libertà e le nuove tutele: dalle Unioni civili al biotestamento ecco tutte le conquiste civili di questi anni
FAKE NEWS
PARI OPPORTUNITÀ
“Una Rete trasparente”. Parla Gianni Riotta
“L“La libertà di espressione è garantita dalle regole, dall’articolo 21 nella nostra Costituzione o dal Primo emendamento negli Stati Uniti, ma questo non significa che puoi scrivere il falso”. A parlare con Democratica è Gianni Riotta, già direttore del Tg1 e de Il Sole 24 Ore, oggi editorialista de La Stampa e visiting professor alla Princeton Universi-ty, ma soprattutto studioso e appassionato di Big Data Journalism. A PAGINA 6-7
Boschi risponde a Berlusconi: “Ecco tutto quello che abbiamo fatto per le donne”
A PAGINA 2
Diritti e libertà
“Quello che abbiamo fatto per le donne”, Maria Elena Boschi risponde a Berlusconi
Nuove libertà, nuove tutele
Tutte le leggi sui diritti volute dal Partito Democratico in questa legislatura
Dopo di noi, più tutele per le persone con disabilità
Prima
Fino al varo di questa legge non era previsto nessun regime particolare per le persone disabili a cui viene a mancare il sostegno familiare. La legge più recente in materia risale al 1998 e prevedeva l’organizzazione di programmi di aiuto per persone disabili presso Comuni, Regioni ed enti locali.
Dopo
La nuova legge per la prima volta individua e riconosce specifiche
tutele per le persone con disabilità quando vengono a mancare i
parenti che li hanno seguiti fino a quel momento. Il ‘Dopo di noi’ stabilisce la creazione di un fondo per l’assistenza e il sostegno ai disabili privi dell’aiuto della famiglia e agevolazioni per privati, enti e associazioni che decidono di stanziare risorse a loro tutela. Previsti anche sgravi fiscali, esenzioni e incentivi per la stipula di polizze assicurative, trust e su trasferimenti di beni e diritti post-mortem.
La lotta al caporalato e alle nuove schiavitù
Prima
Il fenomeno del caporalato è molto diffuso nei settori dell’agricoltura e dell’edilizia. In linea generale i lavoratori che operano in questi ambiti avevano un salario di poche decine di euro al giorno, orari di lavoro che potevano superare le 12 ore e la totale mancanza dell’applicazione dei contratti di lavoro. In moltissimi casi subivano anche una lunga serie di imposizioni e di violenze.
Dopo
La nuova legge riscrive il reato di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro già inserito nel Codice penale dal 2011 per correggerne alcuni
aspetti e per permettere di semplificare l’individuazione del reato stesso. Tra
le novità introdotte la sanzionabilità
anche del datore di lavoro e non solo dell’intermediario, l’applicazione di un’attenuante in caso di collaborazione con le autorità, l’arresto obbligatorio in flagranza di reato, e, in alcuni casi, la confisca dei beni.

S

ilvio Berlusconi mi ha attaccato personalmente sostenendo che il centrosinistra non abbia
fatto niente per le donne. Sarebbe facile rispondere in modo polemico ma l’argomento è troppo importante per scadere nello scontro.
Penso che i numeri siano la migliore risposta:

i centri anti violenza sono passati da 188 nel 2013 a 296 nel 2017;

le case rifugio erano 163 nel 2013, oggi sono 258;

nel corso del 2015/2016 sono stati stanziati per politiche di contrasto alla violenza sulle donne oltre 30 milioni dallo Stato;

nel 2017 sono stati previsti dal Governo oltre 22 milioni per misure di contrasto alla violenza;

la legge di bilancio inoltre prevede circa 30 milioni di euro all’anno, a decorrere dal 2018 per il piano contro la violenza sulle donne;
Il 23 novembre abbiamo adottato il nuovo piano nazionale anti violenza di durata triennale.
Lo stesso giorno abbiamo approvato, d’intesa con le regioni, per la prima volta linee guida comuni per tutti gli ospedali del Paese sul trattamento delle donne vittime di violenza che arrivano nei pronto soccorso.
Abbiamo destinato 5 milioni a progetti nelle scuole contro la violenza sulle donne nell’ultimo anno.
Per la prima volta una ministeriale del G7 si è occupata del tema della violenza di genere ascoltando anche direttamente la voce di Lucia Annibali.
In rete potete trovare il link alla nostra ultima campagna di
comunicazione che rilancia il 1522 da noi finanziato.
Nel 2016 e’ stato approvato il primo piano nazionale contro la tratta di esseri umani e abbiamo stanziato risorse crescenti per sostenerlo:

nel 2016 oltre 15 milioni;

nel 2017 oltre 22 milioni; La legge di bilancio prevede lo stesso tipo di stanziamento in
modo stabile per la lotta alla tratta, nei prossimi tre anni.
Questi non sono solo freddi numeri.
Dietro a queste cifre c’è la possibilità di aiutare concretamente le tante donne vittime delle diverse forme di violenza. C’è la speranza per loro di iniziare a vivere di nuovo.
Mi piacerebbe che la lotta contro la violenza sulle donne, la difesa dei loro diritti fosse una battaglia condivisa da tutti, non un tema da campagna elettorale.
Vorrei che le pari opportunità e la valorizzazione del ruolo delle donne nella nostra società, la salvaguardia della loro dignità fosse centrale nell’agenda politica di tutti i partiti e non uno slogan da talk show.
Siamo quelli che hanno rimesso la norma contro le dimissioni in bianco mentre il governo di destra l’aveva cancellata. Siamo quelli che hanno lavorato sulla conciliazione vita lavoro per la maternità con i decreti Madia e il JobsAct. Siamo quelli del primo governo con parità di genere della storia repubblicana.
Se però Forza Italia pensa di fare della della lotta alla violenza di genere e delle misure a favore delle donne argomento di scontro
politico, sappia che noi ci siamo e risponderemo punto punto. Perché la realtà non può essere stravolta da nessuno,
nemmeno da Silvio Berlusconi.

Diritti e libertà
Più tutele per le lavoratrici: la legge contro le dimissioni in bianco
Prima
In molte aziende i lavoratori erano costretti a firmare le proprie
dimissioni in anticipo e queste venivano poi usate dal datore di lavoro in caso di malattia, infortunio, ma soprattutto gravidanza dei dipendenti. La legge contro le dimissioni in bianco era stata introdotta da Prodi, ma cancellata nel 2008 dal governo Berlusconi. Con Monti viene introdotta la tutela ex post, che però ai fatti risulta
essere poco efficace: le dimissioni una volta firmate dovevano
essere convalidate presso la Direzione del lavoro territoriale o presso i centri per l’impiego.
Dopo
Con la misura introdotta con il Jobs Act, le dimissioni devono
essere validate attraverso una serie di moduli reperibili sul sito
Internet del ministero del Lavoro o presso le direzioni territoriali del lavoro. I moduli saranno numerati e questo toglierà ogni
dubbio sul momento in cui le dimissioni sono state decise e
firmate. Il dipendente avrà una settimana di tempo per revocare le dimissioni.
Divorzio breve: così l’addio tra coniugi è meno complesso
Prima
La durata del periodo di separazione ininterrotta dei coniugi che legittima la domanda di divorzio era di 3 anni mentre lo scioglimento della comunione dei beni poteva avvenire solo con il passaggio in giudicato della sentenza di separazione.
Dopo
La nuova legge rende sostanzialmente più veloci le procedure
legali e riduce i contenziosi. Nel caso in cui non vi sia accordo tra i coniugi (separazione giudiziale) viene ridotto a 1 anno la durata del periodo di separazione ininterrotta dei coniugi che legittima la domanda di divorzio. Se la separazione è consensuale, il termine si riduce ulteriormente a 6 mesi. Secondo la nuova legge poi la
comunione dei beni si scioglierà nel momento in cui il presidente del tribunale autorizza i coniugi a vivere separati (nel caso di separazione consensuale alla data di sottoscrizione del relativo
verbale di separazione).
L’autismo non è più invisibile
Prima
Le linee guida per prevenzione, diagnosi e cura erano obsolete e non aggiornate. Fino a questa legge, inoltre, l’autismo non era inserito nei Lea (Livelli essenziali di assistenza), cosa che non garantiva uniformità di trattamento nelle varie Regioni.
Dopo
La legge prevede interventi volti a garantire la tutela della salute, il miglioramento delle condizioni di vita, l’inserimento nella vita sociale delle persone con disturbi dello spettro autistico, l’aggiornamento delle linee guida, l’inserimento nei livelli essenziali di assistenza della diagnosi precoce, della cura e del trattamento individualizzato, l’incentivazione della ricerca, le buone pratiche educative. Grazie a questa legge il Servizio
sanitario nazionale deve offrire alle persone con autismo
interventi organici riconosciuti scientificamente.
Tutti i figli ora sono uguali
Prima
I figli nati al di fuori del matrimonio o adottati venivano
discriminati sul piano giuridico.
Dopo
Con la nuova legge i figli nati dal matrimonio sono in tutto e per tutto equiparati con quelli naturali e quelli adottati. Il testo prevede che la parentela diventi il vincolo tra le persone che discendono da uno stesso stipite, sia nel caso in cui la filiazione sia all’interno del matrimonio, sia nel caso in cui è avvenuta al di fuori di esso, sia nel caso in cui il figlio è adottivo. Il figlio nato fuori del matrimonio può essere riconosciuto dalla madre e dal padre anche se già uniti in matrimonio con altra persona all’epoca del concepimento. La legge riconosce ai figli naturali un vincolo di parentela con tutti i parenti e non solo con i genitori. La parificazione ha conseguenze anche ai fini ereditari.
Minori migranti: prima di tutto i bambini e i ragazzi
Prima
Prima dell’entrata in vigore della legge, non esisteva una legislazione che tutelasse i minori migranti considerandoli innanzitutto bambini e ragazzi e quindi come persone da tutelare, soprattutto se senza genitori.
Dopo
Con la legge 47 del 2017 viene regolato e facilitato il sistema
di identificazione e accoglienza dei minori migranti, tutelando così i diritti fondamentali di bambini e ragazzi stranieri che arrivano in Italia senza genitori o familiari, tra cui quelli alla salute, all’istruzione, all’assistenza legale. Inoltre vengono istituiti gli elenchi di tutori volontari, persone disponibili ad assumere la
tutela dei minori stranieri non accompagnati per assicurare a ogni
minore una figura adulta di riferimento adeguatamente formata.
Unioni civili, perché l’amore conta
Prima
Prima del 2016 due persone non coniugate non solo non godevano di alcun tipo di diritto ma non erano nemmeno riconosciute come coppia.
Dopo
Dal 2016, con la legge sulle unioni civili e le coppie di fatto,
vengono introdotti diritti e doveri simili a quelli delle persone
sposate. Viene introdotta la reversibilità della pensione del partner, i congedi parentali, la graduatoria all’asilo nido e in materia di successione ed eredità, avranno gli stessi diritti delle coppie unite in matrimonio. In caso di malattia Tra i doveri quello dell’assistenza morale e materiale e alla coabitazione, che sarà obbligatoria, e entrambe le persone dovranno, secondo le possibilità di ognuno, contribuire ai bisogni comuni.
Oggi consentirebbe a qualsiasi maggiorenne la possibilità
Biotestamento, In Italia non esiste una legge che regoli la di rinunciare ad alcune terapie mediche, in particolare possibilità per il paziente o un suo fiduciario la nutrizione e l’idratazione artificiale. Nel caso in cui
la libertà di
di esprimersi sul prolungamento delle cure l’individuo sia impossibilitato a esprimere la propria scegliere che lo riguardano. opinione, la legge prevede le cosiddette “disposizioni anticipate di trattamento” (DAT), un documento nel
Dopo quale si può indicare a quali terapie si vuole rinunciare Se approvata dal Senato la nuova legge e a quali condizioni.
Il partito
Sabato a Como contro il nuovo fascismo
UUn fiore stretto in mano sarà il simbolo della manifestazione contro l’intolleranza
proposta dal Partito democratico per sabato 9 dicembre, alle ore 11, presso il Monumento alla Resistenza europea a Como. Tutti i partecipanti sono invitati a portare
con sé un fiore, simbolo gentile contro l’arroganza e l’intolleranza fascista.
“I nuovi fenomeni di razzismo che emergono nel paese ci preoccupano – ha sottolineato su Facebook il vicesegretario del Pd Maurizio Martina – non possono essere sottovalutati, non possiamo tacere davanti a chi propone pericolose parole d’ordine xenofobe”.
Mobilitiamoci da oggi per la campagna elettorale
Il volontario di sezione elettorale
contatta tutti gli iscritti e gli ex iscritti tra gli elettori di quella sezione
verifica la presenza di persone anziane da accompagnare al seggio consegna porta a porta il materiale informativo
Il responsabile di collegio elettorale
organizza
il lavoro dei volontari nel suo collegio elettorale
predispone
e diffonde i kit con materiale di informazione
propone
iniziative sul territorio
tiene
i contatti con i candidati del collegio
compila
report periodici
diventa
rappresentare di seggio
al momento del voto
organizza
incontri di formazione
sul territorio
crea
una lista broadcast per l’informazione quotidiana sulla campagna elettorale
Ci serve il tuo aiuto e la tua partecipazione. Scrivi subito a:
volontari2018@partitodemocratico.it
Antonio Gramsci che ci parla ancora
Destinazione Italia Il treno Pd nelle Isole 6 DICEMBREmercoledì Marsala ore 20.00 Messina ore 10.30 Agira ore 12.45 San Cataldo ore 14.30 Palermo ore 17.00 Tra pastori, startup, turismo, scuola, memoria, infrastrutture e soprattutto metanizzazione si è svolta la tappa in Sardegna del viaggio del Pd attraverso l’Italia. Una regione che sconta un ritardo infrastrutturale ormai insostenibile, tanto che qui il treno Pd non ha potuto viaggiare, ma piena di voglia, risorse ed energie per rimettersi in paro con il resto del Paese. Primo appuntamento agli stabilimenti caseari Fratelli Pinna; poi il Museo etnografico diNuoro. E ancora, la visita al Museo Casa Gramsci per un omaggio, lontano da qualsiasi polemica, a uno dei “padri della sinistra italiana”. Infinel’incontro al Business Center dell’aeroporto di Cagliari Elmas con imprenditori, associazioni e rappresentanti delle istituzioni.
Giancarlo Schirru CONDIVIDI SU
Segue dalla prima
GGramsci è innanzi tutto un classico del pensiero politico che è letto in tutto il mondo contemporaneo come esponente di una grande
tradizione nazionale. Il suo nome è accom
pagnato spesso da quelli con cui volentieri
dialogava nel chiuso del carcere: Dante Ali
ghieri e Nicolò Machiavelli, Giambattista
Vico e Benedetto Croce. Come loro, si impe
gnò a fondo nella lotta politica e fu sconfitto;
come loro, ha compiuto riflessioni che vanno
oltre lo scenario contingente in cui si è svolta
la sua attività. Ciò per cui egli ha combattuto
non esiste più nel tempo che oggi viviamo: la
rivoluzione comunista, l’Unione sovietica, il
partito politico da lui fondato. Ma il suo pen
siero, formatosi in quella esperienza storica,
riesce ancora a parlarci.
Gramsci è infatti un pensatore della
politica e della democrazia moderna: la sua
originalità è nel sapere congiungere i rap
porti di forza che regolano la politica attuale,
e che si fondano sulle disparità economiche,
con i fattori culturali e ideali che entrano in
gioco nella lotta. Egli è quindi il pensatore
che lascia la porta aperta, nel mondo con
temporaneo, ai gruppi sociali svantaggiati, i
quali nel suo pensiero non sono condannati
a una posizione marginale per la loro subal
ternità economica, ma possono unirsi grazie
a nuove idee con cui entrare nel gioco della
storia.
Diversamente dai teorici della demo
crazia fondata sulla piccola proprietà, come
Rousseau o Tocqueville, sa bene che l’ugua
glianza dei proprietari è una condizione fra
gile nel mondo contemporaneo: egli vede
nel capitalismo moderno una forza che è in
grado di rigenerarsi continuamente, di usci
re dalle crisi che sono il suo modo di essere,
e di abbattere i vincoli e i piccoli patrimoni
familiari. Per questo, le forze che vogliono
conservare i rapporti di forza a loro favore
voli non hanno sempre il volto arcigno della
società tradizionale e dell’autoritarismo, ma
possono assumere ideologie di cambiamento
e modernizzazione.
Pertanto la parte conservatrice va sfi
data per mezzo di una grande unità di for
ze che si uniscono con l’obiettivo di cambia
mento e di uno sviluppo più grande e più
giusto. E la sfida si gioca, alla fine, con la leg
ge dei numeri: “Le idee e le opinioni non “na
scono” spontaneamente nel cervello di ogni
singolo: hanno avuto un centro di irradia
zione e di diffusione, un gruppo di uomini o
anche un uomo singolo che le ha elaborate
e le ha presentate nella forma politica di at
tualità. La numerazione dei “voti” è la mani
festazione terminale di un lungo processo in
cui l’influsso massimo appartiene proprio a
quelli che “dedicano allo Stato e alla Nazione
le loro migliori forze” (quando lo sono). Se
questi presunti ottimati, nonostante le for
ze materiali sterminate che possiedono, non
hanno il consenso delle maggioranze, saran
no da giudicare inetti e non rappresentanti
gl’interessi “nazionali”, che non possono non
essere prevalenti nell’indurre le volontà in
un senso piuttosto che in un altro”.
LEGGI SU DEMOCRATICA.COM
Pensieri e parole
Il dovere di costruire una Rete trasparenteColloquio con Gianni Riotta
Carla Attianese CONDIVIDI SU
“L“La libertà di espressione è garantita dalle regole, dall’articolo 21 nella nostra Costituzione
o
dal Primo emenda
mento negli Stati Uniti, ma questo non significa che puoi scrivere il falso”.
A parlare con Democratica è Gianni Riotta, già direttore del Tg1 e de Il Sole 24 Ore, oggi editorialista de La Stampa e visiting professor alla Princeton
University, ma soprattutto di togliere la parola a un gio-studioso e appassionato di vane blogger, ma è giusto Big Data Journalism. o no sapere, ad esempio,
di chi è la proprietà dei Sei stato tra i primi,
grandi siti di informazio-
anni fa, a lanciare in
ne? La prima questione
Italia il problema fake
è la trasparenza delle
news.
multinazionali: chi con-Sì. Il primo intervento
trolla i dati di Facebook, che abbiamo fatto è stato
Google, Amazon? Prima con Il Sole 24 ore nel 2010
di tassarli è necessario ca-con l’inchiesta ‘Il lato oscu-pire come organizzano i no-ro della rete’, un tentativo di stri dati attraverso gli algorit-
dire: badate che non tutto quello che c’è su Internet luccica, che c’è un lato oscuro, appunto, dal populismo alle notizie false. L’inchiesta fu accolta con violenza, perché c’era chi diceva che la rete era casta e pura e metterla in discussione serviva solo a togliere libertà. Evidentemente allora certi ragionamenti ancora non andavano di moda.
Eppure ancora oggi, nonostante non si parli d’altro, c’è chi mette in guardia contro il pericolo del ‘bavaglio’ alla rete.
A loro cosa rispondi?
La libertà di espressione è garantita e nessuno la mette in discussione, ma la libertà non significa che si possa dire il falso. Quello che la gente non vede è che il problema delle fake news non è il ragazzino nel garage di casa sua o all’Università che gioca con la rete; la verità è che ci sono dei grandi Paesi e delle lobby potentissime che gestiscono il falso.
Quale può essere secondo te una soluzione in grado di tenere insieme il diritto a un’informazione corretta e la
libertà di espressione?
Sia chiaro, non stiamo dicendo
mi. Ma serve anche trasparenza
nell’informazione online. Oggi non sappiamo di chi è la proprietà dei grandi siti che fanno informazione, ad esempio del blog di Grillo, uno dei più grandi in Europa, non sappiamo di chi è, quanto guadagna in pubblicità, non conosciamo la sede legale.
Dunque secondo te una legge è necessaria?
Anche, ma la medicina migliore è la trasparenza. Oggi, anche se riconosco una fake news e la tolgo da un sito, questa verrà spo
stata e comparirà uguale da un’altra parte. Per combattere le notizie false dobbiamo fare due cose: rimettere fiducia tra l’opinione pubblica e le elite, e castigare chi le diffonde. Come? Un esempio è il lavoro di Andrea Stroppa, cioè individuando i soggetti. Certo va bene anche una legge: nel ’74 la riforma dell’editoria impose ai giornali di pubblicare bilanci e proprietà, ed è questo che oggi non sappiamo dei grandi siti di informazione.
Ma qual è secondo te il vero scopo? Economico o di destabilizzazione?
Google e Facebook non hanno alcun disegno politico. Zuckerberg ha creato Facebook per fissare appuntamenti tra amici e non perché fosse un luogo politico, così come Twitter, nelle intenzioni di chi l’ha creato, era tutto meno che un luogo giornalistico, come poi è diventato. Il boom politico che c’è stato non era stato per nulla presagito da chi ha
SEGUE A PAGINA 7
Big Data Journalism: cos’è
È il giornalismo basato sui numeri.
Il Data Journalism sfrutta le tante
informazioni digitali ora disponibili,
attraverso ad esempio gli open
data, e attraverso la loro analisi e
interpretazione offre la possibilità di
comprendere meglio la realtà, aprendo
nuovi scenari rispetto al giornalismo
tradizionale.
Da una combinazione tra il mestiere
tradizionale di scovare e raccontare
una notizia e l’oggettività dei dati, il
Data Journalism può raggiungere una
completezza di informazione inedita.
Il problema non sono i giovani blogger, ma le potentissime lobby che gestiscono il falso
Pensieri e parole
SEGUE DA PAGINA 6
creato i social network, dunque l’idea che siano loro ad avere le soluzioni è sbagliata. La prima domanda deve essere: perché la gente ha voglia di fake news?
Già, perché?
È crollato il principio di autorità, ma non è successo a causa del web. Lo stesso principio era crollato già nel ’68 con la fabbrica e la scuola sotto accusa, o con il femminismo quando ad essere messa sotto accusa fu la famiglia, o ancora prima con Freud, quando a essere messa in discussione fu la morale millenaria. Quello che non avevamo previsto è che oggi mettiamo in discussione anche l’autorità che ci dice, ad esempio, di vaccinarti. E a proposito di vaccini, quello è un esempio straordinario: un genitore che per andare dietro a una fake news arriva a rischiare di far ammalare il proprio figlio ci fa capire il loro potere.
L’ultimo rapporto del Censis parla di un’Italia piena di rancore. Non credi che per combattere la ‘voglia’ di fake news si debba partire innanzitutto da lì?
Il primo rimedio deve certamente essere affrontare l’onda di risentimento e ignoranza, ma dobbiamo prendere atto che anche noi come giornali e intellettuali abbiamo le nostre colpe. Abbiamo parlato un linguaggio troppo astratto, non spiegando le cose e senza nessuna forma di ascolto. Detto questo, il rancore non è cresciuto solo in Italia: non c’è dubbio che il crollo del principio di autorità insieme alla crisi economica creano il mercato delle fake news, ma dire che bisogna prima combattere il risentimento e poi la falsa informazione è sbagliato: il piccolo spaccio nasce dal degrado, ma mentre lavoro sulle cause non smetto di combattere il piccolo spaccio.
Ti stai occupando di Big Data e data journalism, è da lì che si può ricostruire una nuova credibilità delle informazioni?
Non bastano i Big Data: per combattere le fake news servono analisti seri e le narrative giuste
I dati non risolvono i problemi, ti danno una fotografia, e gli stessi numeri possono dare origine a narrative diverse. Compito degli analisti seri è dare le migliori narrative possibili a partire dai dati, combattendo le informazioni false e spiegando le cose con pazienza. Ma non c’è dubbio che se in futuro sopravvivrà una forma di giornalismo, sarà quella basata sui dati.
A proposito di big data, hai cominciato una nuova avventura con la start up Catchy.
Con Catchy abbiamo preso un finanziamento Google DNI per fare un programma contro le fake news chiamato Compass, che ha
preso il sigillo di eccellenza dalla Ue. Adesso stia
mo organizzando alla Luiss un DataLab che approfondirà queste tematiche.
In futuro saremo governati dai dati?
È difficile fare previsioni con il tasso di innovazione che c’è. Il problema sono gli algoritmi, che non sono un modo
neutrale di organizzare la conoscenza e oggi sono scritti per lo più da uomini, bianchi e under 40. Far apprendere ai bambini fin da scuola rudimenti di programmazione, questa potrebbe essere la soluzione per veder crollare rapidamente il tasso di ignoranza.
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