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U Temp Passa a Ridere e Cantà

Di Vittorio Venditti
(Documentazione), Di Luca D’Alessandro

Un CD Da Comprare?

Nei giorni scorsi mi è stato chiesto di contribuire nel pubblicizzare una delle poche iniziative che periodicamente risvegliano nel gambatesano medio la sua innata fantasia, oltre al dovuto rispetto per La Tradizione, da molti bistrattata, da moltissimi invidiata: Le Maidunate.

Grazie a questo “risveglio”, da un pò di tempo si è costituita un’associazione che si prefigge il compito di far conoscere, (in maniera più o meno opinabile), quanto combiniamo ogni Santo Capodanno, a chi, non di Gambatesa, ne è ignaro.

Fra le iniziative in merito, va annoverata questa, di cui, da buon gambatesano, mi accingo a proporre la recensione.

‘U temp passa a ridere e cantà’, è il titolo del CD presentato lo scorso dodici dicembre, in pompa magna, presso l’auditorium M. D. Di Maria.
Grande è stata l’affluenza di pubblico e presente è stato anche qualche medium, Telemolise in primis.

Quindi, un disco assolutamente da comprare!

Dal punto di vista del voler mostrare di avere in sè quella “gambatesanità” da me citata, assolutamente sì;
Dal punto di vista di chi sa apprezzare il lavoro e l’impegno altrui, neanche a parlarne, affrettati a contribuire! perché non accade tutti i giorni che il gambatesano medio lavori per portar beneficio al proprio paesello;
E poi, quattordici euro non cambiano la vita a nessuno!

Diverso è, a mio avviso, se si volesse entrare in possesso di questo CD, considerandolo alla stessa stregua di un Vangelo, avente per argomento la Tradizione di Capodanno e il volerla diffondere.

Perché sono così cattivo?

E non lo sai? se non fosse così, a che pro scrivere?
Ma poi, perché esprimere la propria opinione dovrebbe per forza essere sinonimo di cattiveria e disfattismo?

Bando ai pensieri superflui del nostro “ben pensante” di turno, passiamo alla recensione al disco.

Attenendomi alle descrizioni esposte nella

locandina

Devo dire che il Lavoro si presenta bene a tutti gli effetti.
Il problema sorge quando si apre la confezione e s’inserisce il supporto nell’apposito lettore, sperando di godere della bella musica che, da tempi lontani, in molti hanno composto per Gambatesa.

Si avvia il disco, pensando: “adesso ascolterò il ritmo del Bufù di Peppnell e Peppnucch, o qualche fisarmonica, magari mezza scordata, che mi ricrea il clima della Santa Notte”.

Magari! nulla di tutto questo!

Ecco la prima forte delusione; ci troviamo di fronte ad una base musicale che, se non fosse diversamente, (almeno lo spero con tutte le mie forze), sembrerebbe suonata utilizzando una di quelle tastiere professionali, tanto di moda, soprattutto nei Piano Bar.

E Bufù e Fisarmonica scordata?

Neanche se li paghi a parte!

Posti musicalmente in sovrimpressione, possiamo udire una serie di mandolini, (Non riesco a capire qual’è la squadra che a capodanno ne fa un uso così smodato), che fanno assomigliare le “melodie” rovinate in questo CD a canzoni di arboriana memoria.

Certo! tu mi dirai che il disco è stato prodotto anche per i nostri fratelli emigrati in america e che il mandolino, in america, fa sempre la sua porca figura.

Io, nella mia ignoranza profonda e più volte rimarcata, ti rispondo che se qualche nostro concittadino emigrato, (per dirla con il mio amico Pietro Abiuso), “si ricordasse ancora di essere gambatesano”, e per questo, acquistato un biglietto aereo d’urgenza, pagato il massimo del prezzo possibile, venisse a pestare qualche componente dell’associazione, come si faceva tanti anni fa con l’uva, se accadesse una cosa del genere, non mi meraviglierei più di tanto.

Quanto detto però, è ancora poco, visto che non ho parlato degli arrangiamenti musicali e di un testo preso a caso.

Volendo esprimermi sugli arrangiamenti, devo dire che la cosa che mi ha dato più fastidio, non è tanto l’immediato accostamento che un buon orecchio fa, di queste canzoni all’arboriano, (per carità! cosa onorevole ma lungi dalla “gambatesanità” proposta nei testi e nelle melodie), quanto quel non sò che di “cristina D’Avena” che si può notare, se non ricordo male nella seconda o terza delle canzoni proposte, anzi, per essere più chiaro, una di queste due canzoni inizia proprio come la canzone principe della colonna sonora dei famigerati Puffi.

Evito per decenza di parlare degli errori nei giri armonici, (pardon! sono effetti speciali degli Arrangiamenti!), che si possono sentire, ad esempio, ascoltando Perzchell.
E non mi si venga a dire che nelle canzoni popolari i giri armonici non hanno importanza, diversamente, chi si azzarderà a proferire simili “fraseggi”, verrà condotto personalmente da me, presso l’emigrato di cui sopra, cui fornire la giusta occasione per sfogarsi in maniera manesca.

Tutto ciò, sarebbe comunque bypassabile se non fosse per un certo commento in merito, da me personalmente ascoltato e rabbiosamente controbattuto ieri pomeriggio nel bar Pallons.

Si stava stroncando questo modo assurdo di arrangiare i pezzi gambatesani, (oltre all’incompetente che farnetica su questo indegno sito, era presente Antonio mignogna, Libbratore, e Michele Di Maria, Lione, che non dovrebbero somigliare a pizza e fichi, in tema di età e di conoscenza della nostra tradizione.
Tutto bene, finché non sento Lione che, in uno sbotto di puro lecchinismo, dice:
“Ma voi che ne capite di arrangiamenti! noi non possiamo competere, visto che, chi ha fatto questo lavoro viene da Mediaset!”.
Era chiaro come il sole che quel senso di “cristina D’Avena”, non fosse la sensazione di un ubriacone ed incompetente come me, ma aveva del Reale.
La cosa che mi ha fatto più ridere, è consistita nel fatto che il nostro “Re della Foresta” non si è minimamente accorto ed ha supinamente accettato che, anche la melodia di “a Vign Mez’A Chiazz” fosse stata maldestramente manomessa.

Non volendo tediarti ulteriormente con questa parte della recensione, (anche perché, per il mio stomaco tutto ha un limite), passo al “testo preso a caso:”: La Lega ci fa una sega.

Non voglio dare lezioni di morale a nessuno, ma ritengo che nell’indossare un vestito da cerimonia, si debba badare anche al dettaglio, ad esempio che questo vestito non sia macchiato.

Dove vedo la macchia?

Innanzitutto nel fatto che volendo presentare un disco al di là dei propri confini, si dovrebbe avere la sensibilità di non offendere i probabili acquirenti.
Voglio dire che, se presenti un disco nel nord Italia, ALTA è la probabilità di trovare fra chi ascolta, qualcuno di idee politiche affini a quella proposta da Bossi.
Poi, e non è un dettaglio, volendo rifarmi agl’insegnamenti del Grande Renzo Arbore, dico che è troppo facile avvicinare lo spettatore farcendo il proprio spettacolo di volgarità, il difficile, sta nel presentare quanto si vuol dire, sottacendo in modo intelligente le volgarità stesse, e con ciò dimostrando di considerare chi ascolta, fra chi è Intelligente.
Ma, come si dice da queste parti, “a lavar la testa all’asino, si sprecano acqua e sapone”.

Aggiungo che per dirla con il Sommo Poeta, ed adattare il linguaggio all’argomento trattato, volendo avvicinare quanto sto scrivendo all’Inferno della Commedia, devo dire che la Lega ci fa una Sega, ma che, chi si erge a beneficiario della sega stessa, dovrebbe essere sufficientemente Cazzuto.
Va detto, a proposito della “cazzutagine”, politica e formale, dell’autore e cantante della canzone in questione, che questa è pari a zero.
Anzi, stando nel locale di cui sopra, ne abbiamo immediatamente fatto ragione di satira.
Considerato che il bar che frequento è sito proprio sotto l’abitazione del nostro Autore, abbiamo auspicata la risoluzione di ogni controversia generata dal frastuono dovuto a noi clienti, specialmente in prossimità dell’orario di chiusura dei bar; anzi, visto che ci siamo, nella foga di voler risolvere quest’annoso problema, abbiamo proposto a Donato, (barista, nonché vicepresidente della C G Pelle), di tenere il CD a portata di mano, per proporre la canzone antileghista a tutto volume sotto le finestre del nostro autore, nell’intento di ricordargli l’evangelico: “Prima di guardare la pagliuzza nell’occhio del fratello, guarda la trave che ostruisce il tuo”.

Potrei scrivere una vita sull’autore di simili titoli, ma avendolo già fatto su altri blog, evito di continuare in questo “dargli importanza”, preferendo come Dante e Virgilio, “Tornar a Riveder le Stelle”.

In definitiva:

Ti chiedo di acquistare il CD proposto quest’anno a Gambatesa, non fosse altro che per due motivi:

1°: Perché è giusto e sacrosanto contribuire alla riuscita dei contorni della manifestazione che si svolgerà attorno alla tradizione stessa, (va da sè che, da che mondo è mondo, val a dire da quando si fanno le maidunate, queste non hanno mai avuto bisogno di finanziatori, ma solo di cantori e suonatori).
Questo, è uno dei motivi per cui, dalla profonda antichità dei tempi, i signori ricevevano maidunate e quanto di similare dai loro sudditi; E certo, chi era suddito non aveva sponsor e o soldi da spendere per simili stornellate!

2°: perché bisogna dare a chi ha avuta l’idea ed il fegato di produrre un tal CD, la possibilità d’appello.
Voglio dire che, considerato il grande patrimonio di canzoni scritte nel tempo dai gambatesani, riuscendo a far rientrare i Nostri delle spese sostenute per la registrazione e la pubblicazione della sconcezza di cui sopra, si potrebbe invogliarli a creare una seconda edizione di canzoni gambatesane, nella segreta speranza che, in futuro, si ritorni a far sentire le canzoni per quello che realmente sono, senza l’aggiunta di modifiche del tutto spurie e non richieste, proponendo così la vera essenza della gambatesanità, riposta in ognuno di noi.

E poi vuoi mettere!
Avresti così l’importante possibilità di confutare a ragion veduta, le stupidagini con le quali ti sto ammorbando!

Lungi però da me, il volerti costringere ad un simile acquisto tacciandoti di mancato collaborazionismo in caso contrario.

In effetti, ampi sono i confini della libertà di ognuno di noi, anche nello scegliere il modo per contribuire alla festa di Capodanno.

Bando alle inutili polemiche di chi vorrebbe far credere che, senza che nessuno dia danaro la festa non si può fare, (per inciso: sulla copertina del CD che ho appena stroncato, campeggia in bella vista la dizione che indica il patrocinio di tal produzione a nome di Michele Iorio, che, se non ricordo male ricopre un piccolo, quasi inutile incarico presso la regione Molise, ne è il Presidente), bando a queste digressioni politiche, se desideri contribuire senza mettere a dura prova la tua pazienza nell’ascoltare un surrogato di qualcosa che ci si ostina a definire musica, puoi farlo acquistando uno o più biglietti dell’apposita lotteria che, di rimando, ti mette a disposizione una lunga lista di Premi, sicuramente più appetibili dell'”opera” della quale ti ho amorevolmente parlato finora.