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CoronaVirus: Uccide Anche Le Tradizioni?

Di Vittorio Venditti
(Foto), Di Giacinta Venditti E Presa Da Internet Da Marco Frosali

Ma A Gambatesa E’ Più Letale Il ‘Fai Da Te’

Palio di Siena

Come ogni anno, dal milleseicentotrentatré, (ma si parla di documenti risalenti al milleduecentotrentotto), oggi si sarebbe dovuto tenere a Siena, il Palio. Per il duemilaventi, come accaduto durante le due guerre mondiali, la tradizione salta per colpa del corona-virus ed affari affini e la notizia già c’è, atteso che al di fuori della città toscana se ne parli da qualche settimana in tutti i suoi risvolti, cosa che sicuramente per quel luogo porterà il giusto tornaconto, sia pur in maniera al quanto ridotta.

E se si trattasse delle tradizioni locali nostrane?

vacca con la squadra, foto di rappresentanza, del 31 dicembre 2010

A Gambatesa, non c’è bisogno di pandemia o simili giri d’affari. L’unica Tradizione locale per antonomasia, Prima per altrui insinuazioni che durante i primi anni ottanta del secolo scorso hanno visto battersi chi scrive contro l’allora ‘Bersaglio Favorito’, con per tema l’argomento principe affibbiato da che mondo è mondo ai ‘religiosi’, poi per l’innata capacità gambatesana di sputare nel piatto nel quale mangia, quella tradizione ormai può considerarsi morta e sostituita da qualcosa che viene pian piano schifata anche da chi, ancora pochi, la notte a cavallo del cambio data dell’anno, decide di venire a Gambatesa per andarsene il giorno successivo, normalmente con un pesante fardello di delusione, sempre meno redditizio per i locali, esercizi commerciali in primis che quella notte sprangano le loro porte, (bar quasi tutti compresi), per evitare devastazioni o consumazioni indebite, proposte dalle comunicazioni ammiccanti e superficiali di gente che si arroga il diritto d’imbrigliare la libera azione sovversiva che per quel momento topico tocca ad ogni abitante del posto giustappunto, ma che se prima era mal vista solo da un sacerdote che non è nato a Gambatesa e non può avere tal tradizione nel sangue, oggi, dopo che da un paio di lustri il vostro è stato ‘accontentato’ con una fantomatica ‘benedizione delle squadre’, ripiego che nulla può avere a che vedere con la libertà estrema di dissacrare tutto il dissacrabile, ma che a differenza di prima, quando il palazzo di pietra era vuoto la sera di san Silvestro e la mattina successiva perché gli autoctoni erano in tutt’altre faccende affaccendati, oggi è pieno di gente che ‘prega’ Dio per sapere come superare indenne quel qualcosa che tutto sembra fuorché una festa popolare, si diceva, tolto chi non c’entra con tal Tradizione, non rimaneva altro da fare che distruggere la spontaneità delle maidunate, basandosi su meri regolamenti imposti dalla politica locale che non vuole accettare più gli strali derivanti da tal ‘Festa’ e con quei regolamenti strangola quel poco di visibilità che Gambatesa ha avuta per secoli, in nome di un’ipocrisia che arrivando al punto di far evitare il borgo persino a chi dovrebbe tornare ad ‘evangelizzarne’ gli astanti, ammazza anche quel poco che poteva derivare in termini d’economia locale da ciò che da altre parti dà da mangiare, pur senza l’azione storicamente ed essenzialmente mancante, si spera solo per quest’anno, in nome di una becera arretratezza che ha ormai indotti strumentisti e cantori che si sono a suo tempo impegnati per amore di una Tradizione Bella ed Unica, a lasciare il passo per non cadere nel gorgo della mediocrità, della quale a Gambatesa si nutrono ‘partecipanti’ in qualità di ‘oche giulive’, in attesa di cadere dalla padella nella brace e divenire ‘arrosti’ schifosamente non commestibili.

Differenze Tutte Italiane.