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Di Vittorio Venditti
(Foto), Presa Da Internet Da Salvatore Di Maria

Che Dire Oggi Sul Nucleare?

Tornando Seri. Oggi ricorre il trentacinquesimo anniversario dell’incidente nucleare di Chernobyl, tragedia per l’ex Unione Sovietica e di riflesso per l’Europa, fonte di guadagno e speculazione per il mondo intero. (Quant’è diversa la situazione di trentacinque anni or sono dal presente colpito dal coronavirus? Ndr).

Nucleare

E in Italia? Qui come al solito si è voluto strafare, ovviamente mettendo in luce il peggio degli italioti. Dalle notizie già sufficientemente gravi, pompate in maniera ancor più allarmistica da giornali e altri mezzi di comunicazione di massa, ai conseguenti aumenti speculativi dei prodotti, a dire di sedicenti esperti, immuni da radiazioni, (vedi patate ecc), al ragiungimento del risultato agognato da molti concittadini, allora miopi, oggi ottusamente immobili nelle loro idee: La fuoriuscita dell’Italia da ogni programma di costruzione di centrali nucleari.

Perché insultare così chi ha idee diverse che il tempo ha rivelate controproducenti? Per una serie di ragioni che se esposte tutte insieme, servirebbero esclusivamente a costringere chi legge a smettere immediatamente di farlo. Ne viene presentata dunque solo qualcuna, in maniera da chiarire, se mai ce ne fosse bisogno, qual’è l’idea di chi scrive in merito.

Innanzitutto va detto che da allora chi aveva già in funzione centrali come quella incidentata o chi ne stava costruendo di nuove, a differenza degli italiani, non solo non ha ridotto tale progetto, ma al contrario, ha continuato nell’imperterrito progresso, prova ne sia il fatto che oggi si parla di terza o quarta generazione di centrali nucleari, molto più sicure di quelle di prima generazione, per altro in molti casi ancora regolarmente in funzione. Andando avanti nella disamina, va anche detto che l’italiano medio, dal millenovecent’ottantasette, data in cui si è deciso per referendum di non avere più nulla a che fare con il nucleare, nulla ha fatto per diminuire il consumo di energia elettrica che per insufficiente produzione nostrana, non più alimentata da nucleare, viene importata in quantità sempre maggiore proprio da paesi come la Francia, che di centrali nucleari ne ha, ed anche di molto potenti! Immaginate ad esempio se disgraziatamente succedesse qualcosa al Superphenix, centrale nucleare francese che seppur ormai spenta è davvero vicina ai nostri confini? Pensate davvero che la piccola italietta non verrebbe investita dalle radiazioni fuoriuscite da quei reattori? Ma la corrente in massima parte lo ‘Stivale’ la prende proprio dalla Francia. Allora: perché ingrassare i nostri cugini, sapendo che può comunque verificarsi quanto appena esposto?

A supporto di quanto descritto, va detto che i problemi provocati dall’ultimo grave incidente verificatosi in Giappone proprio nel duemilaundici, non hanno fermato alcuna centrale nucleare, se non per verificarne lo stato, cosa che si dovrebbe fare periodicamente, al di là delle sollecitazioni provocate da disgrazie che nessuno vorrebbe che accadessero.

In Definitiva: fatto salvo il guadagno ricevuto, allora come oggi dagli speculatori, quanto ha perso l’Italia in termini di ricchezza nazionale con l’acquistare energia elettrica prodotta vicino casa sua con lo stesso combustibile dagli italiani bandito per referendum? Quanto ancora, in termini di pubblico danaro, andrebbe sperperato per riproporre la stessa consultazione, utile, se validamente approvata, a far spendere altri soldi per continuare sulla strada praticata fin ora per l’approvvigionamento energetico? Se Dio vuole, non fosse altro che per tornaconti personali, sembrerebbe almeno per ora scongiurato il rischio di spesa per questo referendum; ma quanto durerà? Comunque, sarà rispettata l’eventuale “Volontà popolare” o sempre per tornaconti personali, a qualcuno verrà l’idea di trovare il modo per bypassare il risultato di una votazione che sembra sovrana, ma che lo è solo sulla carta?

Un ultimo punto da esaminare consiste nella rabbia con la quale il ben pensante di turno vorrebbe far capire a chi la pensa in maniera diversa che il nucleare, ad esempio, è fonte di tumori e malattie simili. Per rispondere a costui, va riproposta all’attenzione dell’intelligenza dei quattro lettori di queste pagine quanto già a suo tempo più volte scritto, ponendo una domanda: Si fa un gran dire del fatto che il convivere con una centrale nucleare sia foriero di malattie e quant’altro di simile; ma a Gambatesa, se la memoria di chi scrive non è fallace, non è ancora stata costruita alcuna centrale nucleare, a meno che le alchimie proposte dal nostro Sindaco, non ne nascondano qualcuna sotto il letto di qualche gambatesano sprovveduto! (Si parlava di Emilio Venditti: oggi sarebbe peggio… ndr). Allora perché comunque, a Gambatesa tanti tumori?… (Oggi diminuiti per raggiunto spopolamento e mancanza di materia prima, vedi ‘Coviddi’, ndr).

Dunque: tolta l’aggiunta della foto e delle note di redazione e modificato il redigere, ieri da blogger ribelle, oggi imposto dall’esser diventato indegnamente giornalista, quant’è ancora attuale lo scritto proposto dieci anni fa?