Di Luca Giordano
Una vecchia canzone di Vasco Rossi che s’intitola ‘Cosa succede in città’ e che in un verso dice ‘guarda qui, guarda la che confusione’ e proprio di confusione creata da depistaggi e minacce rivolte a chi aveva visto e che non ha potuto parlare dell’omicidio di Arce dove nel giugno del lontano 2001 è stata ritrovata morta una ragazza di appena diciotto anni: Serena Mollicone.
Dunque, cosa è successo in quella cittadina del frusinate o per meglio dire, cosa è successo nella caserma cittadina dei carabinieri tra il maresciallo Franco Mottola, il figlio Marco (che anni dopo aprirà un locale commerciale a Venafro) e Serena Mollicone che sicuramente non è uscita con le proprie gambe da quella caserma.
Quella del delitto di Arce è una storia molto complicata da decifrare, fatta di omertà e di paura, ma anche storie di suicidi legati al caso come quello del carabiniere Santino Tuzzi che si è ucciso dopo aver confessato alla magistratura di aver vista Serena entrare in caserma e in particolar modo negli appartamenti del maresciallo Mottola.
Poi, l’incarcerazione ingiusta del meccanico del paese colpevole di aver vista Serena litigare con un giovane dai capelli biondi e che aveva una macchina bianca (Marco era biondo e possedeva una macchina bianca), parole che gli si sono ritorte contro con conseguente carcerazione a Cassino per mesi prima di esser giudicato definitivamente estraneo ai fatti.
Anche i Mottola, nel processo di primo grado sono stati tutti assolti dal tribunale di Cassino, ma in queste ore è arrivata la notizia dell’imminente inizio del processo di secondo grado, dove ci saranno nuovi testimoni che forse dopo tutti questi anni hanno trovato il coraggio di parlare.