Di Luca Giordano
Realtà o finzione quella che da domani come secondo rituale chiuderà i 133 cardinali nella Cappella Sistina, quando discenderà “lo spirito santo” dagli affreschi celestiali del Michelangelo, per illuminare le menti dei massimi vertici della chiesa cattolica che dovranno dare un nome alla figura vacante del Papa, lasciata in eredità dal pontificato di Francesco, morto il giorno di Pasquetta.
Oggigiorno l’istruzione è cresciuta e la conoscenza è a portata di click; tutti sanno che dietro l’elezione di un Papa si nasconde l’umana politica (in questo caso clericale), nella quale non c’è nulla di divino, ma è dettata da trame interne a cui è difficile dare un significato, per noi che guardiamo al di fuori della Sistina.
Dunque, ci si interroga su quale strada intende percorrere la chiesa romana, se proseguire con un pastore “apparentemente aperto” come lo è stato Francesco che ha rivoluzionata la figura del Santo Padre, spogliato di ori ed arazzi, oppure si vorrà tornare ad una chiesa più teoretica e tradizionale come quella di Benedetto XVI che è stato costretto ad abdicare perché tradito dai suoi uomini di fiducia che nel frattempo stavano svuotando le casse vaticane per concedersi qualche ‘celestiale desiderio’.
Quindi, il nuovo Papa dovrà assolutamente badare ai fondi vaticani (come ha fatto Bergoglio riuscendo in parte a tappare i profondi buchi economici lasciati dai vecchi pontificati) e sicuramente dovrà avere un aspetto che s’incastri bene con gli algoritmi dei social (che ormai detengono il potere massimo sulle nostre vite più di qualsiasi religione) ed infine un mediatore in questo pazzo mondo dove i potenti sembrano esser tornati tiranni.
Il prossimo futuro ci si apre difronte con un presidente degli Usa che spara baggianate ogni giorno e che ha deliri d’onnipotenza, un’Europa sempre più povera e divisa, un Putin che non intende saperne di abbandonare le regioni dell’Ucraina che vuole annettere al proprio territorio a suon di bombe e i vertici d’Israele che hanno puntato a far meglio di quell’imbianchino austriaco con i baffi che gli ha deportati in milioni, scegliendo di spazzare via tutto quel che si muove nella striscia di Gaza, ucciso o dalla fame o dai proiettili.
Insomma, auguri al nuovo Papa che s’affaccia su un mondo che sta per scoppiare.