Venafro: Ottima Riuscita Per La Prima Edizione Dell’Aperitivo Di Primavera
5 Maggio 2025
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RIABILITAZIONE: Ingranaggio Stritolagente

Di Vittorio Venditti
(Foto), Fu Salvatore Di Maria E Presa Da Internet

3a Parte: Asini Matricolati Che Si Credono Cavalli

DELINQUERE: verbo intransitivo
1. Infrangere le norme stabilite dalla legge penale.
2. LETT.•GENERIC.
Macchiarsi di una o più colpe.

Giustizia

Dopo aver superata anche quest’anno indenne la settimana comunista, (adeguatamente trattata), eccomi (in prima persona e con orgoglio) a tornare sulla questione ‘Riabilitazione’ che mi ha già visto protagonista nella prima e nella seconda delle puntate di tal vergognosa saga che oggi si occupa di come lavorano i sottoposti ai biscazzieri, soggetti che poi si permettono anche di lamentarsi per, a loro dire, “mancati rinnovi contrattuali da decenni”, quando costoro meriterebbero la ghigliottina senza nemmeno passare per quelle farse che vengono definite da sempre ‘processi’, spettacoli che i personaggi in questione gestiscono come segue.

Tribunale: Aula Di Udienza N.1, del 20 giugno 2017

Se non si trattasse di qualcosa che normalmente (a chi non ne sa nulla) sconvolge la vita, ricevere una comunicazione giudiziaria che oggi viene definita avviso di garanzia, intendendo per tale l’avvertimento scritto che composto di minacce più o meno velate afferma che va preservata la garanzia della presenza di chi ‘ottiene’ il pezzo di carta al cospetto degli uomini neri, ricevere quella busta verde significherebbe l’esser stato insignito di una carnevalata che però induce alla rabbia, non tanto per il contenuto, scritto spesso in un italiano che lascia davvero a desiderare, quanto per il doversi sottoporre agli sfoghi da frustrazione repressa che chi compila e spedisce queste scartoffie utilizza come tentativo d’imporre uno stupido ed artificioso potere che s’estrinseca ad esempio mediante lo spillare i fogli che compongono il plico, non come si farebbe normalmente, vale a dire al lato del foglio medesimo, ma possibilmente verso il centro del pezzo di carta, così da costringere chi poi deve leggere le corbellerie ufficialmente trasmesse ad eliminare non uno, ma più spillini sovente sovrapposti, quasi sicuramente a sfregio del rispetto per il Prossimo.

A tal proposito, va dichiarato senza se e senza ma che carta e graffette sono state pagate anche dall’eventuale imputato e che per questa sufficiente ragione sarebbe il caso di ribellarsi e puntare quelle spillatrici alle punte dei peni o all’altezza dei clitoridi di questi soggetti d’ambo i sessi e premere con inaudita violenza la pinza punta-spilli per vedere (non certo di nascosto, ma con una goduria al limite degli effetti provocati dall’orgasmo più animalescamente spinto) davvero l’effetto che fa una tal azione su gente che crede di contare qualcosa perché ha la possibilità di provocare reazioni simili in innocenti o colpevoli che dir si voglia, costretti in quell’ingranaggio che sempre a proposito dei pezzi di carta spediti a spese dei contribuenti dalle bische, va aggiunto che normalmente arriva a destinazione un fascio di fogli spillati come descritto sopra e spiegazzati alla meno peggio, cosa che automaticamente obbliga a dichiarare che ci si trovi di fronte alla burocrazia accentuata dalla presenza dei peggiori asini piega-fogli che la storia umana ricordi.

Il peggio però non è questo: una volta ricevuta la cartastraccia di cui sopra, volenti o nolenti, si viene avviluppati da un ingranaggio che obbliga innanzitutto ad assumere un cosiddetto ‘avvocato’ (che in sostanza vuol dire ‘chiamato’ e che già solo per questo è un evidente falso, atteso che più che chiamato, venga imposto) il tutto ovviamente a spese di chi non necessariamente è colpevole e non per forza debba essere incapace di difendersi, ma per questa cricca la difesa non è un diritto, diventa un dovere da cui estrarre linfa vitale per gente che diversamente (quando non contemporaneamente) ruba il pane allo stato e la giornata a Cristo bivaccando in quell’altro agglomerato d’immondizia che è la politica tout court che per fortuna i giovani stanno iniziando sempre più a scansare come la peste. Come già detto nella prima puntata, in questo senso io sono stato davvero fortunato perché ho trovato un signore in tutti i sensi, persona che evidentemente è tra quelle mosche bianche che mediante la loro presenza danno un senso anche a quella professione che ha mostrati abomini tipo quello derivato da quanto accaduto il venticinque novembre duemiladiciannove alla fine di una di quelle udienze nelle quali, assolto, ho rischiato il fallimento del progetto.

Quel giorno ho anche potuto vedere che tra i Giudici esiste gente che ha un minimo di umanità, non certo per l’assoluzione che mi è stata somministrata, quanto per una situazione contingente che però voglio raccontare. Quel giorno, l’udienza s’è tenuta regolarmente e s’è trattato di una discussione al limite del tecnico. Alla fine, la giudice ha comunicato quasi a mal in cuore che la sentenza sarebbe arrivata non prima delle tre pomeridiane, dovendo nel frattempo venir trattati altri casi. Nulla da eccepire ed io e Stefano, (il mio avvocato), stavamo per andare via, quando la giudice ha chiesto quasi scusa per il ritardo ed al nostro rassicurarla che non sarebbe stato un problema, la nostra interlocutrice ha detto: “Lo dico perché vorrei che non fossero creati problemi per il fatto che il signore – si riferiva a me- non abbia a poter mangiare”. Non è da tutti, specialmente in quei luoghi e per questo motivo, a distanza di più d’un lustro, desidero dichiarare che a quella Donna voglio sinceramente bene e non certo perché poco dopo le tre di quel giorno mi ha assolto.

Tutto bene? No ovviamente! Dopo la mia, è arrivata anche un’altra assoluzione per una persona che con me, il mio avvocato, mia madre che quel pomeriggio mi accompagnava, insieme alla giudice, stava lì in attesa di responso ma senza il suo legale di fiducia che avrebbe dovuto accettare quanto proferito al termine del giudizio. Sapendo che senza la firma dell’avvocato ‘difensore’ (e che difesa…) la sentenza non avrebbe avuti i crismi dell’ufficialità, sinceramente esterrefatto, ho chiesto a Stefano di firmare il responso riferito al signor Pasquale, offrendomi di pagare di tasca mia per il disturbo arrecato a chi stava al mio fianco perché comunque si trattava di lavoro. Peggio non poteva succedere perché alla mia richiesta, l’ormai mio amico ha risposto candidamente che ci aveva già pensato e che firmando per la mia, avrebbe assolto anche alla pratica del signor Pasquale perché “è prassi normale tra avvocati scambiarci questi favori”, cosa che se mai ce ne fosse stato bisogno, in riferimento al fatto che l’avvocato è imposto, mi ha offeso ulteriormente, ravvivando in me la convinzione che si tratti di farse adeguatamente portate avanti e possibilmente da non modificare perché questi sono giri d’affari che valgono quanto (se non più) di ciò che succede nelle bische definite tali, ma come stiamo vedendo, non certo differenti da quelle aule spesso sorde e grigie che non possono diventare bivacchi per manipoli perché c’è un limite anche a tal decenza.

C’è dell’altro, ma la pazienza dei quattro lettori di questo progetto (nato proprio per descrivere nei dettagli gli abusi di questi delinquenti) è importante per me che ho lavorato vent’anni allo scopo e quindi per oggi mi fermo qui, in attesa d’esporre altro e soprattutto determinati documenti nelle prossime puntate.

Le Promesse Le Mantengo: Ci Potete Giurare!