Il Cattocomunismo Lo Ha Imposto Lui
19 Agosto 2014
Il Gioco Si Ripete
20 Agosto 2014
Mostra tutto

Il Tomolo

Di Vittorio Venditti
(Foto), Di Salvatore Di Maria

Piccoli Monumenti Sconosciuti

Mentre sul fronte “Estate Gambatesana” registriamo un’altra serata attiva non programmata, (presso le scuole ieri sera si è proiettato un film, non targato Pro Loco per stessa ammissione di un componente di quest’associazione, probabilmente idea ripresa da questo suggerimento e presso il bar Trasce e Jsce si è tenuta un’altra serata delle solite, per altro ancor più e meglio frequentata dell’evento precedentemente nominato), io oggi vado a toccare un tema poco trattato ma che se ripreso, potrebbe dare un valido aiuto all’economia dei nostri piccoli paesi: La valorizzazione dei monumenti secondari.

Quante volte ci capita di girare per i nostri borghi e magari con fastidio ci troviamo di fronte qualcosa che per il fatto di essere ormai familiare spesso non viene da noi considerata quanto basta?

Il Tomolo

E’ il caso di questa pietra, posta nei pressi del castello di Gambatesa che qui tutti chiamiamo tumml in italiano tomolo che se in apparenza sembrerebbe un errore, tale non è.

Il Tomolo

Si racconta che questa pietra/recipiente è ancora al suo posto grazie all’intervento del compianto Domenico Genovese, (Z Mnguccie muzzett), che ne ha patrocinato il mancato spostamento. Il recipiente in questione, si dice che venisse usato dal principe del castello per misurare l’esatta quantità di grano che i suoi mezzadri gli dovevano come pagamento di tasse ed affini. L’unità di misura tomolo infatti, anche se la cosa non viene riferita dalla fonte dalla quale ho attinto con il link sopra riportato, è stata sempre considerata valida, oltreché per la corrispondenza ai metri quadrati del terreno, pure equivalente anche al peso del prodotto che viene dalla terra per l’appunto.

Ma come mi è venuta la strana idea di parlarne?

Sabato scorso sono stato in trasferta e lì ho conosciuto un nuovo amico, Giuseppe Bruno, (Pino), originario della provincia di Agrigento. Mentre, fra un bicchier di vino e l’altro, un po’ di arrosto o un pezzo di salsiccia con per lui una spolveratina di tartufo, (a me non piace), parlavamo di politica mista alla storia del risorgimento e dell’Italia antica più in generale, Giuseppe prende a parlare delle unità di misura dei tempi andati e con mia meraviglia d’ingnorante quale sono, mi sono ritrovato a sentire assonanze dialettali del tipo: tumml in gambatesano equivalente a tumminu in agrigentino o, se si parla di un sottomultiplo, il mezzetto, (in italiano), muzzett, come usiamo dire noi gambatesani, possiamo ascoltare qualcosa di simile, munneddu, se a pronunciare il sottomultiplo del tomolo è un abitante della provincia siciliana da cui proviene il mio nuovo amico Giuseppe. Ne abbiamo dedotto che alla fine, se pur con qualche differenza, noi dell’Italia cosiddetta meridionale, un minimo di dialetto assonante ce lo avevamo e se non fosse stato per la spedizione dei mille o ciò che realmente vi era dietro, saremmo stati tranquillamente bene anche come stato meridionale sicuramente più ricco e se vogliamo anche più colto di chi oggi ci schifa perché si ritiene meglio di noi.

Tornando al nostro tomolo, auspico che da oggi sia valorizzato, magari considerandolo un po’ di più di una pietra posta per terra dalle parti del castello, pietra che magari dà anche fastidio a qualcuno e nello stesso tempo fa gola a qualche altro, più intelligente e sicuramente anche più furbo.