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TRENITALIA? Non Sempre E’ Colpevole!

Di Vittorio Venditti
(Documento), Di Vittorio Venditti
(Foto), Prese Da Internet

Fra Fantasia E Realtà: Siamo I Soliti Italiani

Treno

Giusto otto giorni fa, avrai notato che stavo per pubblicare un bel niente per la gioia dei miei detrattori. Sono rientrato in tempo e grazie al fatto che avevo preparata la farneticazione in anticipo, mi sono salvato in calcio d’angolo.

Perché quella svista?

La foto posta in testa dovrebbe chiarire l’arcano: costituita una squadra di impavidi guerrieri, sono andato a Milano per dirne quattro a Re Silvio, già deputato molisano e poi nostro senatore, a proposito del suo lavoro in favore di una regione che sarà pure abusiva, ma contiene all’interno ancora gente che si è rotta gli zebedèi di farsi prendere in giro dal primo arrivato.

I cavalieri del Molise, senza armi ma con mani ben pronte all’azione, partivano mercoledì quattordici ottobre da Gambatesa per raggiungere la stazione ferroviaria,… di Campobasso? Ma che! SI PARTE DA FOGGIA!!! La gazzarra di questi giorni sulla mancata fermata della “Freccia Rossa” a termoli, zitta zitta, ha coinvolto anche l’intercity notte, offeso dalla mancanza di protagonismo a lui riservata.

Treno, Interno

Quasi puntuale, (saremmo dovuti partire alle ventitré e sèi minuti, ci siamo avviati sette minuti più tardi), ecco che il treno denominato I. C. N. 758 Lecce-Milano lascia Foggia.

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Il lunedì antecedente al viaggio, avevo comprati i biglietti per me e la mia squadra; tutto regolare se non fosse stato per il fatto che il tagliando che assegnava il posto trentasèi, era stato pagato ma non poteva venir utilizzato per via del fatto che su quel sedile era già assiso un giovane che dormiva placidamente. Mi è dispiaciuto svegliarlo e ce lo siamo tenuto così fino a Bologna, dove il Nostro, soddisfatto, è sceso salutandoci con un “arrivederci”, spero di no, vista la tua buona educazione.

Lo scompartimento, contrariamente a quanto si dice di solito, era piuttosto pulito; il treno però, aveva problemi seri ai carrelli: sembrava di stare in elicottero, direttamente posizionati sotto l’elica e ti giuro che questa cosa l’abbiamo dovuta sopportare fino a Milano, quindi per otto lunghe ore. Andavamo avanti verso la stazione di San Severo e subito il primo spettacolino: uno scroccatore era salito sul nostro treno che non era regionale; il controllore, con fare gentile ma fermo, lo obbligava a scendere alla stazione che si presentava pochi minuti dopo la nostra partenza. Riavviato l’elicottero, pardon: il treno, via verso il nord! Attraversavamo il tratto di Molise disconosciuto da Trenitalia sotto un diluvio; pareva di stare sull’arca di Noè, considerando al posto degli animali d’ogni specie, persone d’ogni razza. Il nostro scompartimento era composto da sèi poltrone, noi eravamo tre ed il rimanente cinquanta per cento della cabina annoverava esclusivamente stranieri:

Bella Media!

Tutto regolare: all’una antimeridiane di un piovoso giovedì quindici ottobre eravamo a Pescara e poi via verso la prima avventura!

Ore due e quarantadue: Stazione di Ancona. Il treno si ferma e la testa si riposa cinque minuti. Non si prendeva sonno ma almeno ci siamo potuti consolare con le quattro risate derivate dal fatto che sto per raccontarti. Un vecchio, dall’apparente accento siciliano, sale e subito cade dal predellino emettendo una sonora preghiera, non si è capito bene per ringraziare quale santo. Il Nostro, con la pretesa tutta italica di voler per forza un posto a sedere, viene stoppato dal controllore che fa notare all’uomo che aveva sbagliato treno, visto il titolo di viaggio, (biglietto), che riportava il numero del convoglio successivo. L’arzillo prepotente non ha voluto sentir ragione e si è seduto là dove ha trovato un posto libero, alla faccia della buona educazione ed a sfregio di ogni rispetto delle regole che valgono anche su un treno italiano, soprattutto se poste a ragione dei viaggiatori che avevano prenotato. Il seguito però è più esilarante. Evidentemente il casino provocato dalla discussione fra il vecchio ed il controllore, aveva convinto anche un giovinastro che si potessero ignorare le regole; il secondo “furbetto” però, ha trovato di fronte a sé tre poliziotti che nel frattempo si erano uniti a noi, diretti al nord. Gli agenti, vista l’insistenza del giovane a voler salire nonostante avesse il biglietto che non corrispondeva a quelli per il nostro treno, hanno cercato di spiegare con le buone che le regole vanno onorate e che l’elasticità riservata ad un anziano non potesse venir ripetuta per l’ovvio rispetto dovuto al resto della compagnia. Il secondo prepotente allora ha pensato bene di minacciare i tutori dell’ordine, al che, uno dei poliziotti, messa da parte la professionalità fino a quel momento dimostrata diceva: “Fa quello che te pare, ma ‘na cosa è certa: te, su sto treno ‘nge sali!”, comandando al ferroviere che era in attesa sul marciapiede di chiudere la porta del vagone per permettere il riavvio del convoglio.

Bologna: Ore quattro e quarantacinque. Arrivati nel capoluogo emiliano, io, senza dormire, forse avevo gli incubi e pensavo all’attentato che colpì quello scalo trentacinque anni fa. Salutato chi mi aveva gentilmente fregato il posto, ecco che si uniscono a noi altri due passeggeri: un polacco puzzolente ed un cinese che forse era anche peggio. Se fino a quel momento non avevamo dormito, potevamo dimenticare di farlo per le prossime quasi tre ore di viaggio.

Tanto a Re Silvio le avremmo date ugualmente!

Da quel momento tutto è andato per il meglio, tolto l’elicotteristico andare, cosa che però non si è riproposta sul successivo convoglio che abbiamo dovuto prendere a Milano centrale. Questo treno aveva come prima fermata quella all’expo. Era pieno di gente d’ogni razza e si faceva fatica a trovare un italiano. In compenso però, si poteva godere dello sferragliare sulle rotaie, cosa inibita sul treno a lunga percorrenza che avevamo lasciato morire poco prima.

Bella figura!

Andiamo a tirare le fila: A favore di Trenitalia, sicuramente la pulizia degli scompartimenti e la cortesia e la professionalità del personale viaggiante; contro, la vetustà del materiale rotabile, almeno se parliamo dei treni diretti al sud; cosa agli antipodi se ci riferiamo ai treni regionali in Lombardia, oltreché puliti anche perfetti nell’orario e nella silenziosità, così come nel rispetto dell’accessibilità per tutti, atteso che ad ogni stazione un altoparlante con voce sintetizzata annunciasse il luogo d’arrivo e tutte le istruzioni utili ai viaggiatori, già da qualche minuto prima della fermata.

Altre due cose mi hanno dato da pensare: La prima. Già a Campobasso, nel prenotare il viaggio, mi è stato chiesto qualche documento per poter fruire della riduzione del prezzo del biglietto, riduzione da me rifiutata, atteso che questi sconti, anziché proposti dallo Stato sulla base dell’autocertificazione del deficit per il quale vengono concessi, siano demandati ad associazioni che si dicono onlus ma che spesso con la mancanza di profitto nulla hanno a che vedere; stessa storia nel capoluogo lombardo per un tagliando che costava tre euro e sessanta… Capisco la fame, ma mi sembra troppo! Avrei preferito piuttosto viaggiare su un treno con i carrelli in perfetta convergenza… La seconda situazione che invece è stata davvero piacevole, l’ho riscontrata nei bagni dello scalo del centro meneghino, puliti come se fossimo in una nazione civile. Credevo di sognare.

E Re Silvio?

Abbiamo intrapreso un viaggio così lungo per chieder conto delle sue mancanze verso noi molisani, ma arrivati in Lombardia ci siamo resi conto del fatto che tutto il mondo è paese e che ci faceva pena sfregiare quel politico in nome dei fessi che prima lo hanno votato, poi si sono lamentati per il suo abbandono. A ciò va aggiunto che far del male a chi esprime l’italianità a tutti gli effetti, sarebbe stato controproducente per la nostra reputazione di cavalieri che ancora credono che sia possibile redimersi dalla voglia di piangere su problemi creati da chi poi ne patisce le conseguenze ma dimentica i vantaggi pretesi che poi hanno portato al disastro che ora si vorrebbe evitare.

Restando ai treni che non fermano a Termoli, vanno dette due cose: innanzitutto che non è vero che la stazione molisana sia ignorata; a Termoli fermano numerosi convogli denominati “Freccia Bianca” che non saranno veloci ma costano meno. A ciò va aggiunto che per esperienza diretta, andando in due, (e noi eravamo in tre), già conviene viaggiare con la propria automobile, visto che il costo del viaggio in auto è inferiore del cinquanta per cento rispetto al percorso ferroviario: autostrada compresa!

E non avevamo presa la “freccia Rossa”!

In definitiva. Se invece di perdere tempo a cincischiare su notizie e false rivendicazioni che lasciano il tempo che trovano, i nostri politici pensassero magari a ricostruire almeno le strade, ferrate o d’asfalto che siano, senza necessariamente pensare ad improbabili autostrade costruite là dove non si è saputa ottimizzare una strada, nel posto nel quale non si è saputa costruire una ferrovia, se non ad alta velocità, almeno efficiente e soprattutto sufficiente per il traffico locale, forse si potrebbe arrivare a ristabilire un minimo di civiltà anche presso questo lembo di terra, colpevole di contenere gente che è ancora capace di farsi abbindolare da chiacchiere sterili di politicanti che, come già detto in più occasioni, dicono di governare il Molise, ma sono intenti in realtà solo a spogliarlo di quel poco di buono e valido che ancora vi alberga.