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Referendum: Giustizia Che Non Cambia

Di Vittorio Venditti

Farà La Fine Dei Precedenti

Dello stato della giustizia nello Stato senza Giustizia, da queste pagine se ne è parlato talmente tante volte che chi scrive ha la nausea come se fosse incinto di qualcosa da abortire per principio. Gli ultimi più importanti conati in tema, sono consultabili cliccando qui, qui, ma soprattutto qui perché sarà forse la calura di questi giorni, ma tornare a ripetere il papiello, riuscirebbe solo a costringere chi scrive a vomitare, cosa che farà male all’aborto prossimo, soggetto che va comunque rispettato anche prima di venir buttato.

Giustizia

Bello è invece richiamare quanto pubblicato dieci anni or sono, per altro in una data, simbolo di allora futura catastrofe per il tante volte ‘Rotto Stivale’. Del pezzo appena evocato, corredate dalle ovvie note di redazione, a seguire verranno riprese le principali considerazioni per vedere quanto queste siano ancora attuali, accettando fin d’ora ogni scommessa in tema di realizzazione o meno dei propositi che verranno inseriti in un quesito in fase di gestazione, firmato oggi quasi da tutti coloro che farebbero più bella figura se al posto di estemporanei ‘voti di fiducia’ come quelli da poco enfatizzati, si accordassero per evitare quest’ennesima, dispendiosa ed ulteriore inutile, quanto balneare gazzarra che porterà al chiaro nulla, rafforzando, se mai ce ne fosse bisogno, quell’autarchica voglia di fai da te, Arte dell’italico arrangiarsi, forse unico vero sbocco appagante.

“La sicurezza del potere si fonda sulla insicurezza dei cittadini”. (Leonardo Sciascia). Domanda: Ma se questo partito, (la scelta a chi legge, NDR), pensando che il popolino, oltre ad essere tale sia pure stupido, si propone verginalmente come la novità, e propone referenda come se lui non c’entrasse niente con lo status con cui tutti noi dobbiamo fare i conti in questo periodo, perché, nei due anni in cui il popolino di cui sopra gli ha permesso di governare non ha fatto nulla per abolire quanto ora presenta, con revanscismo, attraverso questo referendum?

Partendo dal principio che da sempre, e per sempre, chiunque ha governato, governa e governerà non lo potrà fare senza dover scendere a compromessi, magari dolorosi, ma utili allo stesso governare, (vedi quanto scritto ne “il Principe” di Niccolò Machiavelli), assunto che nessuno sia santo, neppure fra noi del popolino, e che “L’arte della politica. Il segreto di fare i propri affari e di impedire agli altri di fare i loro”, (Gatien de Courtilz de Sandras), (e per far politica intendo anche quella fatta da chi, per missione divina o similare, pensa di essere immune da tal modus operandi, e o cerca di farlo credere ai più ingenui facendosi passare come unico depositario della Vera Verità, va naturalmente da sé che quanto si cercherebbe di abrogare, al di fuori del nostro Stato è trattato già in modo esauriente.

Se si parlasse degli “Onesti Lavoratori” che possiamo “Ammirare all’opera” negli Uffici Giudiziari italiani, (tratto da un articolo pubblicato il dieci giugno duemilaundici…, NDR), dovremmo assistere ancora, e per lunghi anni, al processo che com’è noto, dovrebbe portare all’assoluzione di Bruto e Cassio, (con Formula Piena, Perché Il Fatto Non Sussiste), processo intentato a questi presunti congiurati, in riferimento alla morte di un certo Giulio Cesare, ucciso a coltellate durante le idi di marzo del quarantaquattro avanti Cristo. Ma questa, è un’altra “Storia”…

E potrei dire di più! Ma darei a questi personaggi, (giudici e “collaboratori di giustizia”, il gruppo al completo), un’importanza che li assolverebbe da tutta una serie di delitti, punibili per legge imposta da un altro di questi referenda, ma mai applicata, chissà…. forse.… per Legittimo Impedimento?

Ecco, da buon Fascista, come la penso su quanto, DEMOCRATICAMENTE, andremo a decidere una volta raccolte le agognate firme, sperando che poi, come al solito, quanto deciso da noi del Popolo, non venga considerato dai nostri politici alla stessa stregua di quanto descritto da Giuseppe Gioacchino Belli nel celebre sonetto Li Soprani Der Monno Vecchio, ripreso Magistralmente da Alberto Sordi, nel film del 1981 “Il Marchese Del Grillo”, film che sia pur trattando di un personaggio mai esistito, ma sceneggiato nella Roma papalina degli albori del diciannovesimo secolo, la diceva e la dice lunga sul modo in cui veniamo governati e soprattutto sul “Menefreghismo Democratico”, con il quale i nostri governanti ci trattano, ovviamente dopo aver raggiunta la tanto sospirata Poltrona.

Come Detto: Non Cambierà Niente, Ma Si Accettano Scommesse Sul Contrario.