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5g: Non Può Far Male!

Di Vittorio Venditti

Con Annessa Fregatura

Incomincia un altro mese e per iniziare al peggio, la giornata dedicata generalmente da queste pagine alla tecnologia ed ai suoi progressi, oggi registra un sostanziale furbesco regresso che fa male, ma sarà il presente per parecchio, atteso che non sempre progresso giustappunto e modernità vadano in pieno accordo.

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Quante volte su questo giornale si è trattato di cinque G e dei suoi effetti collaterali, più o meno deleteri, più o meno falsi e spesso anche tendenziosi? Lungo sarebbe riprendere tutti i collegamenti ipertestuali al tema e non verrà fatto perché la cosa sarebbe davvero pedante. Oggi il focus vedrà protagonista il come si è arrivati a costruire dispositivi attualmente in vendita, apparati che nella maggior parte dei casi d’acquisto serviranno solo a mostrare una faccia dell’acquirente, la più inutile perché perfettamente non funzionante.

Chi scrive, volendo scandagliare ogni angolo più recondito di quanto mette in allarme chi non ha nulla da fare per principio e per questo è d’intralcio al resto dell’umanità, ha speso dei soldi per l’acquisto di un cosiddetto smartphone che di smart ha solo il guadagno per la casa produttrice. Si sta parlando di un apparato che potrebbe funzionare sulle frequenze messe a disposizione per la ricetrasmissione in cinque g, ma che per operare in tal senso, lo stesso dispositivo manca dei più elementari accorgimenti finalizzati a restituire all’utente quanto lo Stesso si attenderebbe da cotanto progresso. Leggendo le schede tecniche di telefonini nati per il quattro g e prodotti anche per la tecnologia successiva, chi fa attenzione ai particolari, avrà notato che i dispositivi opportunamente comparati, mostrano ad esempio schermi, batterie e parti del software, diversi a seconda del fine da raggiungere. In pochi sanno che sempre come esempio, la memoria RAM necessaria per far girare programmi adatti al cinque g, deve essere il doppio rispetto a quanto serve per operare con la precedente tecnologia; il discorso vale allo stesso modo per le batterie perché per ragioni lunghe da spiegare in questo pezzo, il cinque G, per dirla in gergo tecnico e giornalistico allo stesso tempo, beve come un Dio greco il sabato sera durante la movida. Volendo chiarire: potrebbe andar bene se si acquista un’automobile che questa sia stata messa in commercio senza portiere; diventa un po’ problematico, quando la stessa autovettura, in nome del progresso, venga depauperata di indicatori direzionali, ogni tipo di fanaleria e tolta la ruota di scorta, si pretende di dire a chi acquista un simile veicolo che delle quattro ruote a terra, una possa marciare sgonfia per risparmiare sull’aria e simili baggianate.

La ragione della redazione di questo scritto però è un’altra e si riferisce a quanto viene eliminato in termini di sistemi d’utilizzo per chi ha deficit visivi più o meno importanti. La cosa ricorda la selezione naturale o lotta per la sopravvivenza, ovvero quanto si è fatto durante la seconda guerra mondiale per l’avanzata dell’esercito italiano in Russia, quando la perdita di un autocarro veniva considerata solo se a bordo del mezzo vi fossero ufficiali; dalla logistica agli armamenti, dai muli per gli alpini ai soldati ed ai sottufficiali, qualora si rompesse un mezzo, il carico era considerato perso, cosa che alla fine, di perso ha lasciata la guerra nel suo insieme. Così succede per i telefoni economici che vengono prodotti per l’utilizzo su piattaforma cinque G: questi apparecchi, ad esempio, mancano del quasi totale funzionamento dei sistemi di guida vocale, per cui se la sintesi fonetica risulta presente ed attivabile, poi diventa del tutto ingovernabile perché la modalità di comando è stata soppressa e non esiste modo di aggiornarne i file di sistema. Discorso non troppo diverso per gli smartphone di fascia alta che comunque, alla fine della fiera, non restituiscono nulla di valido all’utente finale, atteso che la differenza che il comune mortale può notare fra il quattro ed il cinque G, stia nella diminuzione della latenza in fase operativa, cosa del tutto trascurabile anche perché se si vanno a leggere le prove di velocità di up o download, ai numeri presenti, quasi sempre corrisponde una velocità giustappunto difficilmente notabile dall’utente se non mediante strumentazione anch’essa più o meno precisa, più o meno degna di fede.

Senza tirarla dunque per le lunghe, se la mancanza di guida vocale ferma chi non vede sui dispositivi economici, per il resto degli utilizzatori esiste tutta una serie di limitazioni che allo stato attuale, posto che le reti cinque G fossero effettivamente funzionanti secondo le teorie decantate da tanti ed avversate da molti, comunque non permetterebbero di navigare secondo i nuovi sistemi. Questo, guardando la cosa in positivo, può essere davvero un bene, non tanto per coloro che hanno paura o sono strumentalizzati dai relativi burattinai contro la nuova tecnologia, quanto per il fatto che chi deve subire la costrizione di sentire tali lamentele, può difendersi con lo sbeffeggiare cotante marionette, deridendone il comportamento nato in teoria e per il momento morto in pratica.

Che Fine Ha Fatto Lo Smartphone Sperimentale Del Vostro Cronista? RESO!!!